ANCHE GIORGIA MELONI OGNI TANTO NE DICE UNA GIUSTA – QUANDO LA DUCETTA SOSTIENE CHE “QUEST’ANNO È STATO TOSTO, MA IL PROSSIMO SARÀ PEGGIO”, SA CHE NON È SOLO UNA BATTUTA  – MARCELLO SORGI: “LIQUIDATA LA SESSIONE DI BILANCIO, LA PRIMA SCADENZA CHE IL GOVERNO DOVREBBE FISSARE È LA DATA DEL REFERENDUM SULLA GIUSTIZIA. IL RISULTATO È DESTINATO A RIFLETTERSI SUL CONFRONTO SULLA LEGGE ELETTORALE, CHE POTREBBE ESSERE PIÙ DIFFICILE CON UN'OPPOSIZIONE SCONFITTA” – “QUANTO AGLI ALLEATI DI CENTRODESTRA, QUELLA CHE APPARIREBBE COME L'ENNESIMA VITTORIA DELLA PREMIER, ALLA FINE POTREBBE CONDIZIONARE L'APPUNTAMENTO DELLE ELEZIONI POLITICHE DELLA PRIMAVERA DEL 2027: RIDUCENDO LO SPAZIO ELETTORALE PER FORZA ITALIA E CARROCCIO. ANCHE QUESTA UN'INCOGNITA DA NON SOTTOVALUTARE...”

Estratto dell'articolo di Marcello Sorgi per “La Stampa”

giorgia meloni

Ma cosa intendeva dire Meloni, quando ai parlamentari di Fratelli d'Italia riuniti per i saluti di fine anno ha detto che «quest'anno è stato tosto, ma il prossimo sarà peggio»? E soprattutto, faceva sul serio [...]?

Ai deputati  [...] qualche dubbio [...] dev'essere rimasto. Sia agli ottimisti, quelli che pensano che "Giorgia" se la caverà come ha sempre fatto, sia ai pessimisti, che considerano un miracolo aver superato la boa dei tre anni di governo.

[...]  Così ritengono che le insidie maggiori vengano dal fronte estero [...]. Cercano di non perdere di vista il quadro economico [...]. Non temono più di tanto, malgrado le bizze della Lega sulle pensioni, che lo stato dei rapporti nella maggioranza possa davvero deteriorarsi, fino a materializzare il rischio di una crisi nell'anno preelettorale.

Ma a Palazzo Chigi si ragiona in termini diversi, calendario alla mano. Liquidata la sessione di bilancio, la prima scadenza, che il governo dovrebbe fissare proprio in questi giorni, è la data del referendum sulla giustizia.

GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI - CAMERA DEI DEPUTATI - FOTO LAPRESSE

I sondaggi sono favorevoli al "sì" e di qui l'urgenza di avvicinare il più possibile l'apertura delle urne. Il risultato del voto referendario, Meloni è la prima a saperlo, è destinato a riflettersi sul confronto sulla legge elettorale, che paradossalmente potrebbe essere più difficile con un'opposizione sconfitta, e in maggiori difficoltà nella costruzione della coalizione.

Quanto agli alleati di centrodestra, quella che apparirebbe come l'ennesima vittoria della premier, alla fine potrebbe condizionare l'appuntamento delle elezioni politiche della primavera del 2027: riducendo lo spazio elettorale per Forza Italia e Carroccio. Anche questa un'incognita da non sottovalutare.

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