DOMANDE SPARSE SUL CASO ALMASRI – CON QUALE AUTORIZZAZIONE IL TORTURATORE LIBICO VIAGGIAVA…
Nando Pagnoncelli per il "Corriere della Sera"
La conquista della poltrona di sindaco a Livorno e a Civitavecchia nei ballottaggi di domenica scorsa da parte dei candidati del Movimento 5 Stelle mitiga in parte la delusione per il risultato alle elezioni europee che è stato al di sotto delle attese espresse da Beppe Grillo in campagna elettorale: 5,8 milioni di voti, cioè poco più di un elettore su cinque (21,2%) tra quelli che si sono recati alle urne e all’incirca uno su 9 (11,8%) se si considera l’intero corpo elettorale.
Rispetto allo scorso anno sono mancati all’appello circa 2,9 milioni di elettori. Le aspettative alle Europee erano indubbiamente molto elevate: vincere le elezioni ripetendo il grande successo dello scorso anno e vincere la sfida contro Renzi, in una competizione fortemente personalizzata.
Una parte rilevante della pubblica opinione era convinta che il movimento avrebbe mietuto consensi, probabilmente fuorviata dall’enfasi mediatica riservata al M5S e, soprattutto, dai riscontri su internet, i blog e i social network che, ancora una volta, hanno determinato una forte distorsione delle percezioni collettive. Con il rischio di avere «la rete piena e le urne vuote», mutuando la famosa citazione di Pietro Nenni.
Nonostante il risultato ottenuto sia stato tutt’altro che modesto (quasi 6 milioni di elettori al giorno d’oggi sono un capitale di voti ragguardevole), la maggioranza assoluta degli italiani (56%) lo considera una bocciatura e ritiene che Grillo e Casaleggio dovrebbero farsi da parte, lasciando ad altri la guida del Movimento.
Ed è interessante osservare che tra gli attuali elettori del M5S una robusta minoranza (30%) sia dello stesso parere. Come si spiega questa severità di opinione? Innanzitutto è la conseguenza della tripolarizzazione dello scenario politico: con l’eccezione di Renzi, che ha un consenso molto trasversale, i leader politici sono destinati a radicalizzare le opinioni e a coalizzare nei giudizi negativi elettori diversi e avversari tra loro.
E ciò accade in contesti caratterizzati da campagne molto aggressive nelle quali i toni sono esasperati e non mancano attacchi personali ed insulti. Il secondo motivo potrebbe essere ricondotto, in una sorta di contrappasso, alle aspettative di rigore, responsabilità e coerenza suscitate proprio da Grillo e Casaleggio e dal loro movimento.
In questa fase di assestamento post-elettorale è difficile immaginare quale potrebbe essere la traiettoria politica del M5S; nell’immediato futuro il tema delle alleanze in sede europea può avere ripercussioni sulla tenuta dell’elettorato di Grillo.
L’ipotesi di accordo con il partito della destra antieuropea Ukip guidato da Nigel Farage, secondo i più (47%) potrebbe determinare un indebolimento del M5s e una perdita importante di elettori. Un quarto degli intervistati (27%), al contrario, ritiene che i grillini capirebbero e si adeguerebbero a questa scelta senza tanti problemi, in virtù dell’elevata fiducia che ripongono nel loro leader. Va sottolineato che una quota rilevante (31%) di elettori pentastellati considera rischiosa in termini di consenso questa eventualità.
Di fronte alle diverse ipotesi di cui si sta discutendo, quasi un elettore su due (46%) ritiene che la scelta più conveniente per il M5S sia quella di non fare alleanze con nessuno, il 24% considera più opportuno un accordo con i Verdi e i 10% con Farage. Tra gli elettori del Movimento prevalgono nettamente (56%) gli oppositori ad ogni alleanza in sede europea, coerentemente con la strategia adottata a livello nazionale, volta a sottolineare l’unicità del M5S rispetto a tutti gli altri soggetti politici; i restanti elettori si dividono in parti quasi uguali tra sostenitori di Farage e dei Verdi.
In questi giorni si è parlato di contatti anche con altri gruppi (Ecr e Alde) e probabilmente gli elettori sarebbero interessati a saperne di più riguardo ai contenuti dei possibili accordi, soprattutto quando ci si confronta con soggetti politici molto diversi dal proprio.
Finora, sorprendentemente, gli incontri non sono stati trasmessi in streaming, a differenza di quanto avvenuto in occasione di quelli con Bersani, Letta e Renzi. E la coerenza rappresenta un punto di forza e un tratto distintivo del M5S e dei suoi esponenti a cui sarebbe rischioso rinunciare perché, sempre citando Pietro Nenni, «a fare a gara a fare i puri, troverai sempre uno più puro che ti epura».
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