
FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO"…
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
Il banco di prova per le nuove relazioni con l'Iran saranno le trattative per fermare la guerra in Siria. Ad ammetterlo, forse per la prima volta, sono autorevoli fonti dell'amministrazione Obama, durante una conference call tenuta ieri con i giornalisti.
Finora l'accordo nucleare era stato tenuto separato dal resto del contenzioso fra Washington e Teheran, per non condizionarlo e non creare aspettative troppo alte. Gli eventi del week end però hanno dimostrato che esiste un' accelerazione, e ora quindi si passa al livello successivo, per verificare se esiste la possibilità di costruire sull' intesa nucleare.
Come prima cosa, i funzionari della Casa Bianca hanno risposto alle critiche sulle modalità della liberazione dei detenuti americani, spiegando che questa era l' occasione per riaverli indietro e quindi è stata sfruttata.
Il negoziato per il rilascio in realtà era cominciato contestualmente a quello sul nucleare, ma era rimasto segreto proprio per evitare che gli ostaggi venissero usati come strumento di ricatto. Gli iraniani in cambio hanno chiesto un gesto di buona volontà, ma gli americani sottolineano l'importanza di non aver liberato persone legate ad attività terroristiche, per concludere lo scambio.
Le nuove sanzioni imposte per il programma missilistico della Repubblica islamica dimostrano che gli Stati Uniti non hanno abbassato la guardia, contrariamente a quanto denunciano i candidati repubblicani alla Casa Bianca. Washington vuole lanciare un segnale, facendo capire che non ha ceduto su tutta la linea, in cambio dell' intesa nucleare.
Il resto del contenzioso fra i due Paesi rimane in piedi, e se avvengono violazioni gli americani sono pronti a rispondere. E sanno di avere il coltello dalla parte del manico: sono gli iraniani che ora hanno più da perdere, se salta l'accordo da cui dovrebbero ricevere circa 150 miliardi di dollari, la fine delle sanzioni, e in pratica la riammissione nella comunità internazionale.
Proprio per questo, però, ora Washington vuole verificare se è possibile portare la nuova relazione ad un livello più alto. Il collegamento del negoziato nucleare alla Siria era stato evitato, ma se ora l'Iran vuole essere protagonista sulla scena internazionale, deve dimostrarlo al tavolo della trattativa che l'inviato Onu de Mistura aprirà il 25 gennaio a Ginevra. Al termine di questo processo Assad deve andare via, e Teheran deve cercare anche una composizione con l' Arabia Saudita, per la rispettiva influenza sul Medio Oriente e la stabilità regionale fra sunniti e sciiti.
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