DAGOREPORT - L’ASSOLUZIONE NEL PROCESSO “OPEN ARMS” HA TOLTO A SALVINI LA POSSIBILITA’ DI FARE IL…
Estratto dell’articolo di Francesco Olivo per “la Stampa”
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN A FORLI
Piazzare la pedina giusta per ostacolare le politiche "green", agevolare le vertenze sulle liberalizzazioni mancate e limitare i conflitti sui punti deboli del Paese: debito e gestione dei fondi europei. E poi l'immigrazione e il Piano Mattei. Tornata dal Consiglio isolata da tutti gli altri governi europei, "ma senza aver cambiato idea" dicono i suoi, Giorgia Meloni studia i dossier che le arrivano sulla scrivania.
Il principale è quello che contiene le indicazioni per la scelta del commissario da mandare a Bruxelles. Paradossalmente il nome è la cosa che pare preoccupare meno Meloni: Raffaele Fitto non sembra avere rivali concreti, almeno al momento. Più difficile è individuare l'area nella quale dovrà operare. Il criterio di scelta è quello di avere un commissario con capacità di spesa o che possa gestire poteri sovranazionali, come ad esempio il "mercato interno".
giorgia meloni e ursula von der leyen bloccate dai manifestanti a lampedusa 17
Certo tutto dipende dalla politica, perché il secondo mandato di Ursula von der Leyen è appeso al voto del Parlamento il prossimo 18 luglio. Il passaggio non è scontato, la premier vuole tenere le carte coperte in vista di quell'appuntamento e non rivela quale sarà la scelta dei deputati di Fratelli d'Italia nel segreto dell'urna. Meloni è convinta che lo strappo di giovedì scorso al Consiglio, quando l'Italia non ha votato nessuno dei tre nomi proposti per i vertici dell'Unione europea non sarà un limite nella trattativa con von der Leyen, ma al contrario «ci darà forza», ha spiegato la premier, che ha escluso una ritorsione, "sarebbe gravissimo se fossimo penalizzati per le nostre scelte".
giorgia meloni e ursula von der leyen bloccate dai manifestanti a lampedusa 16
Il governo sta delineando un identikit del ruolo ideale da ricoprire a Bruxelles […] La prima esigenza che viene indicata è quella della vicepresidenza della Commissione, se possibile con un potere "esecutivo". Tra il 2004 e il 2019 l'Italia ha sempre avuto questo ruolo.
Alla voce "primo livello di priorità", il documento uscito dalla Farnesina indica le voci "politiche industriali", "mercato interno" e "competitività".
Posizioni dalle quali l'Italia meloniana sogna di poter raddrizzare gli effetti delle politiche ambientali finite nel mirino non soltanto dei sovranisti, ma anche dei popolari e di una fetta di liberali, […] Altro tema centrale in questo ambito è la transizione digitale. […] Una casella a cui l'Italia ambisce è la Concorrenza. Si tratta dell'area che gestisce più poteri finita negli ultimi anni nelle mani dei Paesi del Nord e anche quella che tocca i dossier più delicati per il governo Meloni, per i settori che la Commissione chiede di liberalizzare (balneari su tutti) e per le fusioni, come quella tra Ita e Lufthansa che l'Antitrust ha bloccato per oltre un anno (il 7 luglio pare essere il giorno giusto per il via libera). […]
GIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN
Ma a Bruxelles non piace l'idea che il "controllato" diventi il "controllore", discorso che vale a maggior ragione per la gestione dei fondi europei. L'immigrazione, il tema che preoccupa di più il governo, compare nella casella "partenariati internazionali e cooperazione" […] Nel capitolo "secondo livello di priorità" compaiono i portafogli bilancio («particolarmente interessante se associato alla delega sul Personale»), affari economici e monetari e agricoltura. I diplomatici sconsigliano di dare battaglia per ottenere un posto nell'industria della Difesa («rischia di essere una figura di seconda classe rispetto all'alto rappresentante per la politica estera») o nel portafoglio Salute e consumatori (dove pure si dovranno regolare strumenti come il Nutriscore, contro il quale la destra ha fatto una lunga campagna).
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