DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
Francesco Carbone per l'ANSA
Quando e' troppo e' troppo: dopo due anni difficili, durante i quali sono stati attaccati e non solo verbalmente, i lavoratori di Equitalia sbottano. La goccia e' l' esser stati utilizzati come argomento di trattativa in campagna elettorale. Come l' esempio di cosa non si deve fare, di un intervento '' vessatorio'' dello Stato. E in alcuni casi, dicono, per assurdo, proprio da chi ha fatto le leggi che loro '' devono'' far rispettare. La polemica e' antica, risale ai primi incidenti che hanno visto coinvolti i rappresentanti di Equitalia da quando la crisi economica ha iniziato a ' mordere' piu' forte.
Ma oggi c' e' una novita': le 7 sigle sindacali che rappresentano i lavoratori rompono gli indugi e mettono nero su bianco la loro amarezza. La campagna elettorale sembra infatti aver notevolmente peggiorato quel clima ' pesante' che i lavoratori della riscossione hanno dovuto subire negli ultimi anni. Basti ricordare che dall' inizio del 2011 gli atti intimidatori (buste sospette, attacchi personali, scritte fuori dagli uffici, bombe carta, ecc) subiti dai lavoratori delle diverse sedi locali di Equitalia sono circa 400 e tra questi l' attentato piu' grave e' quello compiuto il 9 dicembre 2011 in cui rimane gravemente ferito il direttore generale Marco Cuccagna per l' esplosione di un plico contenete una bomba spedita dagli anarchici del Fai.
'' Ancora una volta - si legge nella nota delle segreterie di Dircredito, Fabi, Fiba, Fisac, Sinfub, Ugl Credito e Uilca - i rappresentanti dei lavoratori evidenziano con preoccupazione come l' argomento Equitalia venga usato in campagna elettorale strumentalizzando il lavoro di 8.500 dipendenti da ' politici' che sostengono la necessita' di chiusura del gruppo o accusano i lavoratori di comportamenti vessatori e violenti, oppure legano l' attivita' di riscossione ad una serie di i suicidi con un legame di nesso causale che fa inorridire per l' opera di sconcertante sciacallaggio mediatico.
I lavoratori di Equitalia ricordano che quegli stessi politici, i quali oggi tanto inveiscono sulle regole della riscossione, sono anche gli autori delle leggi che regolamentano l' attivita' e che devono essere applicate senza margine di discrezionalita' alcuno. Le procedure previste da tali leggi sono soggette a severi controlli sugli atti, sia da parte della magistratura, che da parte della Corte dei Conti, chiamata a vigilare sul danno erariale''. Quindi i lavoratori sottolineano che '' tutti devono essere consapevoli che queste dichiarazioni irresponsabili e la risonanza che alcune testate giornalistiche attribuiscono loro, sono il terreno di coltura che stimola la reiterazione di quegli atti violenti e criminali che i lavoratori e le sedi del gruppo continuano a subire anche in questi giorni''.
Si invitano pertanto '' quei politici ad usare lo stesso senso dello Stato che i lavoratori del gruppo Equitalia quotidianamente osservano nello svolgimento della loro seppur impopolare ma doverosa attivita'''. Tra le ultime esternazioni di politici su Equitalia (solo dallo scorso 1 febbraio) c' e' molto materiale soprattutto nel centrodestra: Angelino Alfano ('' basta allo strapotere di Equitalia'') anche se oggi corregge il tiro: '' i lavoratori di Equitalia hanno perfettamente ragione''. Silvio Berlusconi (pone il tema come '' la questione del mostro Equitalia'');
Renato Schifani ('' L' aggressione portata da Equitalia e' devastante''); Francesco Storace ('' Equitalia e' un esattore di Stato, che sceglie i cittadini come vittime''); Ignazio La Russa ('' Vogliamo un condono sugli interessi da usura che Equitalia chiede''); Renato Brunetta ('' rivedere i poteri di Equitalia, affinche' il fisco non dia l' impressione di strozzare i contribuenti''). Ma anche Beppe Grillo appare su questa linea: '' Equitalia va chiusa. Bisogna trattare direttamente con i cittadini. Non e' piu' tollerabile questa situazione che ha portato la gente al lastrico''.
EQUITALIASEDE EQUITALIA ATTILIO BEFERAFACCIA A FACCIA BERLUSCONI E ALFANORENATO BRUNETTA DOCET
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