RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
roberto zaccaria foto di bacco
Estratto dell'articolo di Gian Antonio Stella per il “Corriere della Sera”
«In Rai, per farmi felice, sono pronti a dire che ho fatto coppia d’attacco con Maradona, ho battuto Pantani in salita e ho incontrato Dio».
Chi l’ha detto: il neo amministratore delegato della Rai Roberto Sergio sotto il cui regno la destra ha fatto la recente ondata di nomine scandalizzando («vergogna!») mezza Italia?
No, lo disse nel 2001 l’allora presidente della Rai Roberto Zaccaria, scandalizzando («vergogna!») l’altra mezza, quella di destra, che urlava allora alla lottizzazione più immonda.
Sempre andata così. E per quanto faccia schifo, l’andazzo è stato volta per volta usato dai partiti senza che l’uno o l’altro, una volta vinto, si sia posto il problema di rispettare non il manuale Cencelli, l’ipocrita finzione del pluralismo bottegaro, ma il pluralismo vero, l’equilibrio vero, la libertà vera. […]
Quello che colpisce, dopo tanti Tg di comizi riempiti di spettatori finti ripresi in occasioni diverse e notizie scomode affogate nel nulla e dibattiti costruiti su misura non per rispettare l’esortazione crociana all’equidistanza («Ogni mattina il buon giornalista deve dare un dispiacere a qualcuno») ma per dare qualche leccatina «equivicina» un po’ a tutti è che gli stessi giornalisti volta per volta promossi a questa o quella direzione si lascino attribuire etichette («il Tg1 al meloniano Tizio, il Tg2 al forzista Caio, il Tg3 al democratico Sempronio, il Gr al leghista Mevio, i regionali al pentastellato Calpurnio») senza che uno si ribelli alla catalogazione che gli è stata appiccicata. Manco uno!
MARIO ORFEO - IL PATRIARCA KIRILL DEL PD (COPYRIGHT PAOLO MIELI) - FOTOMONTAGGIO VERITA E AFFARI
La storia, grazie al cielo, è piena di giornalisti con la schiena diritta che sono saltati su indignati a ogni etichettatura non dico partitica ma neanche politica. Piena. Anche alla lottizzatissima Rai, sia pure più di rado. Stavolta no. Tutti zitti come il palo della banda dell’Ortica cantato da Enzo Jannacci: «Nanca ona piega lù l’ha faa, nanca on plissé».
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