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GIORGETTI SI TRAVESTE DA SALVINI – ALLA CONVENTION DEL CARROCCIO AD ANCONA, IL DON ABBONDIO LEGHISTA USA TONI DA ANTI-EUROPEISTA: “TUTTA QUESTA REGOLAMENTAZIONE, QUESTE DIRETTIVE DA PARTE DELL’UE, NON SONO DI 50 ANNI FA, MA APPROVATE 3, 4 O 5 ANNI FA TRA GLI APPLAUSI DI TUTTI”. E ATTACCA BERLINO: “LE REGOLE SONO SCRITTE IN INGLESE MA SONO STATE PENSATE IN TEDESCO. SOLO CHE ADESSO LA GERMANIA HA DECISO CHE LORO FARANNO ESATTAMENTE IL CONTRARIO. NATURALMENTE, SENZA AVER NEGOZIATO NULLA IN EUROPA”
Estratto dell’articolo di Marco Cremonesi per il “Corriere della Sera”
GIANCARLO GIORGETTI AD ANCONA - TUTTA UN'ALTRA ECONOMIA
Giancarlo Giorgetti interpreta Matteo Salvini. E Salvini fa il Giorgetti. Il ministro dell’Economia, per definizione il meno euroscettico di tutta la Lega, non le manda a dire agli europartner. Mentre l’iper trumpiano vicepremier fa un bagno di realismo: «Trumpiano? No, io non sono trumpiano. Ragiono su quello che serve al nostro Paese».
Le punte leghiste nel governo italiano sono ad Ancona, partecipano a uno dei tre incontri — nord, centro e sud — che preparano il congresso federale del partito, quello che in aprile confermerà Salvini alla guida della Lega senza contendenti.
matteo salvini giancarlo giorgetti voto di fiducia sulla manovra 2024 foto lapresse
[...] L’uomo del Mef invita a tornare «alle basi» della Lega. Fermo restando che «la precondizione per fare qualsiasi cosa è ispirare fiducia, perché se non lo fai è un grosso problema per gli imprenditori e ovviamente per me, che se ispiro fiducia magari pago meno interessi sul debito».
Ma le basi della Lega? L’attenzione ai piccoli, banche o imprese che siano. Perché di regole non ce ne sono più: «Tutta questa regolamentazione, queste direttive» da parte dell’Unione, «non sono di 50 anni fa, ma approvate 3, 4 o 5 anni fa tra gli applausi di tutti».
Giorgetti alza il tiro: «Le regole sono scritte in inglese ma sono state pensate in tedesco. Solo che adesso la Germania ha deciso che loro faranno esattamente il contrario». Ironia amara: «Naturalmente, senza aver negoziato nulla in Europa. Perché mentre Trump dovrebbe mettersi d’accordo prima con von der Leyen, Merz giustamente non deve farlo».
giancarlo giorgetti sul palco di pontida foto lapresse
Quanto alla «guerra commerciale» di Trump, «sia l’occasione buona per riscrivere le regole della competizione globale. Ve lo ricordate il Wto? È totalmente disoccupato da 7-8 anni, non ci va più nessuno. Perché ognuno fa quel che gli pare e quindi la legge del più forte, del più grande, vince».
E così, il pragmatico moderato diventa Salvini. Sarà l’antico gioco di sponda dentro al partito, saranno le foto distribuite dalla Lega in cui lui e Giorgetti si sorridono, ma la sensazione è quella. Trump? «Il personaggio è complesso, con un’attività non preventivabile che non segue la scuola diplomatica franco-tedesca».
giorgia meloni e giancarlo giorgetti 8
Ma la cosa certa è che «o ci litighi o ci vai d’accordo, solo che è da cretini litigare col presidente degli Stati Uniti». E se Giorgetti ha appena smentito un litigio con Giorgia Meloni, Salvini va oltre: «La Lega è il collante della maggioranza: noi possiamo permetterci di dire e fare cose che altri per il ruolo che ricoprono non possono permettersi». E tra le cose da dire c’è: «Non un euro di debito europeo per comprare armi e missili». [...]
ancora tempo per ironizzare «sulla Tesla di casa Fratoianni» e una sfida a chi «mugugna» sul congresso leghista: «Se qualcuno vuol fare il segretario della Lega si candidi e sarò il primo firmatario della mozione a suo sostegno».
giancarlo giorgetti e roberto calderoli a pontida foto lapresse
giancarlo giorgetti alla camera foto lapresse
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