DAGOREPORT - SI SALVINI CHI PUO'! ASSEDIATO DAL PARTITO IN RIVOLTA, PRESO A SBERLE DA GIORGIA…
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Salvate il soldato Lezzi. Proprio lei, la Barbara Lezzi da Lequile (Lecce), classe 1972, futura mamma e attuale senatrice M5S, che ha giù dovuto subire i volgari insulti e i gestacci sguaiati dei verdiniani Barani e D'Anna. Poi ha dovuto ingoiare la loro ridicola condanna a soli cinque giorni di sospensione, grazie all'intercessione di un Pd che non voleva perdere due voti a favore della riforma Boschi.
Adesso la poverina, oggi alle ore 14, rischia un'altra umiliazione ancora: la rimozione dalla vicepresidenza della commissione Bilancio. Sempre grazie al Pd, naturalmente. E grazie, soprattutto, a Pietro Grasso.
Il Senatore Antonio Azzollini x
Il presidente di Villa Arzilla - per intenderci: il famoso autonominato baluardo della democrazia contro le derive autoritarie e pseudomafiose della riforma renziana - ha acconsentito infatti a una manovra apparentemente bizzarra: il rinnovo della presidenza della sola V commissione, quella Bilancio un tempo presieduta da Antonio Azzollini, Ncd, prima che finisse nei pasticci per aver minacciato le suore della Divina Provvidenza di pisciargli in bocca. Molto poco elegante.
Chi prenderà ora il posto di Azzollini, degradato a semplice membro della commissione? Oggi la Bilancio è in mano, a interim, al vicepresidente Gian Carlo Sangalli, uno del Pd che si vede lontano un miglio che punta ad agguantare la successione in pianta stabile. Macchè. Per la presidenza è infatti spuntata la massiccia candidatura di Giorgio Tonini, segretario d'aula ed eminenza renziana del Senato, ex ghost writer del fu segretario Veltroni nonchè autore del futuro supercarrozzone chiamato Agenzia per la cooperazione internazionale.
A capo della Bilancio lo esige nientemeno che la coppia Zanda-Romani, Pd-Fi, in perfetto stile patto del Nazareno. Però c'è un problemino: che si fa con gli sfigati supporter di Renato Schifani - quello "porta proprio iella", come diceva Berlusconi - che perdono la presidenza? Per la loro Federica Chiavaroli (altra sfigatissima! avrebbe dovuto diventare ministro, poi presidente di commissione, poi sottosegretario...) devono accontentarsi di una carica più modesta. Guarda caso, una vice presidenza. Toh. Sarà mica proprio la poltrona della Lezzi?
A pensar male si fa peccato, diceva quel tale Andreotti, ma molto spesso ci si indovina. E la cadreghina della Lezzi, infatti, già trema. Del resto, diciamocelo: con la legge di stabilità in arrivo, anzi in ritardo (qualcuno l'ha vista? Per caso avete capito se ci sono le coperture? No, eh?), una grillina sul ponte di comando della commissione Bilancio era un po' una rottura di maroni per tutti. E ci siamo capiti.
Quanto a rinnovare le altre commissioni... Beh. Dipende. Se i voti dei verdiniani saranno indispensabili per coprire i buchi lasciati dai fuoriusciti di Ncd e dalla minoranza PD sulle norme salva-evasori contenute nella stabilità, qualche poltroncina andrà anche a loro. Altrimenti scialla, ragazzi. Resterà tutto come prima.
Ci penseremo verso la fine dell'anno, con calma e con gesso. Perché proprio Grasso (o qualcuno in più alto loco) ha stabilito che bisogna prender tempo: il cambio della guardia avverrà solo dopo la legge di stabilità, cioè solo dopo aver capito se Verdini va ricompensato oppure no. Perciò, onore al merito. Per una volta la povera Boldrini, in confronto a Grasso, fa la figura della statista planetaria. Lei le commissioni le ha rinnovate già a luglio, tutte quante. E contro tutti e tutto, compreso il PD, lasciando ai Cinque Stelle il loro bel diritto di tribuna.
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