DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
1- SENATO: GOVERNO VA SOTTO IN AULA SU PENSIONI MANAGER
(ANSA) - Il governo è stato battuto in Senato su un emendamento di Idv che ha abrogato un articolo del decreto sulle commissioni bancarie, che conteneva una norma a favore delle pensioni dei manager pubblici. I favorevoli sono stati 124 (Idv, Lega e Pdl), i contrari 94.
L'articolo che è stato abrogato, integrava un comma del decreto Salva Italia, che imponeva un contributo di solidarietà per gli stipendi dei manager pubblici oltre i 300.000 euro annui. L'articolo stabiliva che questo "taglio" di stipendio era ininfluente ai fini della definizione della pensione per la parte calcolata con il metodo retributivo.
"Questo articolo - aveva spiegato in aula il sottosegretario Claudio De Vincenti - fa sì che i dirigenti della Pubblica amministrazione che hanno già maturato i requisiti di pensionamento, che volontariamente prolungano la loro attività , al momento dell'andata in pensione avranno l'assegno calcolato sulla situazione maturata al 22 dicembre 2012". L'articolo non comportava oneri per la finanza pubblica e il governo lo aveva inserito nel decreto sulla commissioni bancarie per evitare possibili ricorsi, alla luce di precedenti sentenze della Corte costituzionale in tema previdenziale.
Il blitz è avvenuto a seguito dell'approvazione, all'inizio del voto sugli emendamenti, di un ordine del giorno di Lucio Malan (PdL) sugli esodati. Esso impegnava il goveno a risolvere il problema degli esodati "prima" di qualsiasi altro intervento pensionistico a favore di altre categorie. Una volta giunti al voto sull'articolo del decreto che riguardava le pensioni dei manager pubblici, Luigi Li Gotti (Idv) ha sottolineato che la "logica conseguenza" dell'ordine del giorno precedente sarebbe stata la cancellazione dell'articolo in questione. La tesi è stata appoggiata dalla Lega e dal Pdl, con Giacomo Caliendo. Il Pd, con Giovanni Legnini si è invece dichiarato contro la cancellazione dell'articolo.
2- GOVERNO:GRILLO, NOMINA AMATO?UN VAFFA DELLA CASTA A ITALIANI
(ANSA) - "Giuliano Amato nominato super-consulente da Rigor Montis sui soldi pubblici ai partiti è uno schiaffo agli italiani. Una pernacchia. Un potente vaffanculo della Casta. Una provocazione. E' come buttare un fiammifero acceso in un pagliaio". Così il leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, sul suo blog. "Qualche volta - prosegue - mi chiedo se Monti e il Trio Lescano che lo appoggia abbiano veramente capito dove si trovano, in quale momento storico. L'Italia è sull'orlo del collasso economico, dopo il quale può succedere di tutto. Al confronto di Rigor Montis, di Alfano, Bersani e Casini, Maria Antonietta, alla quale venne attribuita la frase 'Se non hanno pane, mangino brioches!', rivolta al popolo affamato durante la Rivoluzione francese, è una statista".
"Giuliano Amato ha una certa esperienza nel maneggiare i soldi e di finanziamenti pubblici, è stato tesoriere del PSI di Craxi. Uno dei rari casi in cui il tesoriere fa carriera e il capo finisce sotto accusa e latitante. L'esatto contrario dei tesorieri Belsito della Lega e di Lusi della Margherita. Si invocano i tagli e si imbarca un tizio che prende 32.000 euro di pensione al mese. E' uno scherzo di Carnevale? Per le pensioni va applicato un tetto massimo di 3.000 euro. Sono più che sufficienti per vivere. Con il risparmio (valutabile in 7 miliardi di euro all'anno) delle mega pensioni, doppie e triple, dei vitalizi dei politici si apra un fondo per pagare i debiti che lo Stato ha con gli imprenditori che si suicidano al ritmo di uno o due al giorno".
"Affidare un incarico al superpensionato Amato per contenere i costi è una dichiarazione di guerra a chi non riesce a mangiare con la sua pensione e dopo il taglio di 200 euro al suo misero reddito decide farla finita buttandosi dal terrazzo. I sacrifici, o li facciamo tutti, o non li fa nessuno! Ma questo, Rigor Montis non lo sa. Non capisce che senza esempi, occupandosi di ritagli e frattaglie al posto dei tagli e senza l'appoggio dell'opinione pubblica, è già finito. Che sarà travolto. Un ferrovecchio a cui i partiti cercheranno di attribuire le colpe per poi essere spazzati via a loro volta. Loro non si arrenderanno mai. Noi neppure. Ci vediamo in Parlamento (ma forse loro non ci saranno)", conclude Grillo.
MARIO MONTI luigi li gotti GIACOMO CALIENDOGIULIANO AMATO beppe grillo
Ultimi Dagoreport
DAGOREPORT - È TORNATA RAISET! TRA COLOGNO MONZESE E VIALE MAZZINI C’È UN NUOVO APPEASEMENT E…
NE VEDREMO DELLE BELLE: VOLANO GIÀ GLI STRACCI TRA I TECNO-PAPERONI CONVERTITI AL TRUMPISMO – ELON…
DAGOREPORT – I GRANDI ASSENTI ALL’INAUGURATION DAY DI TRUMP? I BANCHIERI! PER LA TECNO-DESTRA DEI…
DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA”…
C’ERA UNA VOLTA IL TRENO PER KIEV CON DRAGHI, MACRON E SCHOLZ. ORA, COMPLICE IL TRUMPISMO SENZA…