DAGOREPORT: PD, PARTITO DISTOPICO – L’INTERVISTA DI FRANCESCHINI SU “REPUBBLICA” SI PUÒ…
Claudio Bozza per il “Corriere della Sera”
I VOTI DEL CENTRODESTRA AL SENATO
Nove senatori: Salvini, Casellati, Calderoli, Ciriani, Bernini, Santanchè, Musumeci, Urso, Zangrillo sono diventati ministri. E a questi va aggiunto Ignazio La Russa, presidente di Palazzo Madama, che visto il suo ruolo super partes non partecipa alle votazioni. Le scelte della premier Giorgia Meloni per comporre il delicato puzzle della squadra di governo, giocoforza, avranno ripercussioni sui numeri del centrodestra in Senato.
La coalizione, grazie all'ampia vittoria del 25 settembre scorso, a Palazzo Madama può contare su una maggioranza di 116 voti. Dopo la riforma, che in Senato ha ridotto i seggi da 315 a 200, si tratterebbe di uno scarto piuttosto ampio, specie rispetto a un'opposizione divisa in mille rivoli. Ma a questi 116 voti vanno virtualmente sottratti appunto i 9 dei senatori-ministri, oltre a quello del presidente.
SERGIO MATTARELLA IGNAZIO LA RUSSA
I ministri, a differenza di La Russa, potranno comunque votare quando ce ne sarà bisogno, ma è un dato di fatto che il centrodestra non potrà contare in maniera stabile su quei 10 voti. Dopo il successo alle urne, e specie a inizio legislatura, è improbabile che per il momento si presentino scenari rischiosi per la tenuta della maggioranza, ma questo sarà un vulnus che la leader di Fratelli d'Italia dovrà tenere nel dovuto conto per il futuro, per non «andare sotto» quando il quadro politico potrebbe non essere assai favorevole come quello odierno.
È anche in questo quadro che Meloni ha virato su Luca Ciriani, ex capogruppo al Senato, come ministro ai Rapporti con il Parlamento. Il fedelissimo della neo premier conosce infatti a menadito i meccanismi della «macchina» di Palazzo Madama e oltre al suo ruolo istituzionale difficilmente farà mancare le sue indicazioni ai colleghi di partito. Alla Camera, potendo contare su una maggioranza ancora più solida, il centrodestra è ancora più blindato: i deputati-ministri sono 7, ma i voti sono almeno 235 su 400.
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