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“NON FAREMO SCONTI A NESSUNO, SULLE INDAGINI SI VADA DRITTO, SIAMO NOI A VOLER FARE CHIAREZZA” – IL MINISTRO DELLA CULTURA ALESSANDRO GIULI, FISCHIATO ALLA FESTA DEL "FATTO", CHIEDE ALLA FINANZA DI FARE TUTTE LE VERIFICHE NECESSARIE SUL BUBBONE CINECITTA’ MA DIFENDE MANUELA CACCIAMANI (CARA AD ARIANNA MELONI): “NON CREDO AL SUO CONFLITTO D’INTERESSI” (SOTTO LA LENTE ‘’ONE MORE PICTURES’’, SRL FONDATA DA CACCIAMANI, DALL’ESTATE DEL 2024 AD DI CINECITTÀ SPA) - SULLO SPOIL SYSTEM DI DESTRA E L'AMICHETTISMO, GIULI SBOTTA: "SIAMO LA GENERAZIONE ATREJU E CE LA VOGLIAMO GIOCARE” - NEL MIRINO DEI PM ANCHE I "PROGETTI SPECIALI": UN FIUME DI DENARO CHE IL MIC FA GESTIRE A CINECITTÀ PER I FESTIVAL MINORI. COME IL FILMING ITALY, ORGANIZZATO DA TIZIANA ROCCA… - VIDEO
Cinema e risorse pubbliche: trasparenza e responsabilità.
Alla Festa del Fatto Quotidiano a Roma, il Ministro della Cultura Alessandro Giuli ha ricordato i numeri della dotazione del fondo cinema, cresciuto da 250 milioni nel 2016 a 696 milioni di euro nel 2024. pic.twitter.com/Vo9SSAAP1A
— Ministero della Cultura (@MiC_Italia) September 15, 2025
Conchita Sannino per repubblica.it - Estratti
Due parole e una linea, forse inevitabile, sul bubbone Cinecittà. “Nessuno sconto”, scandisce il ministro della Cultura Alessandro Giuli, in relazione alle inchieste che da piazzale Clodio sfiorano anche la nuova governance .
“Siamo noi a voler fare chiarezza, siamo stati noi ad aver rafforzato i protocolli con la Guardia di Finanza e a loro ho detto: andate dritti. E se devo essere sincero, dovendo capire e cercare la sporcizia in casa d’altri, mi sento più libero se a casa mia è ben pulito”, ragiona il titolare del Collegio Romano, dal palco del Circo Massimo, ospite della festa del Fatto quotidiano.
alessandro giuli marco bellocchio alla festa del fatto
Tra i vari filoni d’inchiesta in mano alla Procura di Roma c’è infatti quello sulla posizione della amministratrice delegata degli Studios romani, Manuela Cacciamani, ritenuta vicina ad Arianna Meloni, e sui sospetti dei suoi eventuali conflitti di interessi, avendo la manager guidato, fino a poco fa, alcune società di produzione, direttamente o indirettamente in rapporti con Cinecittà.
“Cacciamani è una delle prime sotto osservazione, certo, e per me questo è rassicurante. La si definisce anche qui ‘nome nostro’, per chiarezza l’ha nominata il mio predecessore , ma non mi voglio nascondere, l'avrei nominata comunque . È un'ottima produttrice e un ottimo amministratore”.
Quindi, davvero non c’è nessun timore sui suoi potenziali conflitti di interesse? Il ministro risponde anche a margine, a Repubblica: “Ma conflitti, in che periodo? Non credo proprio ci siano problemi, ora. Anche sul pregresso, immagino e credo di no. Ma ribadisco la serenità nel fare chiarezza a vantaggio di tutti. Gli accertamenti andranno per la loro strada”.
Una linea che, evidentemente - anche dopo lo scandalo degli 800mila euro erogati nel 2024 per il film fantasma di Charlie Kaufmann, il criminale che ha ucciso la sua compagna e la loro bimba a Villa Phamphilij - è stata condivisa con Palazzo Chigi.
Poi Giuli, sollecitato sullo spoil system di destra, l'amichettismo al contrario, e sulle critiche che anche da destra (Veneziani, Cardini) piovono sulla classe dirigente meloniana, sbotta: "A me non frega niente di occupare caselle, al Museo Egizio c'era un'eccellenza, Greco, e l'ho confermato. Vedo che Veneziani e altri vanno giù duro, lì ci sono anche rapporti personali sedimentati, ma ora però fateci mettere alla prova. È la generazione Atreju, sta venendo fuori. Vedo un sacco di assessori alla cultura di FdI che sono preparati , che gestiscono case editrici o scrivono. È la prima volta che sorte, potere, consenso, stanno dalla stessa parte".
Il ministro, all’inizio, fa lo sportivo. Sorridente, giacca di lino ecru e pochette chiara, giocando con la platea che resta freddina sul suo ingresso: “Il clima di rispetto va bene, ma qualche buu ci sta: sennò mi accusano di intelligenza col nemico”. E i buu arriveranno. “Io non ho mai usato espressioni come ‘spazzare via’, fare ‘piazza pulita’, i nostri i loro…” .
MANUELA CACCIAMANI AD ATREJU - FOTO LAPRESSE
La platea rumoreggia: accanto a lui, il patron di Lucky Red Andrea Occhipinti si torce un po’ sulla sedia, il regista Marco Bellocchio immobile. Ma come, gli ricordano, lei aveva detto: “Noi abbiamo tolto l’Unione sovietica da Cinecittà”. E lui, sornione: “Ma io mi riferivo alla desolazione alle lentezze, al clima di abbandono, di un regime in decadenza”. E dal pubblico: questa è una supercazzola.
Giuli torna serio sul tema dei film dallo scarso esito o delle produzioni che esistono solo sulla carta.
‘’Capisco che l’unità di misura del cinema non sia la quantità, ma la qualità. E che ci debba essere una valutazione complessiva - concede - ci sono film che vanno malissimo, ma poi si riprendono sulla piattaforma. Almeno quelli sono film che hanno dato cattiva prova di sé, ma esistono. Ma poi abbiamo visto film inesistenti . Ecco, vi dico una cosa di destra: non si può giocare con i fondi pubblici”
Altro buu, lui va avanti: “L’erogazione del tax credit è stata straordinaria negli ultimi anni, si era arrivati dai 250 milioni fino a 690 milioni. Ma ora ci sarà un rigore implacabile nella rendicontazione. Noi cerchiamo di far buon cinema e di non scassare i fondi pubblici, dobbiamo insieme monitorare e restringere le maglie della potenziale truffa, delle furbizie, degli illeciti.
alessandro giuli 2
alessandro giuli
lucia borgonzoni manuela cacciamani (4)
manuela cacciamani
alessandro giuli
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