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A MENO DI DUE ANNI DALLE PROSSIME ELEZIONI POLITICHE, L’OPPOSIZIONE È LACERATA E SENZA LEADER – LE UNICHE “NOVITÀ” ALL’ORIZZONTE, CHE POTREBBERO IMPENSIERIRE LA “THATCHER DELLA GARBATELLA”, SONO LA POSSIBILE DISCESA IN CAMPO DI PIER SILVIO BERLUSCONI E LE AMBIZIONI NAZIONALI DI SILVIA SALIS, LA SINDACA DI GENOVA DIVENTATA LA NUOVA MADONNINA DELLA SINISTRA – CON UNA TALE PENURIA DI VOLTI, LA DUCETTA DORME TRANQUILLA. A MENO CHE NON MONTI LA RABBIA DEGLI ITALIANI, IMPOVERITI DAI SALARI DA FAME E SENZA SOLDI PER LE VACANZE...
Estratto dell’articolo di Federico Geremicca per “la Stampa”
[…] In tre anni, nulla praticamente è cambiato: né a destra e neppure a sinistra (fatto salvo l'avvento di Elly Schlein, su cui torneremo).
Ma se nella metà campo dei vincitori ciò è comprensibile (e dettato da rapporti di forza immutati e imbarazzanti) dall'altro lato, il perdurante "caos immobile" che si è imposto il centrosinistra è sempre più inspiegabile.
Gli unici due colpi di scena che hanno agitato il chimerico "campo largo", sono stati infatti determinati da iniziative esterne: intendiamo la vittoria di Elly Schlein nelle primarie Pd di inizio 2023 ed il "regolamento di conti" imposto a Conte da Beppe Grillo (con l'ex premier che ha poi assunto i pieni poteri).
PIER SILVIO BERLUSCONI - PRESENTAZIONE PALINSESTI MEDIASET
Lo stato maggiore Pd e gli iscritti - occorre ricordarlo - avevano scelto Bonaccini e la continuità: solo l'esasperazione di simpatizzanti ed elettori aveva cambiato l'esito della sfida. Quanto a Conte, avrebbe volentieri continuato a vivacchiare: ma la sfida lanciatagli era davvero ineludibile. Ed ha fruttato un buon bottino...
In questi giorni, le acque stagnanti del centrosinistra sono appena increspate dalle solite polemiche che accompagnano ogni tipo di consultazione: e figurarsi dunque le imminenti regionali, interessanti perché possono somigliare ad una sorta di elezioni di midterm per la premier in carica...
Ma commentati i risultati, ci si ritroverà nel 2026: anno di vigilia delle elezioni politiche generali. E a quel punto, nulla sarà più scontato: sia di qua che di là.
[…] Le elezioni non sono domani: non è ancora tempo di caccia, ma i predatori lanciano avvertimenti e si preparano. I più famelici restano sul fondo. Ma altri […] non disdegnano qualche salto fuor d'acqua, per ricordare che le acque non resteranno sempre chete. E che onde, gorghi e mulinelli potrebbero accompagnare la mossa regina di ogni elezione politica: la scelta del candidato premier.
A proposito di chi è sicuro della propria forza, qualcuno ha sorriso e qualcun'altra si è magari preoccupata per la stramba maniera scelta da Pier Silvio Berlusconi - un mesetto fa - per ricordare la sua età: «Io ho 56 anni - ha annotato - mio padre è entrato in politica a 58... Oggi non penso alla politica. Guardando al futuro non lo escludo, ma come non escludo tante altre cose nella mia vita».
Dunque: tra due anni si vota e tra due anni Pier Silvio avrà la stessa età di papà Silvio quando scese in campo e rivoluzionò la politica italiana.
Il capo di Mediaset compie gli anni ad aprile (mese elettorale per definizione) ed è singolare che, invece di anticipare semplicemente dove festeggerà il compleanno, abbia messo in piedi un tale arzigogolo.
Un luccichio? Un avvertimento? Così come è singolare (inesperienza?) il modo col quale Silvia Salis, neo-sindaca di Genova per il centrosinistra, ha reagito al sasso tirato nell'acqua stagnante: ma lei farebbe la candidata-premier?
giuseppe conte elly schlein genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
«Sono sindaca da poco più di 40 giorni, adesso lavoro per Genova... Tra cinque anni si vedrà».
Non solo: «Capisco che ci sia un tema di leadership... a sinistra spesso c'è la corsa alla differenziazione: ma bisogna superare questo male, identificare una persona che possa vincere e riconoscerla come leader». A Elly Schlein saranno fischiate le orecchie. Ed a Giuseppe Conte anche.
Nulla è mai certo in materia di leadership. A destra come ha sinistra. Dopodiché, il centrosinistra ha un altro problema e farebbe male a sottovalutarlo: il tipo di campagna elettorale da fare.
ursula von der leyen giorgia meloni conferenza sulla ricostruzione dell ucraina. foto lapresse
Riproporre la linea «fermiamo il fascismo», naufragata nel 2022, sarebbe grottesco: soprattutto perché quasi nulla di quel che era stato predetto è accaduto.
Avendo andreottianamente deciso che è «meglio tirare a campare che tirare le cuoia», la premier ha fatto poco o nulla di quanto promesso: né blocchi navali, né flat tax e neppure guerra aperta agli «strozzini di Bruxelles».
Navigazione tranquilla sottobraccio alla Von der Leyen. I risultati non possono essere definiti catastrofici. E sarebbe bene il centrosinistra ne tenesse conto, invece di caricare di nuovo a testa bassa un drappo per altro nero.
giuseppe conte elly schlein genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
SILVIA SALIS CON MATTEO RENZI
PIER SILVIO BERLUSCONI - PRESENTAZIONE PALINSESTI MEDIASET
silvia salis selfie dopo la vittoria
silvia salis
marco bucci e silvia salis
elly schlein giuseppe conte genova, manifestazione per le dimissioni di giovanni toti
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