![francesco gaetano caltagirone alberto nagel andrea orcel generali](/img/patch/05-2021/francesco-gaetano-caltagirone-alberto-nagel-andrea-orcel-generali-1462671_600_q50.webp)
FLASH! - SIAMO UOMINI O GENERALI? PER L'OTTUAGENARIO CALTAGIRONE LA CATTURA DEL LEONE DI TRIESTE E'…
1 - VIDEO "LO SMACCHIAMO, LO SMACCHIAMO"
http://www.youtube.com/watch?v=R7CKXhPlFuQ
2 - DAGOREPORT
Dopo un disastroso risultato elettorale come quello incassato dal PD, le lame della resa dei conti avrebbero reciso, per prima, la testa di chi del partito è stato âspin' e cattivo doctor: quella del capo della comunicazione. E dato che al partito democratico i voti sono arrivati in dosi-Occhetto e dalle urne funerarie è risalita una scoppola a cinque stelle, il turn over sarebbe obbligato.
Ma se lo smacchiatore di giaguari Bersani - troppo frettolosamente ribattezzato dai suoi "Palazzo Pigi" - volesse offrire uno scalpo ai suoi, dove dovrebbe affondare il colpo?
Chi ha governato la campagna comunicazione del partito alle ultime elezioni?
Tommaso Giuntella, giovane sinistrato arruolato da Culatello con Roberto Speranza e Alessandra Moretti per svecchiare le facce bolse della Nomenklatura, in un'intervista al "Fatto" ha rivelato: "Nessuno aveva ufficialmente il ruolo di coordinatore della comunicazione per la campagna elettorale del Pd".
Proprio Giuntella, messo a capo dei "Trecento spartani", i volontari che hanno tirato la volata in rete a Bersani, non sa e cade dal pero. Non c'era e se c'era, twittava.
Nella migliore tradizione del fuggi-fuggi: nessun capo, nessun colpevole.
Certo, non appena è finito in rete il delirante video-esorcismo "Lo smacchiamo, lo smacchiamo" (ancora oggi senza paternità ), era chiaro che la barca democratica fosse alla mercé del cazzeggio internettaro più perverso e del front-man più tamarro del web.
Quello che sperava d'essere "il primo partito italiano" non aveva un guru, un responsabile, un decisore di ultima istanza sulla comunicazione?
Chi ha dettato gli slogan, scandito le comparsate tv dei candidati, controllato i discorsi pubblici e pianificato azioni-reazioni a mezzo stampa?
E allora a cosa erano preposti i Di Traglia, i Gotor, i Seghetti e le Geloni?
Chi è stato il finissimo âauscultatore' della materia prima da lavorare, gli elettori, che mentre Grillo raccoglieva voti nelle piazze consigliava al suo âcaro leader' di perdersi nel risiko delle alleanze prendo-Monti-mollo-Vendola-tengo-Vendola-mollo-Monti?
Adesso pare che al Nazareno sia in cantiere una "unit" cui affidare la gestione dei social network in vista delle prossime, vicinissime, elezioni. Una sorta di task force anti-grillina che dovrebbe spiegare a âgggiovani' perché votare quel partito che dopo aver massacrato uno dei suoi iscritti, Matteo Renzi, ora - tre mesi dopo - sarebbe disposto a prelevarlo a Firenze con la sedia gestatoria.
3 - TOMMASO GIUNTELLA: "L'AVEVO DETTO, IL GIAGUARO NON BASTA"
Chiara Paolin per il "Fatto quotidiano"
Nelle foto che servivano a dimostrare la svolta giovane del nuovo Bersani, Tommaso Giuntella c'era sempre. Sorridente con il segretario, Alessandra Moretti e Roberto Speranza.
Tre facce per il cambiamento.
Dovevamo lanciare le Primarie, coinvolgere la gente, far sentire la sfida, usare i social media.
Tre milioni di voti, un successo.
Infatti. Ma dal 2 dicembre è cambiato tutto. Alessandra e Roberto si sono candidati, è iniziata la campagna elettorale e non ho più avuto indicazioni precise.
Cioè?
Niente. Avevo messo su una rete di volontari per agire sul web, seguire i flussi, spingere le discussioni. Tutte cose fondamentali che Grillo conosce e domina : ci lavora dal 2004.
E il Pd?
Siamo partiti tardi, dovevamo continuare almeno il progetto impostato. Invece io e i miei volontari siamo andati avanti così, perché ci crediamo. Senza una guida dall'alto.
Come sarebbe?
Nessuno aveva ufficialmente il ruolo di coordinatore della comunicazione per la campagna elettorale del Pd.
Credevano ai sondaggi, alla vittoria?
Anche questo, sì. Invece io segnalavo: occhio che Berlusconi e Grillo sono al centro del flusso, il web offre tracce evidenti a chi sa leggere il dato.
E lei leggeva?
Certo. E contrastavo. Abbiamo fatto il possibile, però la gente era troppo arrabbiata, delusa. Volevano tutti dare un segno col loro voto. Cercavano un'indicazione, un contenuto chiaro.
Bersani troppo vago?
Sicuramente quel tono moderato ha avuto poca presa sulla gente.
Il leader doveva dire qualcosa, magari di sinistra.
Doveva essere più netto, proporre argomenti. Creare un sentimento collettivo, condividere un progetto. Grillo ha detto: sfasciamo tutto. E l'hanno capito benissimo. Noi che abbiamo detto?
Che avete detto?
Non abbastanza. E mi dispiace molto non aver ottenuto più attenzione dai vertici.
C'è rimasto male.
Sì, umanamente la cosa mi ha deluso.
Ma allora il giaguaro? I video autoironici? I giochini sul sito?
Non li ho fatti io, li ho solo fatti girare in rete. Erano anche simpatici, ma sono usciti tardi e con un taglio troppo scherzoso per fare davvero comunicazione nel web.
Antico guaio il rapporto tra la sinistra e i media. Bersani che si beve la birra triste e solitario fu un sano inizio?
Ah, lui è da birra chiara, io vado di Guinness quando suono col mio complesso folk irlandese.
Quando rivedrà Bersani?
Ho un piano pronto per il web, spero di incontrarlo presto, dare una mano.
Mica facile rispondere a un Grillo che ti dà del mercante di vacche.
Eh lo so, ma bisogna reagire, se stai fermo è peggio.
Nel frattempo Moretti e Speranza sono stati eletti. Lei?
Non ero mica candidato.
4 - LA FRASE DEL GIORNO (CHE SPIEGA MOLTE COSE)
Claudio Cerasa per "il Foglio" - "Nessuno aveva ufficialmente il ruolo di coordinatore della comunicazione per la campagna elettorale del Pd", Tommaso Giuntella intervistato oggi sul Fatto Quotidiano (ps: si era notato)
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