DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Mario Ajello per il Messaggero
Un censimento tira l' altro.
Ed è gara di censimenti. Tra Salvini e Di Maio. Quello sui rom, lanciato dal vicepremier leghista? Ma certo. Anche, però, quello annunciato ieri a Porta a Porta dal vice-premier grillino. Questo: «Ci sono altri censimenti da fare. Per esempio il censimento di tutti i raccomandati nella pubblica amministrazione e nelle aziende di Stato. Dobbiamo cominciare dalla Rai. E ristabilire il principio della meritocrazia».
Una minaccia alla vigilia del rinnovo dei vertici della televisione pubblica e poi della scelta dei direttori dei telegiornali e delle reti? Più che altro una dichiarazione impegnativa. Perché, una volta che saranno fatte le nomine, bisognerà dimostrare che i nominati non sono lottizzati. E se così sarà, davvero si tratterà di una rivoluzione epocale in Rai, se non fosse che nessuno a Saxa Rubra crede nella possibilità del trionfo esclusivo dei meritevoli e della sconfitta totale dei criteri politici nelle scelte. E comunque: «Non vogliamo fare alcun atto intimidatorio - spiega Di Maio nel salotto di Bruno Vespa - e diciamo solamente che, se c' è un governo del cambiamento, bisogna cambiare il fatto che i furbi hanno superato gli altri».
Altra difficoltà però: come stabilire, retrospettivamente, chi sono stati i furbi premiati e chi i valorosi penalizzati? Ma a questa difficoltà, i dem - che subito hanno protestato, per bocca tra gli altri del senatore Verducci, per l' annuncio di questa «schedatura» nelle aziende pubbliche - ne aggiungono un' altra. Così osserva Michele Anzaldi parlando di autogol di Di Maio: «Se vogliono scoprire i raccomandati in Rai, possono scoprire anche i raccomandati al Comune di Roma.
Anzi, alcuni di quelli già si conoscono. Come Lanzalone. Come il fratello di Marra, che la Raggi ha favorito e infatti è sotto processo proprio per questo».
CONTROPIEDE C' è però un aspetto tutto comunicativo in questa «censimento» di Di Di Maio. Ovvero, battere un colpo nei confronti di Salvini che mediaticamente lo sovrasta.
E così, il leader grillino usa la stessa parola dell' alleato-rivale, ma invece di associare il «censimento» al tema leghista della sicurezza lo coniuga agli asset pentastellati per eccellenza: l' onestà-onestà-onestà e la trasparenza (enza-enza).
Ma c' è di più. Con questa dichiarazione Di Maio potrebbe aver lanciato un messaggio alla Lega, molto più esperta e attrezzata in campo Rai, per dirle: lottizza ma senza esagerare. Ed è vero che la Lega ha più persone di riferimento nell' azienda e che Salvini è sul pezzo (basti pensare alla dichiarazione dell' altro giorno: «I tiggì Rai sembrano notiziari in bianco e nero degli anni 20 e 30», ma come si sente dire in queste ore a Saxa Rubra e a Viale Mazzini: «M5S non faticherà a trovare gente disponibile a dirsi grillina». Anche se Roberto Fico, presidente della Camera, ha più volte assicurato imparzialità nella scelta dei nuovi assetti.
GENNARO SANGIULIANO CON SALVINI E TAJANI
«La verità - attacca ancora Anzaldi - è che Di Maio è ossessionato dal controllo di Viale Mazzini. Le sue parole sono l' ennesima gravissima intimidazione, dopo le minacce di epurare i direttori». Quanto a cacciare qualcuno da un posto pubblico perché raccomandato, ammesso che si riesca a trovare il colpevole, l' impressione è che possa, più di Di Maio, Lino Banfi. O almeno la sua geniale battuta, nelle vesti di raccomandatore, in «Quo vado»: «Hai vinto un posto pubblico, ora non ti possono fare più niente», dice Banfi a Checco Zalone.
In ogni caso, l' uscita di Di Maio cade nel pieno del toto nomi che impazza a Saxa Rubra. Si parla di un esterno al Tg1, che potrebbe contendere la direzione a Gennaro Sangiuliano (Mario Giordano, che piace sia alla Lega che a M5S?). Per il Tg2, gira il nome di Alessandro Casarin, varesotto, storicamente vicino al Carroccio. Di area centrodestra, concorre a una direzione Nicola Rao, ora vice-direttore TgR. E così anche, stessa estrazione, Paolo Corsini. I nomi forti dei grillini sono Milena Gabanelli, o Tg3 o Rai1) e piace anche Alberto Matano.
di maiovincenzo spadafora e alberto matanoGENNARO SANGIULIANO
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