A CIASCUNO I SUOI IMMIGRATI - PER GESTIRE GLI ENORMI FLUSSI MIGRATORI DAL CENTROAMERICA, IL GOVERNATORE DEL TEXAS PERRY SGUINZAGLIA LA GUARDIA NAZIONALE AL CONFINE COL MESSICO MA CHIEDE I SOLDI A OBAMA

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Massimo Gaggi per “Il Corriere della Sera

 

rick perryrick perry

Contro la nuova ondata di immigrati illegali che arrivano negli Stati Uniti dal Centro America — stavolta soprattutto ragazzi e, addirittura, bambini privi di genitori — il governatore del Texas Rick Perry schiera alla frontiera la Guardia Nazionale.

 

Il leader conservatore ieri ha dato disposizione affinché mille soldati della Guardia vengano dislocati nella valle del Rio Grande, la zona attraversata più di frequente dai clandestini. Non è ben chiaro a fare cosa. Né è chiaro chi pagherà i 12-15 milioni di dollari al mese necessari per il mantenimento di questa forza militare.

 BARACK OBAMA BARACK OBAMA


In base alla legge, tanto il governo federale quanto i singoli Stati hanno il potere di attivare la Guardia Nazionale. Ma chi lo fa se ne deve assumere anche gli oneri. Rick Perry, però, non ha alcuna intenzione di finanziare l’operazione coi fondi del Texas e si dice pronto a fare causa all’Amministrazione di Washington per ottenere il rimborso, se a pagare non sarà il governo federale.

 

Un’aperta provocazione nei confronti di Barack Obama al quale i repubblicani avevano già chiesto più volte nelle ultime settimane di mobilitare la Guardia nazionale: invano. Il presidente ha sostenuto che quella dei bambini che arrivano dall’America Centrale è un’emergenza umanitaria che va affrontata con altri strumenti.

 

MESSICO IMMIGRATI MESSICO IMMIGRATI

Anche se poi ha chiesto al Congresso (senza ottenerli) 3,7 miliardi di dollari che dovrebbero servire a rafforzare gli sbarramenti alla frontiera oltre che a finanziare i centri di accoglienza per dare un tetto ai ragazzini che varcano la frontiera.


Ieri la Casa Bianca ha minimizzato il caso sostenendo, col nuovo portavoce del presidente, Josh Earnest, che quello del governatore del Texas è solo un gesto simbolico, pensato per produrre titoli sui giornali e in tv: una chiara allusione alle ambizioni politiche di Perry che, governatore del grande Stato del Sud da oltre 14 anni (lo ereditò da George Bush quando questi andò alla Casa Bianca), ha deciso di non ricandidarsi per un quarto mandato alle elezioni del prossimo novembre.

 

Segno evidente che vuole correre di nuovo per le presidenziali del 2016, dopo l’insuccesso delle primarie repubblicane di due anni e mezzo fa. Perry non smentisce e, anzi, a chi gli contesta l’esito disastroso della sua precedente campagna elettorale (partito in pole position, finì ben presto fuori strada per la pessima figura fatta nei dibattiti televisivi e per alcune gaffe come l’incapacità di ricordare i nomi degli enti e delle amministrazioni che si proponeva di sopprimere), risponde di aver imparato la lezione e di essere, oggi, molto più preparato.

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Gli analisti non sono affatto convinti che abbia buone chance: se non ce l’ha fatta nel 2012 quando i candidati, da Santorum allo stesso Romney, erano tutti deboli, come può pretendere di emergere oggi tra personaggi dal profilo politico ben più spiccato come Marco Rubio, Jeb Bush e lo stesso Chris Christie, pur se azzoppato dallo «scandalo del ponte»? Oltretutto, inventandosi un’operazione della Guardia Nazionale molto costosa e priva di uno scopo preciso, Perry rischia di partire col piede sbagliato.

 

Probabilmente il governatore l’ha fatto per cercare di recuperare consensi nell’elettorato conservatore: la destra oltranzista, infatti, non gli ha mai perdonato certe prese di posizione del passato a favore di una sanatoria per i clandestini che lavorano negli Usa e che per il Texas rappresentano una risorsa economica insostituibile. Allora Perry aveva addirittura accusato chi lo attaccava da destra di essere senza cuore.

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Quella della mobilitazione della Guardia Nazionale rimane un’enormità, se guardata dall’esterno. Ma Perry, il governatore più longevo della storia del Texas, sa bene che nello Stato della «stella solitaria», nostalgico della condizione di repubblica indipendente di un passato ormai remoto, il desiderio di intervenire alla frontiera col Messico è molto forte.

 

Più battagliero ancora di Perry è l’Attorney general Greg Abbott, il ministro della Giustizia dello Stato che correrà per succedere a Rick come governatore: è lui che vuole trascinare in tribunale Obama per non aver fatto abbastanza per proteggere la frontiera del Rio Grande.


Ma anche la candidata dei democratici, l’ormai celebre Wendy Davis, per criticando la richiesta di far intervenire la Guardia Nazionale, prende le distanze dai suoi compagni di partito che vorrebbero solo interventi umanitari e propone, invece, di mandare al confine più vicesceriffi e poliziotti.