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CRUCCHI E BACUCCHI - GLI EUROFALCHI VOGLIONO LA GRECIA FUORI DALL’EURO MA IL PRESIDENTE BUNDESBANK WEIDMANN, HA FATTO CAPIRE CHE CON LA “GREXIT” CI SAREBBERO PESANTI PERDITE PER GERMANIA, FRANCIA E ITALIA - DOMANI SUMMIT MERKEL-HOLLANDE (RENZI NON CONTA UNA MAZZA)

Ivo Caizzi per il “Corriere della Sera”

 

Alexis Tsipras , Angela Merkel e Francois Hollande (   Alexis Tsipras , Angela Merkel e Francois Hollande (

La clamorosa vittoria del governo nel referendum in Grecia ha iniziato a scuotere il sistema di potere dell’Unione europea, guidato dalla Germania con l’appoggio della Francia. Ma la cancelliera tedesca di centrodestra Angela Merkel ha già annunciato un incontro a due stasera con il presidente socialista francese Francois Hollande, a Parigi, per «una valutazione comune della situazione». Entrambi hanno chiesto e ottenuto per domani un Eurosummit dei 19 capi di Stato e di governo della zona euro, che sarà preceduto da un Eurogruppo dei ministri finanziari.

MERKEL HOLLANDEMERKEL HOLLANDE

 

Nei Palazzi di Bruxelles la tensione è salita di colpo. Non sanno come procedere dopo le irrituali prese di posizione della Germania e dei vertici delle istituzioni Ue, che hanno messo da parte la regola di non ingerenza negli affari interni dei Paesi membri per sostenere di votare «sì» contro il «no» del premier ellenico di estrema sinistra Alexis Tsipras.

 

L’obiettivo appariva far cadere il governo ellenico e riprendere la trattativa tra Atene e i rappresentanti dei creditori (Commissione europea, Bce e Fmi di Washington) con un esecutivo più disponibile ad accettare misure di austerità. Non era previsto un Piano B in caso di vittoria di Tsipras.

 

tsipras   renzi   merkel tsipras renzi merkel

Merkel, secondo il settimanale tedesco Spiegel, ha detto a membri del suo partito Cdu che il premier greco sta portando il suo Paese «a schiantarsi contro un muro». Insieme al suo ministro delle Finanze Wolfgang Schaeuble ha scelto la linea dura, che ha impedito l’accordo di compromesso con Atene e ha portato al referendum ellenico.

 

La Germania intenderebbe far uscire comunque la Grecia dalla zona euro: per usarlo come esempio della necessità di ridurre la sovranità nazionale dei Paesi con maxi-debito nelle politiche economiche e di bilancio. «Tsipras ha distrutto l’ultimo ponte verso un compromesso tra Europa e la Grecia», ha detto il vicecancelliere socialdemocratico tedesco Sigmar Gabriel.

 

tsipras renzi e merkeltsipras renzi e merkel

Hollande ha sempre mediato per trovare un compromesso, inizialmente con l’appoggio del premier Matteo Renzi. Poi si è trovato isolato e alla fine si era riallineato a Merkel. Ora intenderebbe far riaprire il dialogo politico con Tsipras. Il ministro francese dell’Economia Emmanuel Macron ha anticipato che la vittoria del «no» in Grecia «non significa automaticamente l’uscita di Atene” dalla zona euro. E ha invitato i governi a non replicare il «Trattato di Versailles» dopo la Prima guerra mondiale e «a non punire la Grecia come avvenne con la Germania».

 

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Gli alleati di Berlino, a partire dai Paesi del Nord e dell’Est, appaiono egualmente determinati. Il presidente filo-Merkel dell’Eurogruppo, l’olandese Jeroen Dijsselbloem, ha definito «spiacevole» la vittoria del «no» e ha annunciato «misure difficili» per Atene. Esponenti della Cdu di Merkel hanno addirittura esortato la Bce a bloccare la liquidità di emergenza alle banche elleniche, che paralizzerebbe l’economia nazionale.

 

Ma il presidente della Bundesbank Jens Weidmann, secondo il quotidiano tedesco Handelsblatt, ha ammonito Merkel che Atene fuori dall’euro provocherebbe pesanti perdite alla Germania (e a Francia e Italia). Il governo greco ha invece chiesto alla Bce di aumentare subito la liquidità d’emergenza per consentire la riapertura delle banche nazionali da domani. «I nostri creditori devono rendersi conto che la realtà è cambiata», ha dichiarato Euclid Tsakalotos, uno dei negoziatori greci pronti a ritornare a Bruxelles.

 

Jens Weidmann Jens Weidmann

Per ora i movimenti europei anti-austerità e «contro l’Europa dei banchieri» esultano. Nella sede di Syriza ad Atene esponenti delle sinistre di Italia, Spagna, Francia, Portogallo e Germania hanno ipotizzato una federazione europea per cambiare l’attuale sistema di potere dell’Ue.

 

A trovarsi in imbarazzo a Bruxelles appare il presidente lussemburghese della Commissione europea Jean-Claude Juncker, che si è schierato con Merkel per il «sì» e può avere difficoltà a continuare nel suo ruolo di mediatore indipendente nella trattativa tra Atene e i creditori. Ha annunciato che oggi si consulterà con i presidenti delle altre istituzioni schieratesi per il si, il polacco Donald Tusk (Eurosummit), Dijsselbloem (Eurogruppo) e Mario Draghi (Banca Centrale Europea).

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