DAGOREPORT – DA DOVE SPUNTA IL NOME DI SANDRO PAPPALARDO COME PRESIDENTE DELLA NUOVA ITA “TEDESCA”…
1 - LONDRA FA MURO SUI MIGRANTI “LIMITI ANCHE AI CITTADINI UE”
Alessandra Rizzo per “la Stampa”
Porte chiuse agli immigrati europei senza lavoro. È la proposta, durissima, del ministro degli Interni britannico per bloccare un flusso di migranti dall’Ue giudicato «semplicemente insostenibile» e per cominciare a riparare un sistema di immigrazione «rotto».
Theresa May lancia dalle colonne del «Sunday Times» un attacco al principio di libera circolazione, una posizione che certamente metterà Londra in rotta di collisione con gli alleati europei, primo fra tutti Berlino. All’indomani delle tragedie di migranti che scuotono l’Europa, attacca inoltre l’accordo di Schengen e la politica delle frontiere aperte, responsabile di «esacerbare» il dramma dei profughi e di spingerli nelle mani dei trafficanti.
LIBERA CIRCOLAZIONE
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May propone che la libera circolazione delle persone all’interno del blocco comunitario si applichi solo a chi possiede un lavoro. Non sarebbe, secondo il ministro, una violazione del principio di libero movimento, ma al contrario un ritorno al suo significato originario. «Quando è stata inizialmente sancita, libera circolazione significava libertà di spostarsi per lavorare, non libertà di attraversare le frontiere per cercare un lavoro o usufruire delle politiche previdenziali», ha scritto. May, uno dei falchi all’interno del governo conservatore di David Cameron, ha spiegato che l’immigrazione dai paesi Ue è più che raddoppiata rispetto al 2010, e che le regole Ue sono «il singolo fattore più importante» che impedisce a Londra di raggiungere il suo obiettivo di ridurre gli ingressi.
NUMERI RADDOPPIATI
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Secondo dati di pochi giorni fa, nei dodici mesi fino a marzo 2015, 330 mila si sono trasferiti in Gran Bretagna, 94 mila in più rispetto al periodo precedente. È un record, e una pessima notizia per Cameron, che aveva promesso di ridurre l’immigrazione netta - il saldo tra chi entra e chi esce - alle «decine di migliaia».
Boom di arrivi anche tra gli italiani, diventato secondo gruppo europeo dopo i polacchi: 57 mila gli ingressi, rispetto ai 42 mila del periodo precedente e aumento del 37%. In generale, tra i nuovi arrivi, 56 mila provengono dall’Unione Europea, e 39 mila da Paesi extra-comunitari. Numeri troppo alti, secondo May, che mettono pressione sulle infrastrutture, sul sistema sanitario e sul welfare. Per questo, dice, è imperativa una riforma. «Lo scorso anno 4 su 10 migranti dall’Ue, 63.000 persone sono arrivate qui senza un lavoro», ha lamentato.
ECONOMIA PENALIZZATA
Il tema del controllo delle frontiere è al centro delle discussioni di Londra per rinegoziare i termini della permanenza nell’Unione Europea in vista di un referendum da tenersi entro il 2017. Angela Merkel è stata inflessibile nel respingere qualunque restrizione al principio di libero movimento, pilastro della costruzione europea. Ma Cameron deve convincere l’elettorato bombardato per settimane dalle immagini dei migranti che da Calais tentano di forzare l’ingresso nel Paese.
CALAIS MURO ANTI IMMIGRATI CAMERON
La proposta della May incontra già le critiche della Cbi, la Confindustria britannica, secondo cui la misura metterebbe a rischio molte industrie, penalizzando le aziende che non mettono annunci di lavoro all’estero.
2 - “LE REGOLE CI SONO, BASTA APPLICARLE” PER BRUXELLES È UNA PROVOCAZIONE
Marco Zatterin per “la Stampa”
È già successo, dice un portavoce della Commissione, «non abbiamo nulla da aggiungere». In effetti il film della protesta britannica dal sapore xenofobo si è già visto lo scorso autunno, quando David Cameron ha lanciato l’offensiva contro i turisti del Welfare, gli europei e no - «troppi» secondo il governo di sua Maestà - che attraversano la Manica solo per succhiare risorse al sistema della sicurezza sociale di Sua Maestà la regina.
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«Ci sono regole precisa e basta farle applicare», aggiunge la fonte Ue. È così. Ogni cittadino ha la possibilità di andare in un altro Stato sino a un massimo di tre mesi. Se resta oltre, deve essere allontanato. E comunque, se non ha mai lavorato, «non ha diritto ad alcun sostentamento pubblico».
La combinazione della crisi economica e dell’instabilità geopolitica, in particolare sulle sponde del Mediterraneo, sta minando la grande conquista venuta con l’Unione europea, la libera circolazione dei cittadini. Preoccupato per l’onda anti-immigrati che monta dalle sue parti, anche il ministro dell’Interno francese Cazeneuve ha auspicato una rivisitazione degli accordi di Schengen in modo da poter ripristinare i controlli in alcuni punti di frontiera chiave. Ci sono norme sufficienti per garantire la sicurezza dei cittadini, gli ha risposto il commissario per l’Immigrazione, Dimitris Avramopoulos: «Andrebbero applicate fino in fondo». E bisognerebbe dialogare.
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Il Lussemburgo, presidente di turno dell’Ue, ha convocato per il 14 settembre una riunione straordinaria dei ministri degli Interni. Servirà a fare «il punto sulla situazione migratoria senza precedenti» sulla base di un rapporto di Frontex, l’agenzia per la vigilanza sulle frontiere europee. Basterà agli inglesi?
Difficile. Londra, e non da sola, è alla ricerca di un colpevole da vendere a un’opinione pubblica nazionale in subbuglio, dove si fronteggiano gli inviperiti per le «minacciose» migrazioni selvagge con le numerose le petizioni che raccolgono fondi per chi fugge dalle guerre. «Il problema è che manca una linea politica unitaria europea e questo lascia spazio a ogni sorta di rivendicazione», concede un diplomatico. Si rinviano le decisioni che possono portare alle soluzioni, si alimenta la protesta.
David Cameron avanza a muso duro. Inutile, come affermato in uno studio di 2014, ricordargli che i disoccupati britannici percepiscono più benefici in giro per l’Europa di quanto i cittadini senza lavoro del continente incassino nel Regno Unito. Inutile anche ribadire che - secondo statistiche made in England - 125 mila pensionati provenienti dall’isola di Albione risultavano residenti in Spagna: gente arrivata alla seconda giovinezza della terza età che, per forza, attinge pesantemente al Welfare iberico.
FUORI DA SCHENGEN
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«Applicare Schengen più che ripensare Schengen», dicono alla Commissione. Dove, oltretutto, si ricorda il Regno Unito non fa nemmeno parte dell’intesa che ha portato all’abolizione delle frontiere. Alle frontiere britanniche i documenti vengono controllati attentamente e spesso i funzionari sconsigliano persino l’uso della carta di identità. «Se gli studenti dopo il diploma restano senza averne titoli il problema non è delle regole ma di chi le fa rispettare», insiste un diplomatico a dodici stelle. Già sentita. Però, evidentemente, non abbastanza.
3 - CAMERON E LA STRETTA CHE COLPISCE ANCHE GLI STUDENTI
Fabio Cavalera per il “Corriere della Sera”
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Che il governo Cameron cerchi di sbarazzarsi dell’Europa, in un modo o nell’altro, è noto a tutti. Adesso pare che voglia sbarazzarsi anche degli europei. O meglio dei cittadini della Ue che attraversano la Manica o per studiare o per lavorare. E poco importa che uno dei pilastri dell’Unione sia il principio della libera circolazione delle persone. Anzi, motivo in più per abbatterlo. Finché si tratta di capitali, ogni confine per Londra deve cadere.
Quando si parla di essere umani le cose cambiano. Theresa May ha scritto per il Sunday Times un articolo che è assai più di una minaccia. Incoraggiata dai numeri sulle migrazioni, indubbiamente difficili da gestire visto che il saldo degli arrivi nel 2014 è stato di 330 mila unità, la conservatrice ministra dell’Interno ha preso la palla al balzo per dire che intende vietare l’ingresso agli europei non titolari di un rapporto di lavoro dipendente nel Regno Unito, ovviamente esclusi i turisti.
Downing Street è sul punto di presentare una nuova legge molto restrittiva. Ci sono molte valide ragioni per affrontare con attenzione la realtà ed è condivisibile l’idea di punire chi sfrutta i non regolari o chi li nasconde. Ma le parole della signora May mirano a colpire anche gli studenti. Secondo la sua visione, alla fine di un corso di laurea se il ragazzo non ha una professione garantita dovrebbe lasciare il Paese. Così si usano pretesti fastidiosi per attaccare l’istituzione europea. E si «emigra» nella demagogia.
calais clandestini in transito 31CALAIS - MIGRANTI PROVANO AD ATTRAVERSARE LA MANICA eritrei sbarcati a calaiscalais 1CALAIS UN POLIZIOTTO ALLONTANA GLI IMMIGRATI DAL CONFINE FOTO PHILIPPE HUGUEN
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