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Stefano Montefiori per il "Corriere della Sera"
Pierre, Marie-Charline e Hamlet, insieme per la Francia. Il ministro delle Finanze Pierre Moscovici, 55 anni, deve rilanciare l'economia in crisi, tenere buona Bruxelles grazie all'amicizia con il commissario Olli Rehn, ammorbidire la cancelliera Merkel e anche difendersi dall'accusa di avere coperto le bugie di Jérôme Cahuzac (il fenomenale ex collega di governo con il conto in Svizzera): imprese titaniche ma Marie-Charline Pacquot, 26 anni, ricercatrice di filosofia alla facoltà di Besançon, è con lui. Compagna, e spin doctor.
La loro storia è cominciata cinque anni fa ed entrambi hanno preferito tenerla a lungo segreta, «a lui dispiaceva dare l'impressione dell'uomo di potere che si approfitta della sartina», dirà poi lei. Nel 2011 il momento più difficile, Pierre e Marie-Charline vengono fotografati di nascosto in vacanza in Corsica e finiscono sulla rivista di gossip Voici.
Sono i giorni dello scandalo DSK, per tutti gli uomini politici francesi la consegna è tenere la vita privata quanto più riservata possibile. I due fanno causa alla rivista per 60 mila euro. La discrezione di Moscovici poi è nota, e gli è capitato pure di rivendicarla più volte in televisione quando qualcuno alludeva alle sue numerose conquiste: «Sono un tipo pudico», «Detesto fare confidenze pubbliche», «Sono contrario alla peopolisation della politica» (i people, in Francia, sono le celebrità ).
E allora com'è che adesso i francesi conoscono pure il nome del gatto, Hamlet, omaggio dei due innamorati all'amato Shakespeare? Moscovici ha deciso di rendere ufficiale l'ormai consolidata relazione un anno fa, la sera della vittoria alle elezioni legislative: davanti ai fotografi, con una mano teneva il telefonino all'orecchio ma con l'altra ha offerto una rosa rossa all'amata Pacquot.
Poi, a gennaio, Marie-Charline ha cominciato a twittare. E incurante del terribile precedente della première dame Valérie Trierweiler, quasi cancellata dalla vita pubblica dopo un infelice messaggio anti-Ségolène Royal, la compagna di Moscovici ha deciso di esibire i suoi sentimenti. A partire dal profilo, la mini-biografia iniziale dove si definisce «amante di... letteratura», con punti di sospensione che sono una strizzata d'occhio all'amore per il ministro.
E poi, foto del gatto Hamlet tra i vestiti appena comprati ai saldi - «anche lui vuole rilanciare l'economia attraverso i consumi», foto di Pierre e Marie-Charline appena scesi dal treno, al salone del libro, allo stadio... Moscovici le scrive a tarda ora «seduta conclusa, si riprende domani» e lei lo ritwitta, Marie-Charline si lamenta delle notti passate in bianco per colpa del Consiglio europeo, e se è il momento si abbandona agli elogi: Pierre è in tv? «Serietà , esperienza, credibilità , e impegno totale di passione e di ragione di fronte alla facile demagogia: Moscovici su Bfm Tv».
Quando deve difendersi all'Assemblea nazionale davanti alla commissione d'inchiesta sull'affare Cahuzac, Moscovici cita solennemente Sofocle - «Niente ferisce come un rimprovero ingiusto» - twittato dall'amata il giorno prima. Tra gattini e conversazioni quotidiane - «com'era Dublino?» «un tempo irlandese e interlocutori piacevoli» -, la relazione ormai pubblica tra Pierre e Marie-Charline riesce nel miracolo di migliorare l'immagine del ministro, passato da tecnocrate un po' distante a uomo capace di prendersi le sue responsabilità . Tra le quali quella di amare una ragazza di quasi trent'anni più giovane.
Lei rivendica la scelta e parla di ingenuità calcolata. «Faccio molta attenzione e non racconto niente di personale - ha detto a Le Point -. Prima di ogni tweet mi metto nei panni di un perverso e valuto i danni possibili». Soprattutto, gli insulti sono finiti: «Quando ci nascondevamo ricevevo una decina di email spiacevoli al giorno. Da quando ho cominciato a mostrarmi non arrivano più». Dopo il disastro di Dominique Strauss-Kahn e i pasticci tra Hollande, Royal e Trierweiler, il nuovo «amore a Palazzo» di Pierre e Marie-Charline sembra funzionare.
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