DAGOREPORT – AVVISATE IL GOVERNO MELONI: I GRANDI FONDI INTERNAZIONALI SONO SULLA SOGLIA PER USCIRE…
Estratto dell’articolo di Irene Carmina per www.repubblica.it
beatrice venezi foto di bacco (1)
Battere i piedi sul palco, facendo più chiasso possibile. È il rituale dell’orchestra per salutare l’uscita di scena del suo direttore, ogni volta che ne viene apprezzato il lavoro. Al termine del doppio concerto al Politeama di Palermo, diretto da Beatrice Venezi la scorsa settimana, però, l’Orchestra sinfonica siciliana è rimasta immobile. […]
Almeno a sentire Claudio Sardisco, flautista della Foss da quasi 40 anni: «Se nessuno di noi si è mosso è perché la direttrice d’orchestra ha solo complicato il nostro lavoro: sarebbe stato più facile suonare senza di lei». Sardisco ha pochi dubbi e tante certezze.
Una su tutte: «La scena se l’è presa lei, ma il lavoro “sporco” lo abbiamo fatto noi orchestrali». Per il musicista, se tutto è andato per il verso giusto, con gli applausi della platea a confermarlo, è perché la Sinfonica si è “dissociata” dalla direzione orchestrale, con lo sguardo basso sulle partiture musicali che quasi mai si è alzato verso Venezi.
«Dopo le prove d’orchestra abbiamo avuto dei problemi con la direttrice e abbiamo concordato con i colleghi di non guardarla in modo da riuscire a coordinarci concentrandoci solo sull’ascolto reciproco: ce la siamo dovuta cavare da soli perché i gesti di Venezi non erano coerenti con l’esecuzione musicale», confida Sardisco.
E usa una similitudine automobilistica: «Anche un neofita può guidare una macchina di Formula 1, ma quando ci sono curve e tratti più insidiosi, se non c’è il giusto pilota bisogna andare in modalità pilota automatico. Allo stesso modo, nei cambi di ritmo e di tempo e nei momenti più critici della partitura, un bravo direttore deve essere in grado di guidare l’orchestra. Ecco, non è il caso di Venezi».
Il flautista non ne fa una questione politica, ma soltanto artistica: «La giudico solo per come lavora». Sardisco non è l’unico tra gli orchestrali a pensarla così. «Posso non essere d’accordo con le sue idee, ma quando si suona conta solo la musica e la politica resta fuori — dice il violinista Luciano Saladino — Il problema è che la vedi da fuori e ti sembra pure brava, poi però lavorandoci ti accorgi che non è in grado di seguire l’orchestra».
Eppure, parliamo di una direttrice d’orchestra che fa concerti in tutto il mondo, è alla direzione artistica di TaoArte ed è consulente del ministro della Cultura. «La spinta mediatica l’ha portata più in alto di quello che merita e mi ha dato fastidio che, in un programma ricco come quello della Sinfonica di quest’anno, sia stata presentata come se fosse Bernstein: è un’offesa a chi questo mestiere lo fa con fatica, studio e devozione senza sottostare a logiche clientelari e a giochi di potere», dice Saladino. […]
giorgia meloni beatrice venezi
E la violinista Ivana Sparacio osserva: «Chiunque venga a dirigerci merita la nostra professionalità, ma Venezi non rientra certo tra i direttori d’orchestra con cui mi possa vantare di avere lavorato: è un fenomeno mediatico, spettacolarizza la musica». E se, come si sussurra, fosse nominata dal sovrintendente Andrea Peria direttrice artistica della Sinfonica? «Farebbe meno danni di quanti ne fa dirigendo l’orchestra», dice Saladino. […]
Ma nell’orchestra c’è anche chi la pensa diversamente e difende la direttrice d’orchestra amica di Giorgia Meloni. È il primo violino Pasquale Faucitano che la definisce «una professionista seria e preparata che ha voglia di lavorare e di proporre le sue idee». […]
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