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MELONI NON PUÒ PIÙ DIFENDERE A OLTRANZA LA “CASTA” DEI BALNEARI E HA PRONTA LA BOZZA D'ACCORDO PER METTERE A BANDO LE CONCESSIONI DEGLI STABILIMENTI, COME IMPOSTO DA BRUXELLES – I COMUNI DOVRANNO INDIRE LE GARE ENTRO GIUGNO DEL 2027. È ESCLUSA QUALSIASI FORMA DI DIRITTO DI PRELAZIONE PER I CONCESSIONARI USCENTI E VENGONO FISSATI PALETTI RIGIDI PER GLI INDENNIZZI, CHE NON SARANNO A CARICO NÉ DELLO STATO NÉ DEGLI ENTI CONCEDENTI…

Estratto dell’articolo di Paolo Baroni per “La Stampa”

 

giorgia meloni raffaele fitto

«Work in progress», «lavori in corso», fanno sapere dalla maggioranza. Non è escluso che la soluzione per i balneari, da mesi (anni, si dovrebbe dire) oggetto di un braccio di ferro con l'Europa, possa arrivare già domani quando al Consiglio dei ministri potrebbe approdare la riforma delle concessioni del demanio marittimo che verrebbe inserita in un decreto Salva-infrazioni.

 

[…] Il governo ha prima provato ad ipotizzare mini-proroghe, per andare oltre il termine del 31 dicembre 2024 confermato a più riprese dal Consiglio di Stato, dall'Antitrust e dalla Corte di giustizia europea, con requisiti molto stringenti per accedervi e indennizzi per i concessionari uscenti.

 

i numeri dei balneari in italia - la stampa

Un'altra ipotesi sul tavolo arrivava a fissare proroghe sfalsate su base regionale in base alla diversa percentuale di occupazione delle coste consentendo alle regioni con la quota più alta di spiagge libere di rinviare le gare addirittura al 2029. La mediazione portata avanti dal ministro agli Affari europei Raffaele Fitto, in realtà, dovrebbe portare ad un compromesso che, a quanto pare, col corredo di altri correttivi, dovrebbe risultare più gradito alla Commissione Ue.

 

La soluzione sarebbe quella di fissare al 30 settembre 2027 la scadenza delle attuali concessioni con l'obbligo per gli enti concedenti di indire le gare entro il 30 giugno 2027. I Comuni avrebbero però la possibilità di anticipare i bandi a patto di motivare in maniera congrua questa decisione: in pratica non ci sarebbero più rinnovi automatici e generalizzati, da sempre bocciati da Bruxelles, ma si procederebbe caso per caso in base alle valutazioni fatte a livello locale.

 

PROTESTE DEI BALNEARI CONTRO IL GOVERNO

Le nuove concessioni dovranno avere una durata compresa fra 5 e 20 anni con la possibilità assegnata agli enti concedenti di chiudere la partita al più tardi il 31 marzo 2028 nel caso emergessero effettive difficoltà nell'effettuazione delle gare.

 

Se l'Italia riuscirà a spuntare più tempo per le nuove gare su prelazioni e indennizzi il governo italiano dovrà arretrare rispetto alla sua proposta iniziale. L'ultima bozza di accordo circolata esclude infatti qualsiasi forma di diritto di prelazione per i concessionari uscenti e fissa paletti molto rigidi per gli indennizzi. Che non saranno a carico né dello Stato né degli enti concedenti ma dei nuovi privati che subentreranno nella gestione degli stabilimenti balneari.

 

STABILIMENTI BALNEARI

Rispetto alle tante ipotesi circolate negli ultimi tempi i tecnici di Bruxelles avrebbero dato semaforo verde a indennizzi calcolati sul valore dei beni ammortizzabili e non ancora ammortizzati e su un'equa remunerazione degli investimenti fatti però solo negli ultimi 5 anni certificati attraverso una perizia asseverata.

 

[…]  Non ci sarà un diritto di prelazione sulla concessione in scadenza ma nell'effettuazione delle gare i soggetti che nei 5 anni precedenti sono stati titolari di concessioni ricavando da queste la loro prevalente fronte di reddito saranno avvantaggiati, lo stesso varrà per chi può dimostrare una esperienza tecnica e professionale in attività comparabili a quelle degli stabilimenti balneari. Per chi ambisce invece a conquistare una nuova concessione si terrà anche conto del numero dei lavoratori che il soggetto che presenta un'offerta si impegna ad assumere dal concessionario uscente.

 

giorgia meloni raffaele fitto

Fino all'ultimo si tratterà su questi punti e sugli ultimi dettagli e se non sarà già domani l'intenzione del governo è comunque quella di chiudere la partita entro questo mese. Molto critici i consumatori dell'Aduc rispetto alla soluzione che si sta profilando: secondo l'associazione, infatti, «va avanti l'illegalità delle concessioni. È dal 2006 che l'Italia non ha mai fatto rispettare, con proroghe e rimandi di fantasia legislativa e normativa, la direttiva Bolkestein. Col risultato di azzerare la concorrenza ed affidare alla corporazione dei balneari un servizio sempre più costoso».

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