giancarlo giorgetti controlla i numeri della manovra - foto lapresse

ALLA FINE GIORGETTI MANI DI FORBICE CEDE AGLI IMPRENDITORI – DOPO I DURI RICHIAMI DI CONFINDUSTRIA, IL MINISTRO DEL TESORO INSERISCE NELLA MANOVRA UN PACCHETTO DI 3,5 MILIARDI DI RISORSE IN PIÙ PER LE IMPRESE. SOLDI PER COPRIRE LE RICHIESTE, PER MISURE COME TRANSIZIONE 5.0 E I CREDITI DI IMPOSTA PER GLI INVESTIMENTI NELLA ZES, LA ZONA ECONOMICA SPECIALE – SLITTANO I FINANZIAMENTI PER IL PONTE SULLO STRETTO – LA BCE CRITICA “L’AUMENTO DEL CARICO FISCALE EFFETTIVO SUL SETTORE BANCARIO: POTREBBE PREGIUDICARE L'EROGAZIONE DEL CREDITO ALL'ECONOMIA...”

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Estratto dell‘articolo di Giuseppe Colombo per www.repubblica.it

 

GIANCARLO GIORGETTI

Un annuncio a sorpresa. Come il suo arrivo al Senato, a pochi minuti dall’inizio dell’ufficio di presidenza della commissione Bilancio chiamato a smuovere la manovra finita nel pantano. È davanti ai senatori di maggioranza e opposizione che il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, parla di nuove risorse per le imprese. In tutto 3,5 miliardi.

 

Arriveranno, come anticipato da Repubblica, a compensazione di misure che non sono riuscite a coprire le richieste. Come Transizione 5.0 e i crediti di imposta per gli investimenti nella Zes, la zona economica speciale. Soldi anche contro il caro-materiali.

 

GIORGIA MELONI EMANUELE ORSINI

Le risorse finiranno in un emendamento alla manovra che è atteso in commissione nel pomeriggio. [...]

 

Nell’emendamento ci sarà anche la riprogrammazione dei finanziamenti per la realizzazione del Ponte sullo Stretto. La misura prenderà atto dell’impossibilità di avviare i lavori quest’anno dopo l’altolà della Corte dei conti.

 

A copertura del pacchetto anche alcune misure sulla previdenza complementare e un nuovo contributo a carico delle assicurazioni.

 

Oro di Bankitalia, l’intesa con la Bce

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI - FOTO LAPRESSE

L’intervento del ministro non si focalizza solo sul sostegno alle imprese. Il confronto con i parlamentari è anche l’occasione per comunicare l’esito della trattativa con la Bce sull’oro di Bankitalia che un emendamento di Fratelli d’Italia vuole assegnare al popolo italiano.

 

“Ho voluto chiarire al Parlamento la questione perché ne hanno letto solo sui giornali e mi sembrava corretto”, sono le parole che valorizzano il metodo del confronto. Poi il contenuto: “Siamo a posto, nella riformulazione che ho presentato a nome del governo riteniamo che la questione possa essere chiusa”.

 

GIANCARLO GIORGETTI E CHRISTINE LAGARDE

Il riferimento di Giorgetti è al testo, riformulato dal Mef, che lo stesso ministro ha trasmesso negli scorsi giorni alla presidente della Bce, Christine Lagarde. Come anticipato da questo giornale, la nuova dicitura dell’emendamento conferma che la detenzione e la gestione delle riserve auree sono in capo a via Nazionale.

 

Non a caso si specifica che i lingotti sono iscritti nel suo bilancio. Così come si citano tre articoli del Trattato di funzionamento dell’Unione europea. Sono quelli che fanno riferimento al ruolo inderogabile del sistema delle banche centrali europee, di cui Bankitalia fa parte. La mediazione con FdI è in una riga: l’oro appartiene al popolo italiano. Come è già oggi. Quando la manovra sarà approvata dal Parlamento sarà anche una legge a dirlo.

 

La Bce contro le tasse sulle banche

tassa sugli extraprofitti delle banche

Chiuso il fronte sull’oro di Bankitalia, il governo si ritrova a gestire di nuovo le critiche della Bce. Sono concentrate sulle misure della manovra che colpiscono il comparto del credito italiano. Nel suo parere sulla tassazione delle istituzioni finanziarie, l’Eurotower prevede che i provvedimenti della legge di bilancio “aumentino il carico fiscale effettivo sul settore bancario”.

 

Sebbene “gli enti creditizi presentino ancora una buona solidità finanziaria e una prima valutazione dell'impatto del disegno di legge suggerisca che la situazione non cambierebbe dopo la sua adozione - scrive la Bce nel parere firmato da Lagarde - il previsto aumento della pressione fiscale potrebbe pregiudicare l'erogazione del credito all'economia”.

 

giancarlo giorgetti christine lagarde 1

Questo effetto “è aggravato dall'aumento dell'incertezza del quadro fiscale causato dall'adozione di un'ulteriore nuova legge in materia di enti creditizi, che ne pregiudica la capacità di pianificazione nel già incerto contesto macroeconomico attuale".

 

Secondo la Banca centrale europea "i costi derivanti dall'aumento delle imposte comporterebbero pertanto un inasprimento delle condizioni alle quali gli enti creditizi finanziano l'economia, sia direttamente, in quanto tali enti trasferirebbero parte di tali costi sui debitori, sia indirettamente, attraverso i potenziali effetti negativi sulle loro posizioni patrimoniali a causa della depressione della redditività".

giorgia meloni giancarlo giorgetti foto lapresse