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Fabio Cavalera per il "Corriere della Sera"
C'è ben poco di «amichevole» nella risposta che François Hollande ha dato a David Cameron nel summit di ieri nell' Oxfordshire: «La riforma del trattato europeo non è una priorità al momento». Era scontato che il presidente francese respingesse le avances del premier britannico.
Ma non lo era altrettanto che liquidasse la materia in modo così secco.
Parigi e Londra, possono ribadire (come avviene) che la loro cooperazione militare è piena e attiva in Libia, Siria, Centro Africa e possono firmare accordi che consentono ai francesi di Edf di costruire due centrali nucleari nel Regno Unito.
Però sul tema più caldo, il nodo politico dell'Europa da rilanciare, ognuno va per la sua strada. Cameron, si sa, vuole rinegoziare i poteri con Bruxelles entro il 2017 per poi convocare il referendum confermativo.
Si è cacciato in un vicolo cieco. O convince i partner continentali a sedersi al tavolo, ma deve evitare sia di usare i toni ultimativi con il nucleo forte dell'Europa sia di irrigidirsi sui visti agli immigrati dall'Est europeo che irrita le sue potenziali sponde (Polonia, Bulgaria). O si mette fuori, accontentando gli eurofobici, scatenando invece la reazione delle comunità del business e la City che insistono per la permanenza nella Ue.
Fra le due sponde della Manica le relazioni sono molto nervose. Non siamo ai tempi del presidente Chirac che arrivò a dileggiare gli alleati: «Difficile avere fiducia in chi mangia così male». Ma gli sgambetti pesanti e reciproci non sono mai finiti.
à stato pessimo il rapporto di Cameron con Sarkozy che lo definì un arrogante. à gelido con Hollande. Le loro strategie economiche e fiscali sono in collisione. Le loro idee sull'integrazione europea sono agli antipodi. Nonostante la birra finale consumata alla Locanda del cigno, fra i due non c'è affinità personale tantomeno politica.
Una volta si parlava di «entente cordiale», l'intesa amichevole di 110 anni fa per le spartizioni coloniali. Oggi, sull'Europa, c'è lo schiaffo di Hollande a Cameron.
A casa sua. Non in territorio neutro.
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