GOVERNO WOODCOCK! - LA PROCURA DI NAPOLI CHIEDE IL RINVIO A GIUDIZIO PER BERLUSCONI-LAVITOLA-DE GREGORIO

Vincenzo Iurillo per "Il Fatto Quotidiano"

L'Ansa batte la notizia poco prima delle 13, mentre monta la preparazione della manifestazione di piazza del Pdl "in difesa" del Cavaliere fresco di condanna a Milano: la Procura di Napoli chiede il rinvio a giudizio di Silvio Berlusconi per la presunta compravendita dei senatori finalizzata ad abbattere il governo Prodi. Chiesto il processo anche per l'ex senatore Idv Sergio De Gregorio e l'ex direttore de l'Avanti! Valter Lavitola.

Il reato ipotizzato è corruzione. Berlusconi è stato iscritto nel registro degli indagati dopo che lo stesso De Gregorio ha rivelato agli inquirenti un accordo risalente al 2006, quando Romano Prodi, vinte le elezioni al fotofinish, governava al Senato con due voti di maggioranza. Grazie a questo accordo De Gregorio, dopo aver chiesto al Cavaliere "un sostegno" al suo movimento politico Italiani nel Mondo, ha ricevuto 3 milioni di euro - 2 in nero e 1 in chiaro per Inm - per passare in Forza Italia.

Lavitola avrebbe gestito la fase esecutiva dell'intesa, rifornendo l'ex senatore di denaro, in tranche da 200/300mila euro. Nel gennaio del 2008 il voto di De Gregorio fu tra quelli determinanti per far cadere Prodi. E nell'aprile successivo il senatore fu rieletto. Ma nel Pdl.

Per questo procedimento, a marzo il Gip Marina Cimma ha respinto la richiesta di rito immediato , ritenendo non sussistente il requisito della "evidenza della prova": le prove e le dichiarazioni accusatorie e auto-accusatorie di De Gregorio non "evidenziano" se il reato da perseguire fosse la corruzione o il finanziamento illecito ai partiti.

L'indagine è coordinata dal procuratore aggiunto Francesco Greco e dai pm Vincenzo Piscitelli, Henry John Woodcock, Alessandro Milita e Fabrizio Vanorio. Oltre alle parole di De Gregorio, l'accusa si fonda su una serie di accertamenti bancari e su una lettera scritta da Lavitola ma mai spedita, rinvenuta su un computer di Carmelo Pintabona, uomo di affari e politico siciliano che è stato indagato (e poi assolto) per tentata estorsione all'ex premier.

Una bozza di lettera con la quale il faccendiere salernitano intendeva spillare a B. alcuni milioni di euro ricordandogli una lunga serie di servigi resi, tra i quali quello di aver "comprato" De Gregorio.

I pm hanno sentito come persone informate dei fatti Prodi e i senatori che sarebbero stati "tentati" dagli emissari del Cavaliere. Tra questi l'Idv Giuseppe Caforio, nel 2007, avrebbe registrato di nascosto De Gregorio che gli offriva un paio di milioni "subito" e altri in seguito, in cambio della sfiducia a Prodi.

Ma della cassetta, consegnata ad Antonio Di Pietro che disse di averla fatta recapitare alla Procura di Roma insieme ad un esposto, non c'è più traccia. Sandro Bondi fa da scudo a Berlusconi: "Tutte le responsabilità dell'opera di convincimento politico - afferma - sono mie, ero io il coordinatore di Forza Italia, poi Pdl. Emergerà con assoluta evidenza quando sarò chiamato a deporre dalla Procura di Napoli".

 

 

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