GLI “ALIMENTI” DI HOLLANDE - IL PRESIDENTE ASSEGNA ALLA EX COMPAGNA SEGOLENE ROYAL UNA SUPERPOLTRONA NEL CDA DELLA BANQUE PUBLIQUE D’INVESTISSEMENT - VALÉRIE TRIERWEILER, GELOSISSIMA, VA SU TUTTE LE FURIE - HOLLANDE “SISTEMA” ANCHE JACK LANG ALL’INSTITUT DU MONDE ARABE - TUTTO IL MONDO E’ PAESE: LA “PARENTOPOLI” ALL’ELISEO IMPAZZA MENTRE IL CRÉDIT AGRICOLE STA PRECIPITANDO IN UNA VORAGINE DA 12 MILIARDI DI EURO…

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Leonardo Piccini per "Libero"

Tra italiani e francesi si sa, non corre buon sangue: l'astio ha radici molto antiche, e probabilmente risale già alle campagne dell'esercito romano, con la Gallia ridotta a una semplice provincia di un impero molto più vasto.

Da Napoleone in poi, i cugini d'Oltralpe hanno cercato di marcare la propria superiorità culturale, intesa in senso quasi antropologico, prendendo le distanze dagli scomodi e assai ingombranti vicini italiani: pensiamo soltanto per un attimo, all'ex Première Dame de France, la signora Carla Bruni, che era italiana e che pur di farsi perdonare l'origine torinese, ha preferito optare per la cittadinanza francese; o alla prima ballerina dell'Opéra di Parigi, la sicilianissima Eleonora Abbagnato, che ci invita a non parlare mai con un francese di quattro cose: l'amministrazione dello Stato, il formaggio, il vino e il calcio.

Da oggi però, i francesi e la signora Abbagnato, dovranno farsene una ragione, perché i transalpini sono molto più simili agli italiani di quanto non vorrebbero. Volete alcuni esempi? Prendiamo lo scandalo Monte dei Paschi di Siena: credete davvero che una cosa del genere non potrebbe mai capitare in Francia?

Allora, vi sbagliate proprio di grosso. I francesi non hanno nulla da insegnarci in fatto di banche, visto che in questi giorni sono alle prese con una bella gatta da pelare: il rischio default del Crédit Agricole SA, una banca famosa per le sue generose sponsorizzazioni a livello sportivo, che chiude il 2012 con una perdita secca di 6,5 miliardi di euro.

Secondo Bloomberg, le perdite sono ancora più ingenti, visto che si parla di una voragine di altri 5,7 miliardi di euro. Sul risultato a dir poco brillante, pesano alcune voci straordinarie inserite nei conti del quarto trimestre, tra cui le minusvalenze registrate nella cessione della filiale greca Emporiki, e nella cessione delle quote di Intesa Sanpaolo e Bankinter.

Adesso il cda è costretto a correre ai ripari e a varare un piano di risanamento lacrime e sangue di almeno 650 milioni di euro: si prevedono la chiusura delle filiali internazionali in Italia e in Egitto, e il licenziamento di centinaia di impiegati. Anche sul versante politico, i francesi sono molto simili agli odiati italiani: tengono famiglia e quando possono sistemano amici, parenti e amanti.

Com'è accaduto con Ségolène Royal: l'affascinante socialista, già candidata alle presidenziali, ex compagna di François Hollande (il presidente come un novello Berlusconi ebbe a dire poco tempo fa in un comizio: «avete visto come è bella Ségolène?»), ha mandato ancora una volta su tutte le furie la Première Dame attuale, Valérie Trierweiler, che non ha mai digerito l'ingombrante presenza della Royal nella vita del compagno.

Dovrà farsene una ragione perché proprio ieri il presidente francese, infischiandosene di cose più urgenti come la guerra in Mali o la disoccupazione galoppante, si è armato di carta e penna e ha nominato con decreto presidenziale urgente, la sua ex amante, vice presidente e membro del consiglio di amministrazione della Banque Publique d'iinvestissment, una sorta di Cassa depositi e prestiti d'Oltralpe, un vero e proprio colosso pubblico con una potenza d'urto di 42 miliardi di euro di dotazione; una banca creata ad hoc da Hollande per finanziare le piccole e medie imprese francesi.

Altro favorito alla corte di «monsieur le Président» è un eterno riciclato della politica: il raccomandatissimo e decoratissimo Jack Lang, quello che è stato incollato alla poltrona di ministro della Cultura francese per 10 anni (Mitterrand stravedeva per lui), e che pur essendo socialista era entrato nelle grazie perfino di Sarkò, pronto a offrirgli il ministro della Cultura e a nominarlo «emisario speciale a Cuba», per favorire una più intensa collaborazione con il regime di Castro.

Ebbene, Hollande forse per sdebitarsi per il sostegno ricevuto alle presidenziali del 2012, lo ha imposto ai partner arabi come presidente dell'Institut du Monde Arabe (IMA), e succede così al povero Renaud Museilier, in carica solo per due anni e defenestrato senza nemmeno un ringraziamento o un comunicato ufficiale di apprezzamento, pur far posto al favorito di Hollande, uno che di «parentopoli » se ne intende davvero alla grande.

 

FRANCOIS HOLLANDE E SEGOLENE ROYAL NEL IL BACIO DI HOLLANDE A SEGOLENE ROYAL jpeghollande SEGOLENE ROYAL E FRANCOIS HOLLANDE CARLA BRUNI jpegEleonora Abbagnato