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Massimiliano Lenzi per “Il Tempo”
ORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATION
Cucù il Mito non c'è più e forse non c'è mai stato, se non nella narrazione giornalistica all'italiana sempre in cerca di un loden da elogiare, purché vesta un potente. Il fatto è che Matteo Renzi in queste elezioni regionali (in cui il Pd, dati dell'Istituto Cattaneo, ha perso oltre 2 milioni di voti) ha sbagliato completamente la comunicazione e con lui ha toppato la strategia Filippo Sensi, il suo spin doctor.
Renzi ha sbagliato in televisione, nella sua sovraesposizione nei talk show a ridosso del voto, da Rai Uno a La7 passando per la Quinta Colonna di Del Debbio, a Mediaset. Tra l'altro, il giorno in cui è andato da Del Debbio, su Rete 4, Renzi l'ha fatto in contemporanea al suo Ministro Graziano Del Rio, ospite da un'altra parte, su La7, a Otto e Mezzo di Lilli Gruber, con il risultato di finire battuto in share e ascolti (notizia data dal nostro giornale e, il giorno dopo, da pochi altri). Un premier sconfitto da un suo Ministro. Via, non dovrebbe accadere.
ORFINI E RENZI GIOCANO ALLA PLAYSTATION
Renzi ha sbagliato nell'andar sempre da solo e mai in un duello con un altro leader politico. Lui, che la scalata al potere ed al Pd, l'ha costruita nella sfida diretta con gli altri, in maniera corsara. Ha sbagliato, Renzi, pure nella continua ricerca di un nemico interno, con quella noiosa tiritera dei gufi (che un uomo appena scaramantico non dovrebbe neppure citare!). E ha sbagliato in quella fotografia di lui, uscita la notte dello spoglio, assieme a Matteo Orfini, seduti davanti ad uno schermo a giocare alla playstation o a qualcos'altro, con un po' di pancetta e quell'aria di mezz'età che vuol restare aggrappata alla giovinezza a tutti i costi.
Non trasmetteva normalità e tranquillità quello scatto ma semmai incarnava il "mezzo del cammin di nostra vita" che un fiorentino (seppur di Rignano sull'Arno), conterraneo dell'Alighieri, dovrebbe conoscere. Ha sbagliato ancora ieri Renzi, per il troppo silenzio della giornata dopo le tante parole delle settimane scorse, e per quella giacca mimetica indossata in Afghanistan che faceva tanto Ugo Tognazzi in "vogliamo i colonnelli", commedia amara e all'italiana.
Il fatto è che domenica, con le regionali, non si è incrinato soltanto l'effetto politico Renzi, ovvero Lui come lievito maggioritario del Pd da ampliare in un ambizioso partito della Nazione, ma è sfumato il mito del grande comunicatore, un'illusione aiutata da molta stampa nazionale in questi mesi. Almeno così l'avevano descritto in molti. "La Stampa": "Grande comunicatore, Twitter e foto gestite ma anche tantissima tv". Persino "Panorama" e Silvio Berlusconi, lo hanno elogiato, come bravo comunicatore.
TOGNAZZI VOGLIAMO I COLONNELLI
Renzi, a "Virus" di Nicola Porro, su Rai 2, nel giovedì prima del voto, avrebbe fatto volentieri un duello con Silvio Berlusconi; la sfida non c'è stata ma anche quel duello sarebbe stato un errore. E il solo farlo trapelare ha fatto pensare ad un Renzi che voleva scegliersi l'avversario, per le elezioni regionali e non avendo mai fatto duelli con altri leader. Stai a vedere che a forza di comunicare, tra tv, lavagne, tweet e stampa equivicina, Renzi è finito s-comunicato.
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