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“IL MES VA NEGOZIATO INSIEME A UN PATTO DI STABILITA’ PIU’ FLESSIBILE” - GIULIO SAPELLI SOSTIENE LA LINEA MELONI: “SE SI NEGOZIA TUTTO INSIEME SI RIDUCONO I RISCHI PER LE NAZIONI MENO FORTI COME L’ITALIA ANCHE PERCHÉ IL MES NON MI CONVINCE: PUÒ DECIDERE AUTONOMAMENTE SIA QUANDO SONO STATI SFORATI I LIMITI DEL DEBITO SIA LA POLITICA ECONOMICA DA ATTUARE OSSIA QUELLA DELL’AUSTERITÀ CHE PREVEDE IL TAGLIO DELLE PENSIONI, IL TAGLIO DEI SALARI E DEI SERVIZI. VISTO CHE ALCUNI STATI, COME LA GERMANIA, HANNO RATIFICATO IL MES SOLO DOPO AVER FISSATO VARI PALETTI RITENGO CHE L’ATTEGGIAMENTO DEL GOVERNO SIA GIUSTISSIMO”
Estratto dell’articolo di Francesco Curridori per “il Giornale”
Oggi arriva alla Camera il ddl di ratifica del Mes che, quasi certamente, sarà discusso a settembre. «L’interesse dell’Italia è affrontare il negoziato sulla governance europea, dove si discuta nel complesso nel rispetto del nostro interesse nazionale», ha dichiarato il premier Giorgia Meloni intervenendo in Parlamento prima di partire a Bruxelles per il Consiglio Europeo.
«Prima ancora di una questione di merito c’è una questione di metodo su come si faccia a difendere l’interesse nazionale», ha aggiunto il presidente del Consiglio, convinta che temi economici come il fondo Salva-Stati, l’unione bancaria e la riforma del patto di Stabilità vadano discussi insieme come un unico pacchetto. A tal proposito, l’economista Giulio Sapelli sostiene convintamente l’atteggiamento del governo Meloni: «Se si negozia tutto insieme – spiega - si riducono i rischi per le nazioni meno forti come l’Italia anche perché il Mes non mi convince». Sapelli si dice contrario al Meccanismo europeo di Stabilità perché le modifiche degli ultimi mesi lo hanno reso peggiore.
«È una trappola per topi molto più pericolosa di una volta», dice senza mezzi termini puntando il dito verso «la disattenzione» del commissario europeo Paolo Gentiloni «che non ha fatto assolutamente gli interessi dell’economia europea prima che italiana». Il problema del «nuovo Mes», secondo l’economista torinese, è che può decidere autonomamente sia quando sono stati sforati i limiti del debito sia la politica economica da attuare «senza consultazioni di sorta» in questi casi, ossia «quella dell’austerità che prevede il taglio delle pensioni, il taglio dei salari e dei servizi».
Ma non solo. Visto e considerato che alcuni Stati, come la Germania, hanno ratificato il Mes solo dopo aver fissato vari paletti «ritengo che l’atteggiamento del governo sia giustissimo, mentre – sentenzia Sapelli - è sconcertante che le opposizioni siano d’accordo con questo Mes». […]
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