DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
1. UE: DRAGHI, SI PUO' SPENDERE 2% PER ARMI RISPETTANDO PATTO
MARIO DRAGHI AL PARLAMENTO EUROPEO
(AGI) – Budapest, 8 nov. - Non tutti in Europa sono d'accordo con l'idea di investimenti comuni e finanze europee per rilanciare l'Europa, o e' invece indispensabile? "Diciamo si', e' indispensabile, ma non e' la prima cosa", risponde Mario Draghi alle domande dei giornalisti al summet di Budapest.
"Quello che il Rapporto dice - prosegue - e' che ci sono moltissime altre decisioni che si possono prendere senza affrontare immediatamente il problema del finanziamento pubblico comune. Questo e' chiaramente necessario per alcuni progetti comuni, di comune interesse europeo, ed e' previsto che per questi progetti vi sia finanziamento comune. Un esempio - riprende l'ex presidente del Consiglio - sono le interconnessioni nel campo dell'energia".
MARIO DRAGHI E GIORGIA MELONI A PALAZZO CHIGI
Quanto alla possibilita' di aumentare la spesa per la Difesa, Draghi osserva che "e' possibile spendere il 2% del Pil per la difesa rispettando il Patto di stabilita'? Bisognera' prendere tutta una serie di decisioni, in questo e' inutile dire se e' possibile o meno. Oggi bisogna decidere cosa fare perché questa e' la nuova situazione, l'aspetto poi e' solido".
2. GIORGETTI: “IL PIL SARÀ UNA SORPRESA SPESE MILITARI AL 2% TROPPO AMBIZIOSE”
Estratto dell’articolo di Giuseppe Colombo per “la Repubblica”
GIANCARLO GIORGETTI - FOTO LAPRESSE
I fondi per la difesa aumenteranno, ma l’asticella si fermerà sotto il 2% del Pil. È quando si sofferma sul capitolo della manovra dedicato agli investimenti pubblici che Giancarlo Giorgetti tira la linea dell’impegno che l’Italia è in grado di garantire. A Montecitorio, davanti ai parlamentari delle commissioni Bilancio di Camera e Senato, il ministro dell’Economia rivendica lo stanziamento di 35 miliardi nei prossimi quattordici anni: la spinta farà salire la spesa militare all’1,57% nel 2025, per poi passare all’1,58% l’anno successivo e all’ 1,61% nel 2027.
Ecco perché nel giorno in cui il segretario generale della Nato, Mark Rutte, sprona i Paesi dell’Alleanza Atlantica «a mettere molto di più del 2%», Giorgetti può assicurare «un potenziamento degli investimenti». Ma allo stesso tempo deve prendere atto che «l’obiettivo del 2% risulta molto ambizioso e non del tutto compatibile, sotto il profilo in particolare delle coperture, con il quadro vigente della governance europea».
mark rutte giorgia meloni foto lapresse.
[…] il titolare del Tesoro si dice sicuro che l’Italia può ancora crescere più di quanto prevedono l’Istat, la Banca d’Italia e l’Ufficio parlamentare di bilancio.
«Non sarei stupito da eventuali revisioni al rialzo delle stime preliminari del Pil 2024», sono le parole che fissano l’ottimismo. Indotto anche dall’andamento dell’ultimo trimestre dell’anno che, sottolinea, «dovrebbe tornare in espansione», dopo la crescita zero nel terzo trimestre certificata dall’Istituto nazionale di statistica. Fiducia, ma anche tanta cautela: la traccia della gestione «prudente e responsabile della finanza pubblica» rimarrà tale. Non per questo, è il ragionamento di Giorgetti, la manovra è da considerare blindata. È pronto ad accogliere alcune modifiche. […]
GIANCARLO GIORGETTI ANTONIO TAJANI
Apre alla modifica della norma sui revisori del Mef nelle società che ricevono contributi pubblici. Ma non sarà cancellata, come chiede Forza Italia: i tecnici sono al lavoro per sostituire la soglia transitoria dell’aiuto di 100 mila euro con una, definitiva, molto più alta. Il principio del «comportamento parsimonioso» non è in discussione.
Mano tesa alla Lega, il suo partito, che vuole rivedere l’aumento della tassazione, dal 26% al 42%, sulle criptovalute. La soluzione immaginata dal titolare dell’Economia punta su forme di tassazione diverse rispetto alla permanenza in portafoglio degli investimenti. […]
giancarlo giorgetti - foto lapresse
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