GINGRICH, IL NUOVO REAGAN? - IL TRIONFO DEL VECCHIO NEWT IN SOUTH CAROLINA CON IL 40% RIAPRE I GIOCHI PER LA NOMINATION REPUBBLICANA - ROMNEY, TRA CONTI OFFSHORE E TASSE RIDICOLE, HA PERSO IL 15% DI CONSENSI IN 7 GIORNI - DETERMINANTI GLI SPOT CONTRO IL MORMONE MILIONARIO E I DIBATTITI, IN CUI NEWT SI È SPACCIATO PER NOVELLO REAGAN E HA STRONCATO LE DOMANDE SULLE CORNA - PROSSIMA TAPPA IN FLORIDA, PARTE LA LECCATA ALLE COMUNITÀ EBRAICA E CUBANA. ROMNEY È AVANTI, MA ORA NIENTE È PIÙ SICURO…

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1- GINGRICH VUOL FARE IL NUOVO REAGAN PER VINCERE LE PRIMARIE-MARATONA
Giuseppe De Bellis per "il Giornale"

Scommettete zero euro su come andrà a finire la campagna per le primarie del partito repubblicano americano. Tutto aperto, tutto incerto, tutto fluido. La vittoria in South Carolina di Newt Gingrich mette in discussione ogni potenziale certezza. Ora può vincere lui, può vincere Romney, può persino vincere qualcun altro. Niente azzardi, niente previsioni.

Se un euro qualcuno lo volesse giocare, invece, allora che lo scommetta su che cosa farà adesso Gingrich: cercherà di trasmettere all'America, alla sua America, l'idea del nuovo Reagan.Lui,sì.Così si pone, così si sente: vede un Paese che ha bisogno di tornare a quegli ideali incarnati da The Gipper .

Alla fine dell'ultimo dibattito stravinto in South Carolina ha detto: «Se ho vinto non è perché sono un good debater . Ma perché esprimo i valori profondi del popolo americano. Sono pronto a scontrarmi con Obama per dimostrare che è lui l'estremista».Coma a dire:io sono l'americano, lui no; io sono quello autentico, lui no; io sono quello occidentale, lui no.

È l'omaggio aggiornato all'ideale di un'America leader del mondo dell'era reaganiana, quella capace di battere l'Unione Sovietica e il comunismo. A quell'epoca, Gingrich si ispira anche nei dettagli simbolici: la festa dopo la vittoria in South Carolina è stata accompagnata da Born in the Usa di Bruce Springsteen, considerato un manifesto dell'America anni Ottanta: quella di Rocky e di Rambo, quella dei noi siamo i buoni e gli altri sono i cattivi.

Gingrich guarda lì, a un passato da aggiornare: attacca la Cina e il suo strapotere sul debito pubblico americano. Dice che con lui alla Casa Bianca cambierebbe tutto. Il 40 per cento ottenuto in South Carolina è il punto di partenza di una nuova strategia: dopo la vittoria ha lodato Romney, Santorum e Paul, cioè tutti i rivali in queste primarie. Un modo per presentarsi come un duro sì, ma ecumenico, uno quindi in grado di conciliare eventualmente le istanze dell'elettorato più conservatore, ma anche quelle dei gruppi più moderati che tifano Romney.

L'ex speaker della Camera sa che la sfida sarà lunga. L'ha voluto lui:è la sua vittoria a cambiare gli equilibri e ad allungare la corsa. Adesso si va in Florida, dove teoricamente è favorito Romney, ma dove a questo punto i giochi si riaprono: i 15 punti medi di vantaggio nei sondaggi dell'ex governatore del Massachusetts diventano molto relativi. Anche in South Carolina c'era questo margine e la situazione s'è ribaltata in quattro giorni. Da qui al voto di Tampa, Miami, Orlando e Tallahassee c'è più di una settimana perciò è davvero come se si ripartisse da zero.

Pronti, partenza, via: all'inizio delle primarie sembrava che la tappa in Florida sarebbe stata il potenziale traguardo, ora invece è il contrario. Sarà una corsa lunga: lo dicono gli staff dei candidati, lo dice lo stratega del bushismo Karl Rove, lo dicono i giornali che detestano Gingrich, ma che in queste ore ne hanno riconosciuto sia la capacità di recuperare da un inizio di primarie non esaltante, sia di sfruttare gli errori di Romney.

Perché questa è un'altra chiave: il vincitore in New Hampshire è clamorosamente caduto sulla storia delle tasse al 15 per cento e del conto segreto nel paradiso fiscale delle Cayman. Un peccato troppo grande che adesso lo costringe a rincorrere Gingrich e a dimostrare di non avere nulla da nascondere. Ieri Romney ha annunciato che pubblicherà i suoi redditi on line. La ricchezza è la debolezza dell'ex governatore del Massachusetts, così come l'infedeltà e la movimentata vita sentimentale sono quella dell'ex speaker della Camera.

Gingrich, però, è più abile a rimbalzare le accuse: è più aggressivo, è più pronto, è più abituato. Ha lottato di più nella vita e in politica. Semmai ha il problema opposto, Newt: l'aggressività e il carattere lo portano a esagerare. Quando sente odore di vittoria rischia di strafare, di sentirsi già al traguardo.

Non è questo il caso. Non ora. Lui, come l'avversario principale, sa che si andrà per le lunghe, sa che ci vorrà tempo, ci vorrà pazienza. C'è qualcuno che intravede anche la possibilità che si arrivi alla convention di settembre senza un vincitore e che la nomination si decida lì con un accordo dietro le quinte, con un inciucio di palazzo fatto fuori dal palazzo. Difficile, ma possibile, certo. In America può succe¬dere tutto.


2- PRIMARIE REPUBBLICANE, VINCONO SPOT E DIBATTITI. GAME CHANGE. ORA IN FLORIDA...
Andrea Salvadore per il suo blog, "www.Americanatvblog.com"

Stravince Gingrich in South Carolina e riapre i giochi.
Iowa a Santorum, New Hampshire a Romney e la Carolina del Sud, evangelica cristiana, all'uomo dei tre matrimoni, convertito cattolico. Se crediamo a queste contaminazioni religiose , come sempre si e' fatto, allora dovremmo dire che la South Carolina ha rifiutato il mormone Romney. Pero' non tornerebbe il terzo posto di Santorum, che avrebbe dovuto volare più in alto sulle ali dell'appoggio ricevuto dai leaders evangelici dello stato. Game change.

In queste primarie stanno decidendo l'overdose di dibattiti ( 17 fino ad ora ) e gli spot dei super PACS. La decantazione nei duelli parolai delle accuse ( e anche menzogne ) buttate negli spot milionari hanno fatto appena saltare l'improbabile Perry e promosso Newt Gingrich, nettamente il migliore a rivoltare frittate. Soprattutto nell'ultimo, l'inizio a muso duro di Gingrich contro il conduttore CNN ha pagato, ricalcando un vecchio e sempre buono motivetto caro alla pancia degli elettori repubblicani , quello dei media liberal elitari e delle "elites di Washington", roba buona quest'ultima per i sostenitori del Tea Party che hanno votato Newt, uomo del big government da sempre.

La striscia lunga dei dibattiti avrà' ancora due tappe la prossima settimana, a cominciare da lunedì sulla NBC ( a seguire martedi il discorso di Obama sullo Stato dell'Unione ).
Quello che possiamo aspettarci sono tante dichiarazioni d'amore lanciate alle comunità' ebraica e cubana della Florida. Romney ha piantato da tempo la sua organizzazione nello stato, Gingrich no. L'onda lunga della South Carolina potrebbe arrivare più' a sud ma emerge sempre più' chiaro che l'establishment repubblicano morirebbe dalla voglia di candidare Daniels, Christie, Jeb Bush, Ryan. Uno di questi quattro, non uno dei quattro rimasti in gara.

Le televisioni intanto gongolano per la notizia della gara riaperta. Con i dibattiti in prime time si riempiono due ore a costo quasi zero. Gli ascolti fino ad oggi non sono stati strepitosi ma solidi, con una punta di 7milioni e 630mila. Ora dovrebbero crescere.
E' un nuovo format tivù. E presto capiremo se il cast rimarrà questo o se ci saranno nuovi ingressi nella casa del grande fratello repubblicano.


GOP SC: BUD MCFARLANE ‘APPOGGIA' GINGRICH: E' L'EX CONSIGLIERE NAZIONALE DI REAGAN, VENNE COINVOLTO DA SCANDALO IRAN-CONTRA

Marcello Campo per "www.potus2012.it"

VIDEO: http://youtu.be/epqCtkiknyA
Ad appoggiare Newt Gingrich in South Carolina, anche Bud McFarlane, l'ex consigliere nazionale di Ronald Reagan, coinvolto fino al collo nello scandalo Iran-Contras. All'epoca, era il 1986, McFarlane fu giudicato colpevole di aver avuto un ruolo chiave in quel traffico d'armi che mise in grave imbarazzo la Casa Bianca. Quindi si dimise dal suo incarico. Pochi mesi dopo tento' il suicidio e infine venne condannato a due anni di liberta' vigilata e a una multa di 20mila dollari. Qualche tempo dopo venne graziato da Bush padre.

 

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