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Fiorenza Sarzanini per il Corriere della Sera
LA PROTESTA ANTI MIGRANTI A GORINO
La linea del governo non cambia: Regioni e Comuni dovranno continuare a garantire l' accoglienza dei migranti. Il giorno dopo la rivolta di Gorino, al Viminale si mette a punto la distribuzione degli stranieri appena sbarcati, si cercano posti per chi arriverà nei prossimi giorni.
Le strutture in tutto il Paese sono al limite della capienza e dunque la maggior parte di loro verrà portata nelle caserme già utilizzate da mesi, si chiederà aiuto alle associazioni convenzionate, agli enti religiosi. Le disposizioni per i prefetti ribadiscono la necessità di non effettuare requisizioni, se non in casi estremi, trattando invece con gli amministratori locali in modo da evitare proteste e rivolte dei cittadini. Ma anche di non cedere alla piazza, come invece ha fatto ieri il prefetto di Ferrara Michele Tortora.
L' IRA DI ALFANO
La rabbia del ministro dell' Interno Angelino Alfano per ciò che è successo in Emilia esplode in mattinata, quando le donne e i bambini sono stati trasferiti dal piccolo paese perché, come aveva comunicato nella notte lo stesso prefetto, «non siamo in grado di garantire la loro sicurezza».
Sul tavolo il ministro ha la ricostruzione della vicenda, sin da quando era stato individuato l' ostello di Gorino dove portare il piccolo gruppo di stranieri e poi si è deciso che non fosse il caso di sfidare la rivolta degli abitanti. La sua reazione è netta: «Quello che è accaduto è l' esempio di ciò che non va fatto». Rincara la dose il prefetto Mario Morcone, capo del Dipartimento immigrazione, «Mi vergogno di quanto accaduto». Una dichiarazione stigmatizzata dal leader leghista Matteo Salvini che dice: «Io sto con Gorino, Morcone si dimetta».
Alle 12 il titolare del Viminale va in tv a La 7 e scandisce: «L' Italia è a Lampedusa e sulle navi che salvano vite in mare. Non nelle barricate a Goro. Organizzare blocchi stradali contro dodici donne non fa onore al nostro Paese. Poi certo tutto può essere gestito meglio, possiamo trovare tutte le scuse che vogliamo, ma quella non è Italia. Quel che è accaduto non è lo specchio dell' Italia». E sull' Europa: «Noi facciamo la nostra parte, deve provvedere a redistribuzione e rimpatri».
LA PROTESTA ANTI MIGRANTI A GORINO
CASERME E RICOVERI
Nel pomeriggio si riesamina il piano di accoglienza. Mentre al sud sbarcano altre migliaia di migranti e il numero degli stranieri giunti in Italia in questi primi dieci mesi del 2016 arriva a 154.776, si individuano gli edifici da utilizzare. Anche tenendo conto che gli «hotspot» - i centri di identificazione dove ogni migrante deve essere fotosegnalato, così come prevedono gli accordi con l' Unione Europea - sono ormai stracolmi proprio perché le procedure da rispettare richiedono tempo.
Si prendono contatti con la Croce Rossa, con la Caritas, con le comunità religiose e le organizzazioni umanitarie che già si occupano di assistenza. Il governo ha sbloccato i 600 milioni necessari a pagare gli arretrati, le associazioni si mostrano disponibili a collaborare. Nel piano rientrano anche le cooperative. E poi ci sono le caserme, gli stabili demaniali e dell' esercito già consegnati. Possono ospitare circa 4.000 persone, i letti ancora disponibili non sono molti ma bisogna utilizzare ogni posto.
LA PROTESTA ANTI MIGRANTI A GORINO
INCENTIVI AI COMUNI
Sono soltanto 2.600 - su 7.998 - i Comuni che hanno accettato di assistere gli stranieri. Oggi ci sarà un nuovo incontro tra i rappresentanti del Viminale e il vertice dell' Anci - adesso presieduto dal sindaco di Bari Antonio Decaro - proprio per ampliare l' elenco di chi si rende disponibile. Il provvedimento del governo ha stanziato 100 milioni di euro per assegnare alle amministrazioni locali 500 euro per ogni straniero accolto fino al 15 ottobre scorso.
Altri soldi sono a disposizione di chi vorrà partecipare alla ripartizione che segue uno schema preciso. Si trasferiranno 2,5 richiedenti asilo ogni mille abitanti ma i Comuni saranno differenziati in tre classi: fino a 2.000 abitanti, con più di 2.000 abitanti e città metropolitane. Nel primo caso il massimo dei migranti assegnati è 5; nell' ultimo si scende a 1,5 ogni mille abitanti.
OLTRE 3.700 MORTI
Per avere un' idea della situazione in Italia basta scorrere i dati del Viminale aggiornati al 23 ottobre, tre giorni fa quando risultavano 168.026 le persone assistite. Negli «hotspot» ce n' erano 1.430, mentre 22.971 erano nelle strutture Sprar e ben 129.787 in quelle temporanee. Numeri destinati a salire velocemente, così come quello delle vittime del Mediterraneo.
In questo caso è l' Alto commissariato dell' Onu a fornire il bilancio drammatico dei naufragi con almeno 3.740 tra morti e dispersi, poco meno dei 3.771 registrati in tutto il 2015, che è stato certamente l' anno «nero» proprio per quanto riguarda le tragedie del mare.
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