FLASH! - LA DISCESA IN CAMPO DEL PARTITO DI VANNACCI E' UNA PESSIMA NOTIZIA NON SOLO PER SALVINI,…
Amedeo La Mattina per “La Stampa”
Rapporti ai minimi termini tra Giorgia Meloni e Matteo Salvini. A mettere zizzania tra i due si ci mette pure il premier ungherese Viktor Orbán. La leader di FdI sostiene che i rapporti con la Lega sono «in una fase di assestamento». Del resto sono due partiti che hanno scelto una collocazione diversa, il Carroccio al governo, FdI all' opposizione.
Ma il gelo c' è. È caduta nel vuoto la proposta di Meloni di un coordinamento politico più stretto, un intergruppo per sostenere proposte comuni: «Potrebbe aiutare a rafforzare le idee del centrodestra all' interno del governo». Ma Salvini non ha voglia di sentirsi dire dagli occasionali compagni di viaggio nel governo Draghi di voler stare con un piede dentro e uno fuori. Giorgia lo incalza con le proposte che sono state i cavalli di battaglia del centrodestra come la cancellazione del cashback, le riaperture, i ristori che devono essere quanto più possibili dei veri indennizzi.
ORBAN SI FA INOCULARE IL VACCINO CINESE
Matteo tira dritto e si sta battendo in tutti i modi per tener fede alle promesse fatte ai sui elettori, soprattutto alle partite Iva, ai piccoli imprenditori, agli italiani con le cartelle esattoriali da pagare. «E non si tratta - spiega ai suoi - di rincorrere Fratelli d' Italia. Non si può chiedere agli italiani di stare a casa e chiudere i negozi e poi andare a riscuotere le cartelle esattoriali molte delle quali non sono più esigibili». Salvini è convinto che la Lega uscirà vincente di questa esperienza di governo, rimarrà il primo partito in Italia e del centrodestra. E non ha tempo da dedicare ad altre questioni, al collocamento europeo, compresa l' intenzione del premier ungherese Orbán di volerlo incontrare insieme al primo ministro polacco, Mateusz Morawiecki, per discutere la creazione di un nuovo partito nazionalista nell' Unione europea. Ma il leader della Lega risponde con il mantra di essere impegnato «più concretamente di vaccini e di rimborsi alle imprese italiane».
Di quello che accadrà in Europa intende parlare più avanti. Eppure era stato lui stesso a chiedere ad Orbán di lavorare alla nascita di un nuovo gruppo all' Europarlamento dopo l' uscita del partito di Orbán (Fidesz) dal Ppe.
In quel caso Meloni aveva smentito l' eventuale coinvolgimento dei polacchi che stanno con lei nei Conservatori europei, gruppo che lei presiede. Proprio con i polacchi Meloni guida il gruppo di Strasburgo con una presidenza paritaria. Insomma, Salvini deve sempre passare da Meloni. E anche Orbán. Questa è l' antifona che filtra dal suo partito. «Una casa delle destre di governo e dei conservatori c' è già ed è l' Ecr, aperto a chiunque voglia condividere questi valori. Siccome è una casa su cui abbiamo investito tanto non abbiamo intenzione di smontarla».
Le spine sono tante. Niente intergruppo di centrodestra ma in compenso la Lega un "intergruppo" per spingere sulle infrastrutture e sul Ponte di Messina lo ha fatto con Forza Italia e Italia Viva.
Perimetro di maggioranza.
L' altra spina sono le candidature dei sindaci. In particolare sulla scelta a Roma. Lega e Forza Italia puntano su Bertolaso. FdI ha un altro candidato civico, Andrea Abodi, presidente del Credito sportivo. «È un nome poco conosciuto, rischia di non arrivare al ballottaggio», spiegano i leghisti. E poi, dice affilato Salvini, «chi ha detto no a Bertolaso su Roma proponga altro, non basta dire di no. Mi riferisco a Fratelli d' Italia».
Una risposta che ha molto irritato Meloni, che da giorni chiede un vertice del centrodestra. Un appello caduto nel vuoto. «Basta mezz' ora per chiudere sulle candidature», afferma Meloni. E ricorda a Salvini che le ipotesi in campo sono due: Bertolaso e Abodi. Per Fdi non basta pensare alla corsa per il Campidoglio: le scelte devono riguardare tutte le città che vanno al voto e la corsa per la presidenza della Calabria.
GUIDO BERTOLASO salvini meloni
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