DAGOREPORT - ‘’RESTO FINCHÉ AVRÒ LA FIDUCIA DI GIORGIA. ORA DECIDE LEI”, SIBILA LA PITONESSA. ESSÌ,…
Francesco Grignetti per “la Stampa”
Migranti scendono dalla nave Gregoretti
Il governo giallo-verde era uno. Ma oggi le voci sono due, quella gialla e quella verde. E sono due le verità contrapposte sul blocco della nave Gregoretti, impedita di sbarcare i 130 migranti che aveva a bordo. Fu una decisione presa in splendida solitudine, si fa per dire, dall' allora ministro dell' Interno? O invece fu decisione collegiale, come ribatte oggi Matteo Salvini, che ha tenuto a dire che lui ha conservato copia delle interlocuzioni scritte tra ministero dell' Interno, Presidenza del Consiglio, ministero degli Affari Esteri e organismi comunitari, e che l' ha già affidata ai suoi legali.
Un rebus che prima o poi andrà sciolto. E che è anche un caso politico, dato che tutti i partiti si sono già schierati, salvo i renziani. Sono 3 in Giunta che potrebbero cambiare gli equilibri. E il capogruppo Davide Faraone tiene il punto: «Leggeremo le carte e decideremo, senza isterismi e senza sventolare cappi e manette».
Il premier Giuseppe Conte ha parlato attraverso una nota del segretario generale di palazzo Chigi: il tema della nave Gregoretti - ha sostenuto - mai è stato discusso in consiglio dei ministri, né è stato all' ordine del giorno, neppure tra le varie ed eventuali.
Il cadavere di una donna sulla nave Gregoretti
La verità, come tante volte accade in politica, forse è nel mezzo. Sarà sicuramente vero che tra ministri non se ne è parlato al consiglio. Ma se si torna a quei giorni di fine luglio, bisogna dire che non si parlavano proprio. I rapporti si erano logorati e mancava ormai pochissimo alla rottura completa. Erano giorni di liti a distanza sulla Tav, le Grandi Opere, il taglio alle tasse.
matteo salvini al papeete di milano marittima 9
Erano i giorni del Russiagate e del famoso Savoini. Il 24 luglio, Conte va al Senato a riferire sui fondi russi, lamenta che Salvini non gli ha nemmeno risposto alle mail; il leghista lo ricambia accusandolo di cercare voti per una maggioranza alternativa.
luigi di maio matteo salvini giuseppe conte
Certo, il 26 luglio, con la nave Gregoretti in vista della costa italiana, fu Salvini a tuonare e forse a farsi male da solo nel dire: «Non darò nessun permesso allo sbarco finché dall' Europa non arriverà l' impegno concreto ad accogliere tutti gli immigrati a bordo della nave. Io non mollo».
Io, io, io. In quel momento gli faceva gioco il ruolo di super-Salvini. E gli altri tacevano. Ma non fu sicuro il solo Salvini a ordinare alla nave della Guardia costiera di attraccare nel porto militare di Augusta.
E a riguardare quei giorni, non si può non notare che l' ex ministro Danilo Toninelli il 28 luglio disse che la nave approdava al molo militare «come è normale che sia per una nave militare. Ora la Ue risponda». La Lega tira fuori anche un gustoso retroscena: il ministro Bonafede dichiarava il 30 luglio, nel corso della trasmissione «In Onda», che «c' è un dialogo tra i ministeri delle Infrastrutture, dell' Interno e della Difesa». E concluse: «Ringrazio il presidente Conte che continua a porre la questione nelle cancellerie d' Europa».
NAVE GREGORETTI GUARDIA COSTIERA
matteo salvini mojito al papeete
Salvini insomma dice che la decisione «fu condivisa». In effetti, quando il 31 luglio Salvini finalmente sbloccò la situazione, e concesse l' autorizzazione allo sbarco degli ultimi 116 disgraziati a bordo, fu perché arrivò la garanzia che sarebbero stati redistribuiti in alcuni Paesi europei. Garanzie che certo non erano passate per il Viminale.
conferenza stampa su reddito di cittadinanza e quota 100 1
All' interno del governo, però, è verissimo che non si parlavano più perché la politica italiana era ipnotizzata da tutt' altro. Il 31 luglio, oltre lo sbarco, ci fu una memorabile lite sulla riforma della giustizia. Quel pomeriggio stesso, Salvini arrivava al Papeete di Milano Marittima e il figliolo veniva immortalato a bordo di una moto d' acqua della polizia. Il giorno dopo, 1 agosto, si sarebbe tenuta la famosa conferenza stampa sulla sabbia dello stabilimento e Salvini avrebbe tuonato: «Non sto al governo per fare le cose a metà». L' 8 agosto, il governo era morto e defunto.
milano marittima, il figlio di salvini sale nella moto d'acqua della polizia 11
«Mi pare scontato che il governo fosse informato, è dimostrato dal fatto che tacque». Lapidaria, ma efficace Giorgia Meloni.
SALVINI PAPEETEmatteo salvini con la moto d'acqua della polizia in spiaggia a milano marittimamatteo salvini deejay al papeete di milano marittima 2matteo salvini deejay al papeete di milano marittima 3matteo salvini deejay al papeete di milano marittima 1
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