RIUSCIRÀ SALVINI A RITROVARE LA FORTUNA POLITICA MISTERIOSAMENTE SCOMPARSA? PER NON PERDERE LA…
Marco Sodano per La Stampa.it
Conte ha parlato in diretta al Paese alle 23.30. Per dire: “Chiudo tutte le attività non strategiche per il Paese” di fronte alla "crisi più difficile che il paese sta vivendo dal secondo dopoguerra: la morte di tanti concittadini è un dolore che ogni giorno si rinnova". Il premier è consapevole che quelle messe in atto sono "misure severe, ma non abbiamo alternative. In questo momento dobbiamo resistere, perché solo così riusciamo a tutelare noi stessi".
Il premier è sicuro che il sistema reggerà: "Il motore dell'Italia si rallenta – dice – ma non si ferma". D’altra parte, una volta che la decisione di chiudere le attività produttive è stata presa – nel pomeriggio da Lombardia e Piemonte, una grossa fetta del Paese nei fatti era già chiusa.
Giuseppe Conte pensosissimo durante il vertice virtuale con gli altri leader europei
Come vuole il suo ruolo, Conte prova a rassicurare gli animi, spiegando che per contrastare l'emergenza coronavirus "il governo interverrà con misure straordinarie che ci consentiranno di rialzare la testa". Soprattutto, non bisogna tirare fuori dalla naftalina tentazioni belliche – quelle sì – come l’accaparramento: niente fila ai supermercati, “non sarebbero giustificate”. Non ci saranno riduzioni dell'orario dei negozi alimentari (a parte, in qualche regione le aperture domenicali). Da qui "l'invito alla calma" e il "no alla rincorsa agli acquisti".
GIUSEPPE CONTE IN FARMACIA FOTO DI CARMEN LLERA MORAVIA
Regioni, Comuni e sindacati hanno premuto tutto il pomeriggio sul governo: vogliono la serrata dell’Italia. Lombardia e Piemonte hanno fatto da sole, chiudono tutto tranne i servizi essenziali. Chiudono – questo è il punto essenziale – le fabbriche. Ma il governo resta prudente. Troppo poco secondo le opposizioni, troppo poco anche secondo i vertici del M5S. Il premier Giuseppe Conte ne ha discusso per tutto il pomeriggio con i colleghi di governo (tra loro, il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo), sindacati e imprese. E nelle prossime ore Palazzo Chigi potrebbe muoversi, magari con delle chiusure light che non blocchino le filiere chiave del tessuto produttivo italiano.
“Proveremo a fare il possibile”, spiegavano da Palazzo Chigi. La cautela si spiega con la tenuta dei conti pubblici. Perché chiudere le fabbriche costa carissimo: il sostegno ai lavoratori messi a casa, la produttività del Paese che scende, seguita a cascata da tutto il resto. L’Italia è pur sempre nel numero delle prime dieci economie del mondo. “Abbiamo bisogno di liquidità, l'impatto dell'emergenza su lavoratori e imprese è preoccupante", dice una fonte del governo.
A inizio aprile arriverà un nuovo decreto per chi ha avuto meno dal Cura-Italia: serviranno parecchi miliardi. Qui può fare molto l’Europa: lunedì L’Eurogruppo (i capi di governo e i ministri dell’Economia dell’Eurozona) è chiamato a discutere degli strumenti per l'emergenza. Sul tavolo ci saranno i Covid-bond: l’idea, per cui l’Italia è in prima linea, non piace a tutti i Paesi membri. E’ una riedizione degli Eurobond, che a Bruxelles non hanno mai avuto grande fortuna. All’Italia però serve liquidità senza condizioni.
Ma Roma punta dritta agli spazi aperti dallo stop al patto di stabilità, e Conte deve aver deciso che forzare la mano è necessario. La sua maggioranza lo incalza: “La sospensione di questo cappio al collo (il patto di stabilità) ci permette di pensare di nuovo a sostenere sanità, imprese, famiglie”, sostiene la viceministro all'Economia Laura Castelli. Lo stop al patto di stabilità, potrebbe spingere il M5S a forzare la mano sulle risorse: "Serve un intervento economico post-bellico, a tutto campo", spiega il capo politico Vito Crimi. Sappiamo però che i Cinquestelle fanno la voce grossa con l’Europa soprattutto quando sono in Italia, a Bruxelles la partita è diversa.
GIUSEPPE CONTE MAURIZIO LANDINI
E poi ci sono le risorse che sarà chiamata a mettere l'Italia: superando deficit e debito. A Palazzo Chigi dicono: “il vincolo tra nuove misure restrittive e tenuta dei conti è molto stretto”. Domani, salvo cambi di agenda dell'ultim'ora, è prevista una nuova videoconferenza Stato-Regioni ed è in quell'occasione che Conte potrebbe rispondere alle richieste di sindacati, governatori, sindaci di quasi tutto il Nord. Tentando di andare incontro alle loro richieste senza fermare i beni essenziali e lo scheletro produttivo del Paese.
ANTONIO TAJANI, MATTEO SALVINI E GIORGIA MELONI
Al pressing degli enti locali e dei sindacati (“vanno chiuse tutte le attività non essenziali, evitiamo che la paura diventi rabbia", spiega il leader della Cgil Maurizio Landini) si aggiunge, intanto, quello del M5S. L'ordinanza con cui il governo ieri ha messo in campo la nuova stretta non basta ai pentastellati. “In alcune zone del Nord da giorni l'emergenza ha toccato picchi insostenibili”. Il Movimento chiede misure più drastiche, come il centrodestra.
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