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DAGOREPORT – QUANTO DURERA' LA STRATEGIA DEL SILENZIO DI GIORGIA MELONI? SI PRESENTERÀ IN AULA PER…
Andrea Tarquini per Repubblica.it
Le consulenze d'oro a quanto pare non sono un'abitudine soltanto italiana. In risposta a un'interrogazione del gruppo parlamentare della Linke (la sinistra radicale postcomunista), il governo federale tedesco ha dovuto ammettere in un lungo rapporto che, dal 2009 a oggi, ha speso quasi un miliardo di euro per consulenze e servizi di persone o aziende esterne alla pubblica amministrazione.
Parliamo per l'esattezza di oltre 977 milioni di denaro dei contribuenti, speso per studi, perizie, consulenze legali, produzione di brochures, aiuto nell'organizzare la presenza di un ministero a una fiera, conferenze, workshops e molto altro.
Quel che è più sconcertante, come nota stamane una voce certo non sospetta di simpatia con la Linke, cioè il grande quotidiano liberalconservatore di Francoforte Frankfurter Allgemeine, è che nelle ben 300 pagine del rapporto governativo di risposta all'interrogazione della sinistra radicale non si capisce assolutamente per quali precisi lavori, consulenze o perizie il denaro è stato speso.
Gli onorari, con un linguaggio degno della Nordcorea o di Cuba, vengono classificati "vertraulich", cioè confidenziali, a motivo dei segreti d'affari e aziendali delle persone o imprese cui le aziende erano state appaltate. Brutta figura per il governo di centrodestra di Angela Merkel, a soli undici giorni ormai dalle elezioni politiche federali alle quali il popolo sovrano della Repubblica federale deciderà se confermarla o no cancelliera per un terzo mandato.
Quanto ai ministeri che hanno dedicato più soldi alle consulenze, in testa nella classifica degli spendaccioni c'è quello della ricerca scientifica con quasi 465 milioni, al secondo posto si piazza il ministro dell'Economia con circa 115 milioni. In molti casi le cifre spese variano in modo estremo da un anno all'altro: al ministero del lavoro hanno speso per consulenze 880mila euro nel 2009 e 22,3 milioni l'anno scorso. Al ministero delle Finanze il costo delle consulenze è invece salito da 3 milioni di euro nel 2009 a 12 nel 2012.
Quel che non si capisce è perché istituzioni ben organizzate e note per la loro efficienza come i ministeri federali abbiano bisogno di tante consulenze esterne, col rischio (dicono le opposizioni) di aprire la porta al lobbismo di ogni genere. Ma il rapporto governativo non si scompone: "In alcuni casi la competenza di persone esterne è necessaria, ma i consulenti non influiscono poi nella legislazione e nell'elaborazione di norme", afferma il governo.
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