DAGOREPORT - ED ORA, CHE È STATO “ASSOLTO PERCHÉ IL FATTO NON SUSSISTE”, CHE SUCCEDE? SALVINI…
Marcello Sorgi per “la Stampa”
SILVIO BERLUSCONI - GIORGIA MELONI - MATTEO SALVINI
Non è solo il centrosinistra ad avere il mal di pancia da centro per la nascita dell'alleanza Calenda-Renzi. Anche nel centrodestra la decisione finale dei centristi Lupi, Toti, Brugnaro e Cesa di entrare in coalizione, considerando ormai fallita l'ipotesi di un Terzo Polo insieme ad Azione e Italia viva, sta creando qualche nervosismo. Specie se, come è in discussione in queste ore, i quattro centristi di centrodestra dovessero decidere di confluire in una lista unica.
Ufficialmente posta al confine della coalizione, per evitare appunto che elettori moderati dubbiosi possano accogliere l'invito a spostarsi da Forza Italia alla formazione di Calenda, Renzi e delle ministre ex-Forza Italia Gelmini e Carfagna, due candidate simbolo della crisi del partito di Berlusconi. Ma se questo è lo scopo dell'iniziativa di Lupi, Toti, Brugnaro e Cesa, vuol dire che lo smottamento del partito del Cavaliere è considerato possibile, o addirittura auspicabile.
SALVINI - BERLUSCONI - MELONI - VIGNETTA BY BENNY
Per la sua rinuncia a tenere alta la bandiera dei moderati e la lenta acquiescenza alla linea radicale di Salvini. Per il suo coinvolgimento nella crisi del governo Draghi, innescata da Conte ma portata a termine dalla Lega. Per il progressivo ma inesorabile abbandono del centrocampo.
Ancor di più le cose si complicano se si diffonde la sensazione che una spinta a incoraggiare le mosse dei centristi del centrodestra venga da Meloni, disponibile, tra l'altro, a cedere collegi uninominali che toccherebbero al suo partito sulla base dell'algoritmo delle medie dei sondaggi.
La tesi è confermata, tra l'altro, da un articolo di Rotondi, padre nobile, ormai dei dc berlusconiani, che ripercorre la vicenda trentennale della spaccatura dei Popolari dopo l'avvento del maggioritario, e, dato a Cesare, cioè a Berlusconi, quel che è di Cesare, sostiene che è venuto il momento di passare con la Meloni.
Parole che hanno suscitato un putiferio nel mondo, ormai ridotto, degli ex-dc. E hanno acceso più di un sospetto dentro Forza Italia. Non sarà, si chiedono, che Giorgia soffia sul fuoco per essere sicura che la somma dei voti di Forza Italia e Lega sia inferiore a quella di FdI, e nulla possa contrastare la sua ascesa a Palazzo Chigi? A pensar male si fa peccato, ma ci si azzecca, diceva il vecchio Andreotti.
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