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Francesco Olivo per “la Stampa”
Un' infanta sul banco degli imputati. Dopo anni di indagini, scoop, abdicazioni e incoronazioni, per la monarchia spagnola è arrivato il giorno più duro. Donna Cristina di Borbone, figlia di Juan Carlos e sorella del re Filippo II dovrà comparire stamattina alla prima udienza del processo sul cosiddetto caso Noos.
Un' umiliazione per la casa regnante e in fondo un segno inequivocabile che «la giustizia è uguale per tutti», come scandì Juan Carlos in un famoso discorso alla nazione.
Al di là degli aspetti penali, le imputazioni per Cristina sono tutto sommato lievi rispetto a quelle del marito, l' attesa mediatica è enorme.
Le udienze si celebreranno a Palma di Maiorca, un tempo il ducato dei coniugi (il titolo è stato revocato dal re nel giugno scorso) e soprattutto uno dei teatri delle presunte malefatte di Iñaki Urdangarin e soci ai danni delle casse pubbliche.
Impatto mediatico
Il richiamo è tale che per svolgere il processo il tribunale delle Isole Baleari ha dovuto farsi prestare una sede normalmente adibita ai corsi di formazione, in una zona industriale: davanti ai capannoni della periferia di Palma si presenteranno più di mille giornalisti, duecento poliziotti, la scorta privata della casa reale e anche i manifestanti repubblicani che hanno affisso manifesti (piuttosto offensivi) per tutta l' isola.
Cristina arriverà verso le nove del mattino, (mano nella mano con il marito? Si chiedono i rotocalchi, sospesi tra cronaca giudiziaria e gossip), siederà in ultima fila, lontano da Urdangarin e a due metri appena dalla zona riservata alla stampa.
A giudicarla saranno tre donne, dopo che un giudice, Juan Pedro Yllanes, si è dimesso, per candidarsi alle elezioni nelle liste di Podemos. Il Paese ha già condannato Urdangarin, il dilemma resta su di lei: è parte dello scandalo o è soltanto una donna innamorata dell' uomo sbagliato?
Le accuse
Il processo punta a stabilire la verità sui finanziamenti ricevuti dall' istituto Noos, formalmente un' organizzazione no profit gestita dal marito dell' infanta Urdangarin con un ex socio Diego Torres. Secondo l' accusa, spendendo il nome della Casa Reale di Spagna i due si facevano finanziare illecitamente con soldi pubblici eventi e congressi, organizzati con costi esorbitanti.
Oltre 6,2 milioni di euro sarebbero passati dalle casse pubbliche e quelle di una serie di società, alcune dei quali con sede in paradisi fiscali. Più della metà di questi incassi, 4,5 milioni, non sarebbero giustificati. Cristina di Borbone è accusata di frode fiscale proprio per essere l' intestataria di una di queste società, la Aizoon.
Urdangarin rischia molto più della moglie: per lui sono stati chiesti 19 anni e mezzo di reclusione, per almeno 5 reati. Leggermente più lieve la richiesta di pena per il socio Torres: 16 anni e 6 mesi. Gli altri imputati eccellenti sono l' ex presidente della Regione Baleari Jaume Matas (già finito in carcere), l' ex olimpionico di vela Pepote Ballestrer, grande amico dei duchi e l' ex vicesindaco di Valencia Alfonso Grau.
CRISTINA DI BORBONE INFANTA DI SPAGNA DEPONE IN TRIBUNALE
Le incognite sono tante, alla Zarzuela (la residenza dei reali a Madrid) si teme che le difese degli imputati vogliano sottolineare un ruolo dei Borbone in queste trame. Diego Torres, già amico intimo di Urdangarin, ha minacciato la bomba ieri notte in un' intervista tv: «Di cose da dire ne ho tante, spero me lo consentano».
CRISTINA DI BORBONE INFANTA DI SPAGNA DEPONE IN TRIBUNALE
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