DAGOREPORT - BLACKSTONE, KKR, BLACKROCK E ALTRI FONDI D’INVESTIMENTO TEMONO CHE IL SECONDO MANDATO…
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GAZA, MEDIA: ONDATA DIMISSIONI PORTAVOCE ESERCITO ISRAELE
(ANSA) - Il numero due dell'unità di portavoce delle Forze di difesa israeliane (Idf), il tenente colonnello Daniel Hagari, e un gran numero di alti funzionari del sistema informativo dell'Idf hanno annunciato le loro dimissioni: lo riporta l'emittente israeliana Channel 14.
Fonti di Channel 14 affermano che le dimissioni sono dovute a questioni "professionali e personali". L'emittente da parte sua definisce "insolita" un'uscita dall'esercito di tale portata nel pieno di una guerra in corso. Oltre ad Hagari le dimissioni riguarderebbero anche l'altro tenente colonnello Richard Hecht, portavoce dell'Idf per i media esteri. Tra gli altri, Channel 14 fa poi i nomi degli ufficiali Merav Granot e Tzupia Moshkovich.
GAZA, BLINKEN: USA LAVORANO A PIÙ AIUTI ATTRAVERSO OGNI CANALE
(ANSA) - Il segretario di Stato americano Antony Blinken afferma che gli Usa stanno cercando di fornire maggiori aiuti umanitari nella Striscia di Gaza attraverso "ogni canale disponibile". "È imperativo espandere il flusso di aiuti per alleviare la terribile situazione umanitaria" nell'enclave palestinese, ha scritto questa notte Blinken sul suo account X. "Le persone hanno urgentemente bisogno di più cibo, acqua e altra assistenza: ecco perché gli Stati Uniti stanno lavorando per ottenere maggiori aiuti attraverso ogni canale disponibile, compresi i lanci aerei", ha aggiunto.
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GAZA, GALLANT: GUERRA ISRAELE FINIRÀ SOLO ELIMINANDO HAMAS
(ANSA) - Israele non cesserà le operazioni militari nella Striscia di Gaza finché non avrà aliminato i militanti di Hamas, ha ribadito il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant. "Non c'è nessuno che aiuti i terroristi, è solo questione di decidere di cosa occuparci prima e di cosa poi. Non porremo fine a questa guerra senza eliminare Hamas", ha dichiarato ieri sera Galant in un incontro con i soldati delle Forze di difesa israeliane (Idf).
GAZA, MEDIA: 12 MORTI IN RAID ISRAELE SU CAMPO NUSEIRAT
(ANSA) - L'agenzia di stampa palestinese Wafa afferma che almeno 12 persone sono morte in un bombardamento aereo israeliano che ha colpito ieri sera una casa del campo profughi di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza.
truppe israeliane sparano sui palestinesi in attesa di aiuti a gaza city 18
Raid hanno bersagliato nelle ultime ore anche le aree di Sheikh Zayed e Tal Al-Zaatar, nel nord dell'enclave palestinese. Il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza dal 7 ottobre è di almeno 30.410 morti e oltre 71.700 feriti, secondo il Ministero della Sanità palestinese gestito da Hamas.
TREGUA PIÙ LONTANA, ISRAELE VUOLE LA LISTA DEGLI OSTAGGI
Luca Mirone per l’ANSA
Dopo le speranze, alimentate dagli Stati Uniti, si è tornati ad un punto morto, che di fatto allontana una nuova tregua a Gaza. I negoziati sono ripresi al Cairo con i mediatori regionali e gli americani, ma Israele non ha inviato una sua delegazione. La motivazione è che Hamas si rifiuta di fornire una lista degli ostaggi ancora in vita e avanza richieste considerate "assurde".
ATTACCO ISRAELIANO ALL OSPEDALE NASSER DI KHAN YUNIS
Il movimento palestinese, invece, insiste per un cessate il fuoco permanente come condizione per liberare il resto degli israeliani ancora nelle sue mani. Gli emissari degli Usa e del Qatar sono tornati nella capitale egiziana con la speranza di facilitare un cessate il fuoco entro il Ramadan, il 10 marzo.
In precedenza Washington aveva fatto filtrare segnali di ottimismo, riferendo che Israele aveva accettato in linea di principio un accordo per una pausa nelle ostilità di 6 settimane e il rilascio in prima battuta di una quarantina di ostaggi. Poi però è arrivata la doccia fredda, perché lo Stato ebraico si è rifiutato di partecipare ai colloqui al Cairo, accusando Hamas di aver fornito risposte "parziali".
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A pesare, soprattutto, il rifiuto di fornire l'elenco dei 130 ostaggi ancora detenuti a Gaza, inclusa la trentina che si ritiene siano morti. Un altro nodo irrisolto è che Hamas ha ribadito di volere un cessate il fuoco permanente o almeno un'intesa su un percorso in quella direzione. Mentre Benyamin Netanyahu non ha nessuna intenzione di fermare l'offensiva militare per "distruggere" il gruppo che governa la Striscia.
La fazione palestinese ha poi messo sul piatto la richiesta del ritorno degli sfollati nel nord di Gaza e un aumento degli aiuti umanitari nell'ordine di "400-500 camion al giorno", rispetto agli 80 attuali. Tutte questioni aperte, tanto che una fonte della delegazione di Hamas in Egitto ha fatto sapere che un accordo in 24-48 ore è "improbabile".
JOE BIDEN SI FA IL SEGNO DELLA CROCE DAVANTI A NETANYAHU
Il risultato dello stallo nei negoziati è che il conflitto, anziché fermarsi, si inasprisce, soprattutto nel sud, con l'esercito israeliano che si concentra nella periferia di Khan Yunis. Il ministero della Sanità di Gaza guidato da Hamas ha denunciato 90 morti in 24 ore, tra cui 14 membri di una famiglia, compresi due gemellini di 4 mesi, che sarebbero stati colpiti mentre si trovavano in casa, a Rafah.
L'Idf invece è tornato a respingere le proprie responsabilità nella strage di civili in attesa degli aiuti, il 29 febbraio: "L'indagine iniziale - ha riferito il portavoce Daniel Hagari - ha confermato che nessun attacco è stato condotto verso il convoglio di aiuti e che in maggioranza i palestinesi sono rimasti uccisi o feriti come conseguenza di una calca".
BENNY GANTZ BENJAMIN NETANYAHU
E l'esercito ha sparato soltanto contro dei "ladri" che minacciavano la messa in sicurezza dell'area. In ogni caso, la situazione per i civili nella Striscia si fa sempre più insostenibile. Secondo l'Onu la carestia è uno spettro che ormai minaccia oltre due milioni di persone. In Israele, intanto, il governo deve fare i conti con turbolenze interne rispetto alla guerra a Gaza.
Oltre alle decine di migliaia di persone che continuano a scendere in piazza per chiedere le dimissioni di Netanyahu ed il ritorno a casa di tutti gli ostaggi, si è aperto anche un caso all'interno dell'esecutivo di unità nazionale. La missione di Benny Gantz negli Stati Uniti, per incontrare la vicepresidente Kamala Harris, il consigliere per la sicurezza nazionale Jake Sullivan e membri del Congresso, a quanto pare non era stata concordata con il premier. Che quindi ha dato istruzione all'ambasciata di Washington di non assistere il leader centrista, membro del gabinetto di guerra.
Gantz atterra negli Usa. Lo schiaffo a Netanyahu
Estratto dell'articolo di Valeria Robecco per www.ilgiornale.it
Benjamin Netanyahu è sempre più isolato, e mentre il presidente Joe Biden ha avvertito che se continua così Israele rischia di perdere il sostegno della comunità internazionale, il ministro del gabinetto di guerra Benny Gantz vola a Washington (e Londra) facendo infuriare il premier. Una visita, quella del capo del partito di Unità Nazionale, che costituisce un ulteriore segnale della crescente frustrazione dei leader occidentali verso il governo dello Stato ebraico.
Gantz è atteso oggi nella capitale Usa per una serie di incontri con funzionari statunitensi, mentre al ritorno secondo il sito Ynet si fermerà in quella britannica. Il viaggio non è stato precedentemente coordinato con Netanyahu, e per questo ha scatenato l'ira del leader israeliano, che vede il membro centrista del gabinetto di guerra come un rivale e un possibile sfidante.
L'ufficio di Bibi, stando ai media ebraici, ha «chiarito a Gantz che lo stato di Israele ha un solo primo ministro», precisando che il viaggio è stato organizzato senza l'approvazione di Netanyahu, contrariamente alle norme governative che richiedono «a ogni ministro di autorizzare il viaggio in anticipo con il premier». La visita di Gantz a Washington arriva dopo che nei giorni scorsi il presidente Joe Biden ha affermato che «Israele ha avuto il supporto schiacciante della stragrande maggioranza delle nazioni, ma se continua così con questo governo incredibilmente conservatore, perderà il sostegno di tutto il mondo».
Parole a cui l'alleato ha replicato dicendo che negli Stati Uniti esiste un ampio sostegno al suo governo. In realtà una proiezione recente di Ap-Norc mostra che l'atteggiamento negli Usa sta cambiando: il 50% degli adulti statunitensi intervistati a gennaio, infatti, ha detto di ritenere che le azioni di Israele siano andate troppo oltre, una percentuale che a novembre era al 40%. [...]
joe biden bibi netanyahu in israeleJOE BIDEN - BENJAMIN NETANYAHU - MOHAMMED BIN SALMAN sfollati palestinesi in fuga benny gantz e benjamin netanyahu
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