TONY EFFE VIA DAL CONCERTO DI CAPODANNO A ROMA PER I TESTI “VIOLENTI E MISOGINI”? MA ANDATE A…
Estratto dell’articolo di Lorenzo De Cicco per “la Repubblica”
INAUGURAZIONE DI NOTRE DAME - DONALD TRUMP E GIORGIA MELONI
Obiettivo: agganciare Donald Trump. Al costo di scontentare la figlia Ginevra, che è « very angry with me », molto arrabbiata con me, come confida Giorgia Meloni alla première dame , Brigitte Macron, mentre i fotografi la bersagliano di flash, davanti al portone di Notre-Dame, accanto al presidente francese in cappotto scuro.
Durante la cerimonia sotto la guglia, Meloni e il presidente eletto degli Usa non s’incrociano nemmeno. Lei è in terza fila. In prima, a rappresentare l’Italia, c’è il capo dello Stato, Sergio Mattarella, accompagnato dalla figlia Laura, seduta accanto a Volodymyr Zelensky. È lui, Mattarella, dopo l’abbraccio con Macron, a stringere la mano e conversare rapidamente col tycoon che tra meno di un mese e mezzo tornerà da plenipotenziario alla Casa Bianca. Meloni osserva, da lontano.
INAUGURAZIONE DI NOTRE DAME - ZELENSKY - MACRON - TRUMP
A tratti le telecamere la riprendono, sullo sfondo, mentre cerca con lo sguardo Trump. Che non la nota, anche quando si volta per salutare due invitati seduti alle sue spalle. In quel momento però le diplomazie sono già al lavoro per organizzare il tête-à-tête. Anche rapido, purché si faccia. Meloni è qui per questo. E all’ultimo, dopo la cena di gala all’Eliseo, la presidente del Consiglio riesce a centrare il bersaglio: strappa il colloquio con Trump. Stretta di mano. Sorrisoni.
emmanuel macron donald trump brigitte macron
Un bilaterale in forma «privata», in cui la premier può complimentarsi, di nuovo, col magnate per la vittoria del 5 novembre scorso e lui, il presidente eletto, può invitarla all’insediamento del 20 gennaio prossimo in Campidoglio. Appuntamento a cui Meloni, giurano i colonnelli di FdI che fanno la spola con Washington, «sicuramente» parteciperà (del resto pure Matteo Salvini briga per esserci).
A Parigi, sulle prime, Meloni non sarebbe voluta andare. La trasferta non è stata in agenda fino alla tarda serata di venerdì. Decisione presa all’ultimo, dunque. Ma la stretta di mano con Trump serviva alla premier per accreditare la narrazione che lei, leader dei Conservatori Ue (anche se ancora per poco: a gennaio dovrebbe lasciare il timone), può fare da ponte tra la nuova amministrazione a stelle e strisce e l’Unione europea.
volodymyr zelensky emmanuel macron donald trump
Anche sfruttando il canale diretto con Elon Musk, anche lui presente nella cattedrale. A Parigi poi manca la presidente della Commissione, Ursula von der Leyen, di ritorno dal Sudamerica col contestato accordo sul Mercosur. E mancano, nella cattedrale della Ville Lumière , molti capi di governo del Vecchio continente. L’unico che può oscurare la tattica italiana è Macron, che prima di celebrare la ricostruzione di Notre-Dame riesce a far accomodare, fianco a fianco, Zelensky e Trump. Quasi offrendosi lui come mediatore tra l’Europa e il prossimo presidente Usa.
donald trump emmanuel macron volodymyr zelensky
Una tesi che difficilmente Meloni potrebbe avvalorare, vista la crisi politica che attraversa la Francia e la debolezza del presidente […] Meloni non vuole finire relegata ai margini. Non vuole giocare da comprimaria. Per questo ha sentito Zelensky l’altro ieri, alla vigilia del vertice parigino. E per questo ha insistito per ottenere un faccia a faccia con Trump, poco dopo Macron, che pure ieri giocava da padrone di casa. Più del merito dello scambio con Trump, contava il segnale politico: mostrare che il rapporto tra i due, pur sfilacciato dopo due anni di cordialità tra Meloni e Joe Biden, non è danneggiato.
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