DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
Giancarlo Perna per “Libero quotidiano”
«Annota il nome: Mariarosaria Rossi», mi disse cinque anni fa un politico e aggiunse: «Farà strada». «La neodeputata Pdl?», feci io che nulla sapevo di lei, salvo averla scorsa nell’elenco delle puledre berlusconiane della XVI legislatura (2008). «Ora è un’operaia ma diventerà ape regina e signoreggerà il Grande Fuco», rispose l’altro con tono oracolare e mi raccontò la sua visita ad Arcore per un caffè. Dopo i preamboli, l’allora premier lo portò nel giardino di Villa San Martino e sedettero sotto un albero. Sullo sfondo, l’ospite vide un gruppo di figure femminili in veli bianchi, intente nelle danze come ninfe boscarecce. Il canto degli uccelli riempiva l’aria.
A un tratto, una delle fanciulle corse verso di loro sulla punta dei piedi facendo svolazzare l’abito di tulle. Il politico notò il mirabile decolté della sopravveniente. «Certamente il suo punto forte», osservò. Poi Mariarosaria Rossi, poiché di lei si trattava, si rannicchiò sulle ginocchia di Silvio Berlusconi e presero a coccolarsi. «Coccole eleganti», ha precisato il testimone. «Pensavo», aggiunse, «di doverli lasciare soli. Ma tutto era così naturale e il Cav si abbandonava con tanto spontaneo piacere a quelle ingenue affettuosità che restai pensando che avevo il privilegio di assistere all’inizio di una strepitosa carriera».
Mariarosaria, che pur nella sua grazia, non è la più bella del reame, ha sempre avuto il potere di colpire il Cav in profondità. Era poco più di una militante quando lo incontrò la prima volta nel 2008, all’età di trentasei anni. Fu a una festa elettorale del Pdl, alla periferia di Roma. Incombevano le politiche e bisognava fare propaganda, facendo leva sulla presenza del leader.
Lei era consigliere circoscrizionale di Cinecittà, carica conquistata due anni prima tappezzando sistematicamente le mura del quartiere col suo viso. Capelli biondi sciolti, profonde occhiaie, sguardo boopide come Giunone. Un’espressione quasi spirituale, senza accenno alla sottostante prorompenza del seno, che le procurò i voti delle beghine e il primo soprannome: Madonnina di Cinecittà. La Madonnina è in realtà fiera del suo busto e lo evoca spesso nelle interviste.
«Il mistero - disse in una di queste - è scoprire quanto porto di reggiseno» e aggiunse maliziosa: «Ma il mio lato B è anche migliore». Si aprì un dibattito su quale lato preferire. Berlusconi lo chiuse salomonicamente: «Mariarosaria è una presenza anticongiunturale». Ossia, florida in ogni sua parte, all’opposto della congiuntura. Chiusa parentesi. Dunque, mentre Rossi trafficava a uno dei banchetti della festa preelettorale, il Cav venuto in visita la scorse e la fissò. Ella arrossì come Audrey Hepburn davanti a Gregory Peck in «Vacanze romane».
Compiaciuto, il Cav la premiò con un casto bacio e, seduta stante, la candidò per la Camera nelle imminenti elezioni. Fu la svolta: la mattina si era svegliata anatroccolo, la sera era già cigno. Rossi intuì che invece di arrabattarsi da sola, poteva conquistare il mondo appollaiandosi sull’ala del Cav. Da allora, si mise sulla sua scia, lo circondò di premure e gli entrò in casa. Ecco le tappe della carriera.
Per farsi mettere in lista alla Camera ebbe qualche difficoltà. Rossi, che è di Piedimonte Matese sull’Appenino casertano, desiderava un seggio campano. Ma incappò nell’ostilità dei capataz locali - da Nicola Cosentino a Mario Landolfi - che, snob e gonfi di sé, non volevano saperne di una nuova venuta senza storia. Così, fu affidata alle cure dei romani e trovò nel Lazio il suo seggio. Il Berlusca, uomo insonne, si dava alla vita pubblica fino alle dieci di sera. Poi si ritirava in quella privata, nella quale inserì gradatamente Mariarosaria. La utilizzò dapprima come spalla per le sue barzellette.
BERLUSCONI E PASCALE CON MARIAROSARIA ROSSI DA BA GHETTO
A un matrimonio, con Silvio convitato d’onore, fu vista mimare una donna che trascinava l’anca, in preparazione di una battuta scollacciata. Successivamente, fu introdotta nelle cene bunga bunga. Rossi si assunse l’onere di organizzare le serate di Berlusconi nel Castello di Tor Crescenza, due passi da Roma, all’epoca in cui - estate 2010 - il premier, oberato dagli impegni di Stato, fu inchiodato nella Capitale.
La stampa la ribattezzò «Capessa delle crescentine», ossia delle belle castellane che attorniavano il capo del governo. L’anno successivo - quello di tregenda in cui il Cav fu costretto a lasciare Palazzo Chigi - Mariarosaria si conquistò il nuovo nomignolo di «Capessa delle orfanelle», cioè delle pie donne che, in pianto e gramaglie, lenivano i comprensibili malumori del defenestrato. Rossi era perciò già nella cerchia stretta del Berlusca quando, con l’avvento della napoletana Francesca Pascale, gli entrò addirittura in casa. Francesca divenne la fidanzata, Mariarosaria la badante.
Da allora, Silvio è ininterrottamente affiancato dall’una o dall’altra, «le due campane» (da Campania) come le chiamano. Vivono in simbiosi ad Arcore o a Palazzo Grazioli. Pascale ha riorganizzato la casa, riducendo il personale e altri sprechi; Rossi ha preso in mano il partito assumendo l’amministrazione straordinaria in luogo di Sandro Bondi e il ruolo di tesoriere. Hanno blindato il Cav che si affida a loro su tutto, in una promiscuità esistenziale simile a quella tra il re del pop Michael Jackson e la sua corte.
L’unico che abbia accesso alla setta, facendone parte, è Giovanni Toti. Ricorderete che Toti ci divenne noto per la foto che lo ritraeva in accappatoio bianco insieme al Berlusca sul terrazzo di Villa Paradiso, beauty farm sul Lago di Garda. Al relax lacustre presero parte anche Francesca e Mariarosaria. Al baldo Toti e Mariarosaria fu addirittura attribuito un improbabile flirt.
Toti è sposatissimo e Rossi, sia pure separata, è in rapporti affettuosi con l’ex marito e molto impegnata come mamma di un giovanotto sedicenne. Per tacere che, da quando si è autoproclamata vigilatrice del Cav, non ha vita propria. Gli sta infatti continuamente dietro, con la mano protesa, come se il Berlusca fosse sempre lì per ruzzolare. Per non lasciarlo un attimo, nell’attuale legislatura è passata con lui al Senato. Poi, una volta cacciato il Cav da Palazzo Madama, non si è più fatta vedere nemmeno lei. La diaria le è accreditata direttamente in banca.
la festa di tor crescenza da CHI
La quarantatreenne Mariarosaria è cresciuta tra i pascoli matesi in una famiglia beniamina del Ministero delle Finanze: mamma impiegata dell’Agenzia delle Entrate, babbo titolare di un deposito di monopoli di Stato (sali e tabacchi). Al paese la ricordano per il talento nel ballo, tanto che, preso il diploma all’Istituto tecnico commerciale, la ragazza scappò a Roma dove divenne animatrice di discoteche.
mariarosaria rossi 14mariarosaria rossi 13la festa di tor crescenza da CHI la festa di tor crescenza da CHI mariarosaria rossi 15maria rosaria rossi e la testa di verdiniMARIA ROSARIA ROSSI CUOCAmariarosaria rossi 11FOTO DA CHI ESCURSIONE SUL QUAD PER ELISABETTA GREGORACI E MARIA ROSARIA ROSSI FOTO DA CHI MAURIZIO VANADIA ELISABETTA GREGORACI FLAVIO BRIATORE MARIA ROSARIA ROSSI mariarosaria rossi 12
Attratta dagli uomini fatti, ne sposò uno di trent’anni più anziano, Antonio Persici, titolare di una notevole azienda di recupero crediti, la Euro Service Group. Oltre al figlio, Persici le ha dato il gusto degli affari, indirizzandola verso i call center di cui è oggi imprenditrice. Ottimo per sbarcare il lunario quando la pacchia sarà finita.
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