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GIORGIA MELONI, FOLGORATA SULLA VIA DI BERLINO – LA PREMIER E IL CANCELLIERE TEDESCO, FRIEDRICH MERZ, SONO DALLA STESSA PARTE SU QUASI TUTTI I DOSSIER: MIGRANTI, POLITICA INTERNAZIONALE E SOPRATTUTTO SUI DAZI (ENTRAMBI PRESSANO PER LA LINEA MORBIDA CON TRUMP) – PER LA STATISTA DI COLLE OPPIO MERZ, POPOLARE MA PENDENTE A DESTRA, È LA MIGLIORE CHANCE DI AVVICINARSI AL PPE E ABBANDONARE I VECCHI ARNESI DELL’ESTREMA DESTRA EURO-PUZZONA…

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Estratto dell’articolo di Roberto Gressi per il "Corriere della Sera"

 

friedrich merz e giorgia meloni foto lapresse.

Uno è un gigante di quasi due metri, tipo Crosetto. Anni 69, come si dice, ben portati. Se ne è stato un bel po’ di tempo in America, a fare l’avvocato d’affari di successo, ed è restato fuori dalla politica finché c’era Angela Merkel pigliatutto, a cui stava proprio antipatico. Pare sia emotivo, perfino irascibile a volte, istintivo, pratico e sbrigativo.

 

Lei, con i Crosetto ha una gran dimestichezza, pesa le parole, non le mancano gli sfoghi, ma il più delle volte sembrano calcoli taglienti. Lui, che stava già bene di famiglia, negli Stati Uniti è diventato milionario, lei milionaria non è, ma in compenso non ha mai smesso di fare politica dallo svezzamento.

 

friedrich merz giorgia meloni conferenza per la ricostruzione in ucraina foto lapresse

Uno ha il brevetto di pilota e una passione viscerale per il volo, lei, se solo può, gioca a Burraco. E odia perdere, pure quando a sconfiggerla è stato Jannik Sinner, che non era ancora il numero uno del tennis, dopo una maratona notturna di quattro ore.

 

Lei è italiana e si chiama Giorgia Meloni, lui fa il cancelliere in Germania e risponde al nome di Friedrich Merz.

 

E vanno d’accordo, oh se vanno d’accordo. Sull’approccio con Trump, sui dazi, su Ursula von der Leyen, almeno finché lei è d’accordo con loro, sulla serrata a doppia mandata sulle politiche migratorie, contro ogni tentativo di isolamento di Israele, dal no alla sospensione del patto con l’Europa a ogni tipo di sanzione, si incontrano sull’Ucraina, per non parlare poi della transizione ecologica, che certo ci vuole, ma tutti e due vogliono che sia dolce, per scongiurare il rischio di desertificazione industriale.

 

meloni trump g7 canada

[…]  Tanto da far pensare pure: ma siamo proprio sicuri che l’asse continentale tra Popolari e Socialisti sia destinato a continuare per sempre e senza intoppi?

 

Be’, pare non esserci dubbio che un (bel) po’ di visione comune sul futuro dell’Europa ci sia, e non solo sui singoli dossier, a cominciare da quelli economici, visto che Germania e Italia hanno le due manifatture più forti del continente.

 

Perché c’è anche qualcosa di più ad accomunarli: Merz comincia adesso la sua avventura di governo, e ha anni davanti a sé, e pure Meloni sta poco più avanti di metà mandato, senza contare che, al momento, nessun sondaggio la vede soccombente alle prossime elezioni. Mentre invece, guarda un po’, sia Emmanuel Macron che Pedro Sánchez se la giocano sul filo.

 

ursula von der leyen giorgia meloni conferenza sulla ricostruzione dell ucraina foto lapresse

[…] Si sono visti a palazzo Chigi, si sono telefonati, hanno trovato modo di far sapere a Macron per vie neanche tanto traverse che non amano i personalismi che «minano l’unità dell’Occidente». Si fidano pure così così del modo di trattare di Ursula, perché, è il pensiero della premier, con Trump è inutile perdersi in dettagli, bisogna invece andare al sodo e in fretta, come ha fatto Keir Starmer.

 

Senza illudersi, perché un patto a saldo zero gli Usa non lo accetteranno mai, e il 10 per cento, anche non reciproco, andrebbe più che bene. Tutti e due, il tedesco e l’italiana, hanno da difendere le auto, l’alluminio, l’acciaio. Soprattutto l’Italia produce acciaio di alta qualità, che all’America serve come il pane, e se per continuare a venderglielo bisogna comprare un po’ di gas, eccoci, siamo pronti.

 

friedrich merz con giorgia meloni al g7 in canada

Insieme sui migranti, con Merz che apre anche alla soluzione modello Albania e che vuole far dimenticare lo scivolone del voto insieme ad Afd senza rinunciare a blindare le frontiere. E se Meloni dice che i salvataggi li fa la Guardia costiera, Merz taglia le sovvenzioni alle ong.

 

In Germania c’è un coro unanime. Süddeutsche Zeitung : Merz tende la mano a Meloni. Der Spiegel : tra i due c’è un’intesa strategica in chiave transatlantica. […] Fino allo scivolone di Bild , che sì usa per Meloni parole alate: Meloni è già considerata da molti il capo segreto dell’Europa. Ma poi non si tiene: «All’improvviso l’Italia sembra essere molto di più di una semplice meta turistica baciata dal sole, con pizza e pasta, mare e moda e caos politico». Ha dimenticato solo mafia e mandolino.

friedrich merz e giorgia meloni foto lapresse

 

friedrich merz e giorgia meloni foto lapresse

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