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GOODBYE NANCY, LA PRIMA PRESIDENTESSA AMERICANA: FU LEI A GESTIRE LA CASA BIANCA NELL'ULTIMO ANNO DI REAGAN, QUANDO L'ALZHEIMER AVEVA PRESO IL SOPRAVVENTO - CRITICATA PERCHÉ SPENDACCIONA E AMANTE DEI VESTITI COSTOSI, IN REALTÀ IMITAVA JACKIE. MA I KENNEDY SESSUOMANI, CORROTTI, CRUDELI NON SI CRITICANO, SI VENERANO

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Vittorio Zucconi per “la Repubblica

 

NANCY REAGANNANCY REAGAN

Fu la prima donna presidente degli Stati Uniti senza mai essere stata eletta, signora assoluta di una Casa Bianca dove il marito, presidente formale, scivolava in segreto verso le nebbie dell’Alzheimer. Per almeno un anno, il 1988, l’ultimo della amministrazione di Ronald Reagan, fu lei, Nancy, guardia del corpo e della mente dell’uomo che venerava, a portarlo per mano nel tramonto.

 

NANCY REAGANNANCY REAGAN

Ricorderemo Anne Frances Robbins, divenuta poi Nancy, e infine Reagan dal 1952, data del matrimonio con Ronald, come la figura esile e piccina, accanto al marito negli incontri con i reporter nel giardino della Casa Bianca, che stringeva la mano di lui, che lo reggeva per il gomito per dargli i tempi come fanno gli attori e i cantanti nei duetti, e che con aria soave e adorante gli ricordava e gli suggeriva quello che doveva rispondere, quando lui divagava.

NANCY REAGANNANCY REAGAN

 

Come per anni la corte della Presidenza era riuscita a nascondere a milioni di americani la paralisi alle gambe di Franklyn Delano Roosevelt fiaccato dalla poliomielite, così Nancy riuscì per mesi a conservare il segreto di un presidente ai primi stadi dell’Alzheimer.

 

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La sua vita, spenta a 94 anni ieri in quella Bel Air, quell’enclave ancora più esclusiva della già esclusiva Beverly Hills dove era andata a vivere in una villa meravigliosa regalata ai Reagan da ammiratori californiani, racconta di una storia d’amore vero, di una dedizione implacabile, andata ben oltre il gioco delle parti e l’interpretazione del ruolo di First Lady, prima in California, dove il suo Ronnie era stato governatore, e poi degli Stati Uniti. Era stata un’attrice, sia pure di seconda fila, negli anni ‘40 e ‘50 e come tale aveva conosciuto il collega Reagan.

Reagan con la moglie nancyReagan con la moglie nancy

 

Della sua professione aveva conservato le pose, la dizione, e il gusto per i costumi, quella gioielleria un po’ vistosa quegli abiti, quei tailleur dei preferiti Bill Blass e Oscar de la Renta, che lei si faceva donare dai grandi dell’alta moda. Per vanità, l’accusavano i mass media che la detestarono a lungo dimenticando di avere incensato un’altra First Lady vanitosissima, Jacqueline Kennedy.

 

ron reagan sorella patty davis nancyron reagan sorella patty davis nancy

L’ostilità politica e ideologica verso il marito si riversò subito anche contro di lei, che di Ronnie era la custode. La dicevano ambiziosa e snob, di quello snobismo da nuovi ricchi, manifestato in periodiche spedizioni di “shopping” a Rodeo Drive, la via dei grandi marchi nel centro di Beverly Hills, in compagnia delle “girls”, come le chiamava lei, le ragazze un po’ stagionate che avevano diviso la sua giovinezza a Hollywood.

parretti ronald nancy reaganparretti ronald nancy reagan

 

Spendacciona, come spendacciona era colei che inconsciamente l’aveva sempre ispirata, appunto Jackie che esasperava Jack Kennedy con i suoi conti di sartoria, ma sempre per il bene della nazione e per l’immagine della Casa Bianca. Aveva ordinato un nuovo servizio di piatti di porcellana, ancora oggi in uso, per sostituire quello lasciato dai Carter, coppia “di provincia”, secondo lei, nuovi pezzi d’arredamento e gran spostamenti di mobilia. Di nuovo seguendo la traccia di Jacqueline.

Nancy e Ronald Reagan Nancy e Ronald Reagan

 

Ma la sua vita, che per quasi mezzo secolo, dal 1952 al 1999, era stata al fianco di Ronald, era dedicata, da “casalinga”, come si definiva civettando, alla costruzione del tempio Reagan. Nel trascorrere degli anni il potere di Nancy era cresciuto in proporzione inversa all’indebolirsi della facoltà del suo Ronnie.

 

Nancy era eminenza grigia di Ronald Reagan Nancy era eminenza grigia di Ronald Reagan

Era diventata la “zarina”, sempre più imperiosa e sempre più intollerante di chiunque osasse mettere in dubbio il mito vivente del marito. Quando il capo gabinetto, il quasi omonimo Donald Regan, osò dire che il Presidente si sarebbe dovuto dimettere dopo lo scandalo dei finanziamenti illegali ai Contras del Nicaragua, fu incenerito dai fulmini di lei e prontamente allontanato.

 

Divenne lei, ben oltre il classico “potere del cuscino” che tutte le First Lady possiedono essendo coloro che per ultime si coricano con il Capo dello Stato e per prime gli parlano al risveglio, la “presidentessa” segreta. E ossessiva. Dopo l’attentato del 1981, che portò Reagan vicinissimo alla morte con il proiettile conficcato a pochi centimetri da cuore, l’amore sposò la paranoia. Era lei che rivedeva l’agenda degli spostamenti del marito, non prima di avere consultato un’astrologa per sapere se gli astri avrebbero approvato quel viaggio.

nancy reagan visita la tomba del maritonancy reagan visita la tomba del marito

 

Se dubbi di opportunismo o di calcolo personale fossero venuti durante la carriera di Ronald, sarebbero stati fugati dopo l’ammissione pubblica, fatta attraverso una toccante lettera al popolo americano, della malattia. Nancy divenne Ronald. Ne centellinò, fino a eliminarle, le apparizione in pubblico, riservando gli incontri ai pochi, veri amici che frequentavano la sua casa, attori, come Charlton Heston, che ancora, a sprazzi, il marito riconosceva.

ronald e nancy reaganronald e nancy reagan

 

Faceva filtrare, con sapienza, le piccole indiscrezioni commoventi che uscivano dalla villa di Bel Air. Sapemmo che Ronnie si alzava nel cuore della notte, per rastrellare in vestaglia di seta svolazzante le foglie secche attorno alla piscina, circondato dagli uomini del Servizio Segreto, nel timore che cadesse nella vasca. Che Ronnie rigirava fra le dita un souvenir di vetro da pochi soldi della Casa Bianca, quelle palle di vetro con la neve finta, mormorando a lei: «Questo mi ricorda qualche cosa».

 

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Vivere 94 anni, lesinando la propria presenza pubblica a qualche rara commemorazione quasi sempre nella enorme Biblioteca Reagan in California sotto le ali del vecchio Air Force One sul quale aveva volato con lui tante volte, avendo superato una mastectomia da cancro al seno nel 1987, mentre ancora era First Lady, assolve e monda da peccati e antipatie.

 

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E quella sua figura di venti centimetri più piccola del marito, ridotta al peso di un cardellino negli ultimi anni sotto un volto scavato da occhiaie profonde, ma sempre impeccabilmente vestita e ornata dall’inevitabile filo di perle, ricorda il passato di una Casa Bianca, e di una borghese dignità che non suscita più rancore. Semmai rimpianto.

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