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Gabriella De Matteis Giuliano Foschini per “la Repubblica”
La gloria di essere “un amico”, come si vantava al telefono, del “presidente del Consiglio”. Ma Gianpaolo Tarantini è un uomo pratico. E sapeva perfettamente che da quella amicizia avrebbe potuto trarre grandi benefici. Lo scrive la Procura nell’atto finale di chiusura indagini, lo ha detto il gip mandandolo a giudizio: l’imprenditore barese faceva prostituire decine di ragazze con l’allora presidente del Consiglio nella speranza di ottenere per sé e per i suoi amici appalti nelle controllate del Governo, dalla Protezione civile a Finmeccanica.
Non a caso qualche mese prima che scoppiasse lo scandalo Gianpi aveva messo da parte il suo lavoro nelle protesi sanitarie e aveva aperto una società di consulenza. Una conferma a questa teoria arriva ora dalle intercettazioni depositate nel processo a carico di Tarantini.
“INTINI E’ CON GUARGUAGLINI”
Tarantini, si era già detto, grazie all’intercessione di Berlusconi riesce ad agganciare sia Guido Bertolaso sia Pierfrancesco Guarguaglini, in quel momento al vertice di Protezione Civile e Finmeccanica.
L’obiettivo era fare lobby per Enrico Intini, imprenditore barese interessato a essere inserito nella short list delle emergenze. Tarantini è bravo. Tanto che, siamo al 6 maggio dal 2009, Intini è a colloquio con Guarguaglini. Qualcosa però non va come speravano. Perché Rino Metrangolo, allora consigliere di amministrazione di una società controllata da Finmeccanica, gli aveva assicurato che tutto era apposto. Mentre in una lunga conversazione (già agli atti e ora trascritta integralmente) Domenico Lunanuova, gli spiega che invece non è così.
Lunanuova: “Premesso che non si è sbloccato nulla, di nessun tipo”.
T.: “Cioè? (…) Scusa, ma quel documento che doveva approvare la Protezione Civile, non è stato approvato?”.
L: “No”.
T: “A me Rino mi disse, è stato approvato…”.
L: “No, no (…)
T: “ Allora abbiamo fatto una figura di merda, perché Enrico è andato da Guarguaglini e gli ha detto, “guarda che la Protezione Civile ha approvato tutto… Aveva garantito anche Borgogni”.
“CHE CULO IL TERREMOTO”
La dichiarazione poi prosegue. Lunanuova spiega quali sono gli inghippi legati all’appalto (100 milioni, poi però non assegnato a Intini) e poi prospetta comunque una via di uscita.
L: “Io, aggirando questo ostacolo, mi sono rivolto ad una persona estremamente collaborativa all’interno della Protezione Civile (…) questo ha detto, “domani alle 5 vi firmo sto documento. (…) É una conquista che sono riuscito a fare io senza l’aiuto di nessuno, ma per culo, perché per culo, tra virgolette, perché là è successo il terremoto, e hanno bisogno di questa cosa”.
Tarantini sapeva poi essere grato con gli uomini di Finmeccanica. O per lo meno con alcuni. Nell’ultima udienza Fadoua Sebbar ha raccontato di aver ricevuto mille euro da Tarantini per passare una notte con Metrangolo.
“NON SI POSSONO FARE LE TRE…”
Al di là degli affari, Tarantini e Berlusconi parlano da amici. Le telefonate sono personali, infatti ancora ieri i deputati di Forza Italia sono insorti parlando di “giustizia a orologeria” e di “fatti privati usati per delegittimare Berlusconi”. Ma la Procura era concorde nel pensare che fossero privati, tanto che aveva deciso di omissare le parti personali. Ma alcune difese hanno imposto le trascrizioni, rendendole così pubbliche nel dibattimento. Questa conversazione ne è un esempio.
Berlusconi: “Tutto bene? Ho finito adesso a Palazzo Chigi (…) Una cosa, mannaggia... credevo di morire dal sonno. Vabbè, non si può fare più le 3 di notte e avere dopo il Consiglio dei Ministri, è stato un calvario... Anche perché le bambine poi le ho accudite, eh...
Tarantini: “Me l’hanno detto, me l’hanno detto”.
B: “Il mio senso dell’ospitalità prevale su tutto”.
Il “senso di ospitalità” di Berlusconi è davvero vasto, le telefonate con Tarantini sono una lista della spesa. C’è l’incontro che sfuma con Manuela Arcuri e Francesca Lana insieme (“però presidente non dica che fanno le cose in due…” dice Tarantini, e il Cavaliere risponde: “No, no, io non dico mai niente, sono riservatissimo”), o la preoccupazione di non fare andare insieme Carolina Marconi e una tale Francesca. “Eh no — dice Berlusconi — sono da separare le due, perché sono due obiettivi importanti e non si possono mettere insieme. Insieme dopo, magari. Ma prima no”.
CAROLINA MARCONI - LA PATATINA
CAROLINA MARCONI - LA PATATINA
Alle volte anche il Cavaliere è costretto a cedere: “Ieri ero stanco, non mi sono permesso con tutte e tre… Stamattina sono andato a parlare in Fiera, ho parlato benissimo. Non avrei potuto se si fossero fermate, bisogna graduare gli sforzi secondo le proprie possibilità”.
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