santanchè salvini

IL GOVERNO ALLA PROVA CON LA DOPPIA MOZIONE DI SFIDUCIA NEI CONFRONTI DI SANTANCHE’ E SALVINI – “VANNO LISCE TUTTE E DUE”, È LA PREVISIONE CHE RIMBALZA TRA PALAZZO CHIGI E VIA DELLA SCROFA, ANCHE SE FRATELLI D’ITALIA NON HA MAI DIGERITO L’ATTRAZIONE DELLA LEGA PER MOSCA E IL CARROCCIO GUARDA CON INTERESSE ALLA POLTRONA DEL TURISMO, SUI CUI STA SEDUTA DANIELONA CHE SI DICE “TRANQUILLISSIMA” - SOLO IN CASO DI RINVIO A GIUDIZIO LA SANTANCHE’, CHE E’ FORTE DEL SOSTEGNO DEL PRESIDENTE DEL SENATO LA RUSSA, VALUTERÀ L’ADDIO...

Monica Guerzoni per il Corriere della Sera

santanchè salvini

Tutti in Aula. Deputati, sottosegretari, ministri. Il serrate i ranghi è arrivato via Whatsapp, con tanto di avviso per le possibili sedute in notturna. Gruppi parlamentari allertati e l’ordine di Palazzo Chigi di non lasciare scranni vuoti, per respingere la doppia mozione di sfiducia delle opposizioni contro Salvini e Santanchè.
 
«Vanno lisce tutte e due», è la previsione che rimbalza tra Palazzo Chigi e via della Scrofa, poiché la maggioranza ha i numeri per spazzar via i reciproci imbarazzi. Fratelli d’Italia non ha mai digerito l’attrazione della Lega per Mosca e la Lega, si sa, guarda con interesse alla poltrona del Turismo, sui cui sta seduta Daniela Santanchè: «Io sono tranquillissima, zero preoccupata».
 
La senatrice non sarà in Aula e non solo perché glielo hanno consigliato i suoi legali e i «big» del partito. Ha parlato l’estate scorsa a Palazzo Madama e non vede ragione alcuna per ribadire la sua autodifesa alla Camera. La sfiducia allora fu respinta e lei è convinta che finirà così anche stavolta.
 

MATTEO SALVINI E DANIELA SANTANCHE

L’accusa di aver truffato l’Inps con la cassa Covid, ancora da dimostrare, imbarazza i colleghi di partito e di coalizione, eppure Santanchè, forte del sostegno del presidente del Senato, Ignazio La Russa, non sembra temere colpi bassi dei leghisti e non si aspetta defezioni. «Con la mozione di sfiducia le hanno fatto un regalo», è l’idea che condividono in molti al vertice di FdI. «Il M5S ha commesso un errore politico». Se diversi colleghi di partito avevano dubbi sull’opportunità di difendere a oltranza una ministra sospettata di aver raggirato lo Stato con la sua azienda editoriale Visibilia, la mossa degli avversari ha costretto FdI e il governo a difenderla.
 
A Giorgia Meloni la ministra ha confidato di sentirsi a posto con la coscienza, le ha detto di essere fiduciosa perché «fin qui i magistrati mi hanno sempre dato ragione» e la premier l’ha incoraggiata a restare al suo posto: «Vai avanti, fai il tuo lavoro...». La blindatura di Palazzo Chigi ha retto alla chiusura delle indagini e reggerà a una eventuale richiesta di rinvio a giudizio.

SALVINI - TAJANI - MELONI - SANTANCHE - MEME BY EMILIANO CARLI

 
«Una volta che l’Aula della Camera le ha riconfermato la fiducia certo non la molliamo perché lo chiede un giudice — spiega un meloniano al governo —. Non possiamo consentire alle toghe di decidere chi può fare il ministro e chi no». Il confine è questo. Perché in caso di rinvio a giudizio il muro di contenimento alzato dalla premier crollerebbe.
 
Per i vertici di FdI «la blindatura di Daniela viene meno con il processo». E qui il partito si divide, tra chi pensa che Santanchè si sia impegnata con Meloni a dimettersi senza contropartite e chi invece immagina che possa resistere ancora. «Aspettiamo, vediamo le carte», invitano alla cautela i più garantisti. «In caso di rinvio a giudizio sarà Santachè a decidere che fare», è la linea secondo Raffaele Speranzon, vicecapogruppo vicario di FdI. In caso di passo indietro, nessuno nel partito si aspetta un vero e proprio rimpasto, né tantomeno un Meloni bis.
 

daniela santanche matteo salvini

(...) Anche Matteo Salvini, salvo sorprese, diserterà l’Aula. Per lui ha parlato una nota della Lega, con cui il segretario ha reciso a parole la collaborazione politica con Russia Unita, il partito di Putin, che non pochi imbarazzi ha creato a Palazzo Chigi. La sfiducia sarà respinta e pazienza se il vicepremier continua ad attaccare Ursula von der Leyen nel tentativo di indebolire Meloni. «Ormai sappiamo come è fatto — sdrammatizzano i fedelissimi della premier —. Non c’è rabbia, Salvini banalmente cerca voti».

matteo salvini daniela santanche