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ALLA FINE GIORGIA DEVE CEDERE A FORZA ITALIA SULLA GIUSTIZIA – NEL PROSSIMO CONSIGLIO DEI MINISTRI SARÀ APPROVATO IL DISEGNO DI LEGGE SULLA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE TRA GIUDICI E PM, VECCHIO CAVALLO DI BATTAGLIA DI BERLUSCONI – MELONI AVREBBE VOLUTO RIMANDARE LA RIFORMA CHE RIACCENDERÀ LO SCONTRO CON LE TOGHE. MA I FORZISTI PRETENDONO UNA BANDIERA DA SVENTOLARE PER LE EUROPEE, MENTRE FDI HA IL PREMIERATO E LA LEGA L'AUTONOMIA...

Estratto dell’articolo di Ilario Lombardo per “La Stampa”

 

giorgia meloni antonio tajani

Restava da accontentare Forza Italia. Se non sarà oggi, come inizialmente era stato preannunciato ai leader dei partiti di maggioranza, sarà il prossimo Cdm a licenziare il disegno di legge costituzionale sulla separazione delle carriere. Uno dei grandi progetti di Silvio Berlusconi, una sfida del secolo per gli azzurri, presente nel programma anche di Giorgia Meloni.

 

Era il tassello mancante di un accordo elettorale a tre, che prevede per ogni partito della coalizione una riforma di bandiera pronta da spendere prima del voto delle Europee, l'8 e il 9 giugno. Il premierato caro a Fratelli d'Italia è ben incardinato in Senato e dovrebbe ricevere l'approvazione in prima lettura entro un mese.

 

giorgia meloni carlo nordio.

Obiettivo già raggiunto per l'Autonomia, la legge madre per la Lega di Matteo Salvini, ora in discussione alla Camera, dopo l'ok di Palazzo Madama. Lo scambio doveva concludersi con il via libera del governo alla separazione tra magistratura inquirente e giudicante, cara a Forza Italia.

 

Una riforma che accenderà un altro fronte con le toghe, e che proprio per questo motivo la premier avrebbe preferito frenare, rinviandone la discussione il più a lungo possibile. La scorsa estate parlò di obiettivo di legislatura. Poi, a metà marzo, dopo un lungo confronto con il ministro della Giustizia Carlo Nordio e con il leader di Forza Italia Antonio Tajani, Meloni ha ceduto alla richiesta di avviare la norma prima dell'avvio della campagna elettorale.

 

matteo salvini giorgia meloni. antonio tajani 2

[...] È quello che chiede in cambio Tajani, per placare la consistente componente meridionale degli azzurri, guidata dal governatore calabrese Roberto Occhiuto, contrarissimo all'Autonomia. È un gioco di pegni da pagare reciprocamente, per arrivare integri fino alle elezioni.

 

Meloni conta su tempi che si prevedono lunghi, perché per separare i percorsi dei pubblici ministeri da una parte, e dei giudici di corti e tribunali, dall'altra, serve un disegno di legge costituzionale. Ma la premier sa che inevitabilmente ci sarà comunque una nuova rivolta delle toghe su un provvedimento che una parte significativa della categoria considera la prova definitiva della volontà di assoggettamento definitivo al potere politico e al governo.

 

MAGISTRATI

Secondo la corrente Magistratura democratica è una riforma «contraria ai principi affermati in ambito europeo che incoraggiano l'autonomia del pubblico ministero come presupposto dell'indipendenza di tutto il potere giudiziario».

 

Se venisse approvata, pm e giudici non seguirebbero più la stessa carriera e non sarebbero soggetti più allo stesso concorso. Una norma di buon senso per i suoi sostenitori largamente rappresentati in questo Parlamento, che ricordano come anche Giovanni Falcone fosse favorevole a introdurla.

 

Una importante limitazione al passaggio da una funzione all'altra era stata già introdotta nel 2022 dalla riforma di Marta Cartabia, ex Guardasigilli del governo di Mario Draghi. La destra, spalleggiata dai centristi, vuole fare un passo ulteriore, molto più radicale, eliminando l'appartenenza a un unico ordine giudiziario, nella convinzione che la realtà attuale rende meno paritarie le parti del processo – pm, cioè l'accusa, e l'avvocato – davanti al giudice.

 

MAGISTRATI

Per l'associazione dei magistrati è il colpo finale al lavoro delle toghe dopo la stretta sulle indagini, il test attitudinale e la cancellazione di reati come l'abuso d'ufficio e il traffico di influenze. Capitoli di un disegno complessivo che il ministro Nordio sta portando avanti senza lasciare margini alle opposizioni contrarie. [...]

giorgia meloni antonio tajani in senato

GIORGIA MELONI CARLO NORDIO