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LA GIUSTIZIA ITALIANA FA SCHIFO, MA QUELLA BELGA È PEGGIO – A TRE ANNI DALLO SCOPPIO DEL QATARGATE, SI ESTENDE L'INDAGINE SUI METODI ADOTTATI DALLA GIUSTIZIA BELGA NEL CASO MAZZETTE: IL DIRETTORE DELL’UFFICIO BELGA ANTICORRUZIONE, HUGUES TASIAUX, È STATO INDAGATO E RIMOSSO DALL’INCARICO - SOTTO LA LENTE, L'AZIONE DEGLI 007, LE PRESUNTE VIOLAZIONI DELL'IMMUNITÀ PARLAMENTARE E DEL SEGRETO ISTRUTTORIO, IL SOSPETTO CONFLITTO D'INTERESSI CHE HA COINVOLTO IL GIUDICE ISTRUTTORE MICHEL CLAISE (POI COSTRETTO A FARSI DA PARTE) E L'ATTENDIBILITÀ DELLE DEPOSIZIONI RESE DALL'EX EURODEPUTATO PENTITO PIER ANTONIO PANZERI – IL PATTO TRA CRONISTI E INQUIRENTI: I PRIMI, IN CAMBIO DI NOTIZIE, AVEVANO DECISO DI NON PUBBLICARE NULLA CHE DANNEGGIASSE L’INCHIESTA…
QATARGATE, INDAGINI SU AGENTI BELGI PER FUGA DI NOTIZIE
(ANSA) - Si estende l'indagine sui metodi adottati dalla giustizia belga nel Qatargate. Secondo quanto si apprende, dopo le denunce presentate dagli indagati Eva Kaili, Francesco Giorgi e Maria Arena sulla violazione del segreto istruttorio e le ripetute fughe di notizie, è stato aperto un fascicolo a carico di alcuni alti funzionari presenti ai blitz del 9 dicembre 2022.
Il direttore dell'Ufficio belga anticorruzione (Ocrc), Hugues Tasiaux, è stato formalmente indagato e rimosso dall'incarico. È stato inoltre ascoltato il capo delle indagini, Bruno Arnold, che insieme a Tasiaux avrebbe chiamato in causa l'ex procuratore Raphael Malagnini.
A tre anni dallo scoppio del presunto scandalo di corruzione tra Bruxelles, Doha e Rabat, ieri si è aperto un nuovo ciclo di udienze per il riesame che corre in parallelo all'inchiesta principale, avviato nel settembre 2023 per fare luce sui metodi adottati dalla giustizia belga nelle fasi più sensibili delle indagini.
Sotto la lente, l'azione degli 007, le presunte violazioni dell'immunità parlamentare e del segreto istruttorio, il sospetto conflitto d'interessi che ha coinvolto il giudice istruttore Michel Claise - poi costretto a farsi da parte -, e l'attendibilità delle deposizioni rese dall'ex eurodeputato pentito Pier Antonio Panzeri. Rimane invece fuori dal perimetro del riesame, ma continua a far discutere, l'uso esteso del carcere preventivo.
Le indagini preliminari restano nel limbo. "C'è ancora molto lavoro da fare", si è limitata a dichiarare la procura, interpellata sulla possibile chiusura del fascicolo. Il 9 dicembre 2022 i blitz a catena della polizia - accompagnati dalle immagini di valigie piene di contanti, (oltre 1,5 milioni di euro) - portarono ad arresti illustri: Panzeri, ritenuto l'anima della presunta rete corruttiva, il suo assistente Francesco Giorgi, l'allora vicepresidente del Parlamento europeo Eva Kaili, il dem Andrea Cozzolino e il socialista belga Marc Tarabella.
Tutti hanno attraversato mesi tra carcere e domiciliari - le accuse sono di corruzione, riciclaggio e associazione criminale - prima di essere rilasciati, in attesa di conoscere l'esito di un'inchiesta che non ha scadenze per rinvii a giudizio o archiviazioni.
L'indagine è stata scandita anche dall'uscita di scena di due giudici istruttori - a fare più rumore quello dell'autore dei mandati d'arresto, Michel Claise, per un presunto conflitto d'interessi legato al figlio - e del procuratore Malagnini. A marzo la procura è tornata a bussare al Parlamento Ue chiedendo la revoca dell'immunità per le eurodeputate del Pd Alessandra Moretti ed Elisabetta Gualmini: la scorsa settimana, la commissione giuridica dell'Eurocamera ha dato il via libera soltanto per la prima, in attesa del voto dell'Aula.
ARRESTI, DUBBI E FUGHE DI NOTIZIE IL QATARGATE «COMPIE» TRE ANNI
Estratto dell’articolo di Giuseppe Guastella per il “Corriere della Sera”
Un flusso di notizie a senso unico verso due testate belghe e il consorzio esclusivo di giornali europei a loro collegato: gli atti dell’indagine che ha portato al fermo per violazione del segreto istruttorio del poliziotto a capo dell’anticorruzione di Bruxelles spiegano perché le informazioni sul Qatargate giungevano sempre e solo agli stessi media e svela che — 24 ore prima degli arresti del 9 dicembre 2022 — Huges Taiseaux aveva addirittura rivisto in anteprima gli articoli da pubblicare con tutti i particolari appena fosse scattato il blitz.
Nel terzo anniversario dell’inchiesta che li fece finire in manette, l’ex vicepresidente dell’Eurocamera Eva Kaili e suo marito Francesco Giorgi depositano gli atti sul comportamento del poliziotto alla Procura di Milano dopo averlo già fatto ai giudici della capitale belga sostenendo di essere vittima degli abusi degli inquirenti.
incontro all hotel di bruxelles
Dopo il celebrato giudice istruttore Michel Claise costretto a lasciare per conflitto di interessi, il procuratore Raphael Malagnini che si è fatto trasferire, un investigatore che, registrato, sconfessa l’inchiesta e l’indagine sul segreto violato, la Camera d’accusa del Tribunale di Bruxelles comincia solo ora (udienze partite ieri) a verificare se ci furono nell’indagine Qatargate le irregolarità che i coniugi hanno denunciato nel 2023 assieme dall’allora europarlamentare belga Maria Arena e da suo figlio Ugo Lemaire.
Il procedimento principale sembra ancora molto lontano dall’approdare ad un processo, ad oggi non c’è ancora un capo di imputazione con accuse precise e neppure l’elenco definitivo degli indagati.
«Questa indagine ha messo in luce violazioni indegne di uno Stato che ospita le istituzioni europee, che dovrebbero riflettere seriamente sulla necessità di trasferire la propria sede in un Paese che garantisca pienamente la legalità e la tutela dei diritti fondamentali», dichiara Eva Kaili.
[…] Sulla violazione del segreto, l’attenzione degli inquirenti si è concentrata su Huges Taiseaux e su un altro agente che ha partecipato con lui ai momenti decisivi del Qatargate. Viene fermato il 6 febbraio scorso dai suoi colleghi che perquisiscono la sua casa, l’ufficio e sequestrano il suo cellulare e quelli dell’ex giudice istruttore Claise e del magistrato Malagnini.
Interrogato dal giudice istruttore, nega di aver avuto contatti con i giornalisti e, sibillino, fa notare che non era il solo a lavorare al caso. Dal cellulare viene fuori che, alla vigilia degli arresti del Qatargate, due giornalisti gli mandarono gli articoli da pubblicare il giorno dopo — come avvenne — sui siti di due quotidiani belgi, scrivendogli: «Tutte le sue osservazioni sono benvenute!».
Quando gli chiedono spiegazioni, Tasieaux risponde che «è un caso molto delicato, non sono l’unico coinvolto» e rimanda ancora a Claise, a Malagnini e ai suoi superiori. Sembra di capire che ci fosse un accordo tra cronisti e inquirenti: i primi, che avevano avuto notizie con tre mesi di anticipo, avevano deciso di non pubblicare nulla per non danneggiare l’inchiesta. In cambio potrebbero aver ricevuto la promessa dell’esclusiva sulla notizia quando sarebbe stato possibile pubblicarla.
incontro di panzeri con un uomo del qatar in un albergo di bruxelles
«Io dovevo tenerli sotto controllo», mette a verbale il poliziotto, che non denunciò la fuga di notizie che pare attribuire ai servizi segreti. Gli articoli, però, contenevano notizie che gli 007 non potevano sapere, come i nomi degli arrestati e il milione e mezzo di euro in contanti trovato nelle valigie tra la case di Giorgi e quella di Panzeri che, secondo l’accusa, erano tangenti che venivano da Marocco e Qatar.
Dopo quattro mesi tra carcere e domiciliari e dopo tre anni sulla graticola, fuori dal Parlamento europeo al quale non si è potuta ricandidare, con il Qatargate ancora aperto, Kaili ora si occupa di intelligenza artificiale a livello internazionale: «Nonostante tutto, questa esperienza è stata rivelatrice. Mi sento più forte e determinata che mai: la verità è emersa e il tentativo di montatura è ormai alla luce del giorno».
incontro di panzeri con un uomo del qatar in un albergo di bruxelles
ANTONIO PANZERI
ABDERRAHIM ATMOUN - FRANCESCO GIORGI - ANTONIO PANZERI
eva kaili 4
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EVA KAILI
MEME QATARGATE BY MACONDO
MANTALENA E EVA KAILI
EVA KAILI
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