1. AIUTO! CON GRILLO CHE BALLA A CAVALLO DEL 20% E MOSE' MONTI CHE ARRANCA INTORNO AL 10%, BERSANI SARÀ COSTRETTO AD UN ACCORDO ISTITUZIONALE CON BERLUSCONI 2. D'INTESA CON IL COLLE, CULATELLO SARà COSTRETTO A UN GOVERNISSIMO CON AL CENTRO LA RIFORMA DELLA LEGGE ELETTORALE SUL MODELLO FRANCESE, CON IL DOPPIO TURNO, SINORA OSTEGGIATA DALLA MIOPIA DEL CERCHIO MAGICO BERLUSCONIANO 3. DUE ANNI DI LAVORO PARLAMENTARE E PER FAR QUESTO DEVE OFFRIRE LA PRESIDENZA DI UNA DELLE CAMERE AL CENTRODESTRA (SOPRATTUTTO SE ESSO DOVESSE SFIORARE IL 30%) E COINVOLGERE NEGLI ASSETTI ISTITUZIONALI, PIÙ CHE L'INDISTINTO “CENTRINO” FINTO RIFORMISTA, LE ESPRESSIONI MENO CARATTERIZZATE DEL GRILLISMO

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DAGOREPORT
Con i primissimi sapori di primavera che a Roma hanno sostituito il freddo delle ultime settimane le intenzioni di voto degli italiani si stanno solidificando in una settimana finale al cardiopalma, con l'avanzata del Movimento Cinque Stelle che balla a cavallo del 20 per cento. E' questo il movimento in avanti che sta schiacciando tutti gli altri, in particolare il Pd (che resta sensibilmente primo alla Camera) e la lista di Mose' Monti, che arranca a cavallo del 10 per cento e cioè alla meta' di Grillo.

Ovviamente, cio' avvantaggia indirettamente il centro destra: pur se dovesse restare dov'e, la posizione relativa di Berlusconi Silvio migliora proprio perché Grillo rosicchia voti a Bersani Pierluigi. Non a caso, il fidanzato di Francesca Pascale si sta giocando con toni meno aspri del solito l'ultimo miglio della campagna elettorale. Anzi, ostenta rilassata tranquillità battendo suoi suoi soliti temi fiscali perché ha capito di avere a portata di mano un risultato insperato un mese fa, quello di perdere molto bene, e non vuole rovinarlo.

Quindi, se le cose andranno effettivamente come sopra, Bersani Pierluigi avrà davanti a se' una strada stretta da percorrere per cercare di far coincidere la sua vittoria mutilata con l'interesse di un Paese che ha bisogno come il pane di una maggioranza che

a) sia in grado di fare subito la manovra necessaria per mettere a posto i conti e bloccare immediatamente il moto speculativo che proprio la fragilità del responso elettorale causerà (e Tremonti Giulio ha sfidato Mose' Monti, che nega la necessita dell'intervento, a scommettere la sua poltrona di senatore a vita dimettendosi se invece la correzione risulterà necessaria);

b) possa avviare contestualmente i provvedimenti chiesti dalle imprese per far ripartire lo sviluppo (negli incontri riservati dei giorni scorsi con Confindustria, dove Silvio B. e' riuscito anche a raccontare una delle sue barzellette, tutti i leader hanno detto si alle proposte di Squinzi Giorgio);

c) sia in grado di difendere meglio di quanto sia stato fatto sinora le quote di mercato del Made in Italy sui mercati internazionali proprio mentre i nostri concorrenti francesi, tedeschi e americani occupano qualsiasi spazio che noi, per motivi diversi, non riusciamo a coprire.

Ecco le ipotesi principali che il capo del Pd, incrociando le sue volontà con quelle del Colle più alto, atteso anch'esso alla prova finale del settennato.

1. Accordo a sinistra. Oltre a restare ovviamente fedele all'intesa con Vendola, Bersani Pierluigi cerca di inglobare Ingroia, sempre che l'ex guatemalteco riesca ad entrare al Senato, coprendosi ancora di più sul fianco sinistro. Al di la' della realizzabilità (Napolitano Giorgio non vedrebbe di buon occhio un accordo con l'ex pm di Palermo), sarebbe un governo molto debole, attaccabile dall'interno e dall'estero e bloccato sulle posizioni della CGIL in tema di lavoro.

2. Alleanza con i monticini. Se questi superano la soglia del 10 per cento, meglio ancora se dovessero fare meglio. Ma ci sono alcune subordinate complicate:
a) come mettere insieme Vendola, Monti, Fini e Casini di fronte ai rispettivi elettorati, per quanto esigui essi siano

b) come fidarsi dei neocentristini, gia' divisi in correnti e correntine, e come evitare le piroette di Casini, tanto più prevedibili quanto più modesto sarà il risultato;

c) come evitare, scegliendo la zattera di Mose' Monti, di aprirsi una ferita sul fianco sinistro, una ferita che la crisi economica acuirebbe sempre di più fino a mettere Bersani Pierluigi in contraddizione con il suo stesso elettorato e veder riapparire lo spettro del D'Alema premier nel 2000 che perse rovinosamente le prime elezioni, quelle regionali, successive al suo insediamento a Palazzo Chigi (le elezioni europee sono nel 2014).

3. Accordo istituzionale con Berlusconi Silvio. Integrazione parlamentare dei grillini. Bersani, d'intesa con il Colle, riapre il tavolo Migliavacca- Verdini sulla riforma della legge elettorale, lo integra con Violante, Lupi e quant'altri, e promuove una legge elettorale sul modello francese, quella da sempre preferita dal Pd e sinora osteggiata dalla miopia del cerchio magico berlusconiano.

Due anni di lavoro parlamentare per far assumere al nostro ordinamento istituzionale i connotati di una repubblica presidenziale sul modello francese, con il doppio turno. Per far questo deve offrire la presidenza di una delle Camere al Centro destra (soprattutto se esso dovesse sfiorare il 30 per cento) e coinvolgere negli assetti istituzionali, più che l'indistinto mondo centrista finto riformista, le espressioni meno caratterizzate del grillismo, favorendo com'è accaduto in Sicilia, la loro presenza attiva negli uffici di presidenza delle Camere e nelle Commissioni parlamentari, quasi a garanzia di una maggiore trasparenza del processo legislativo e dello stesso indirizzo politico della legislatura.

Tale assetto dovrebbe in prima e fondamentale battuta, e contestualmente ai lavori di riforma costituzionale dopo, garantire la maggioranza larga necessaria per gli interventi economici di cui sopra. E sarebbe l'unica che può farlo mettendo insieme realisticamente le proposte più fattibili dei due schieramenti. Ci vorra' coraggio politico e responsabilita' reale verso il Paese per farlo. Tale assetto avrebbe tuttavia l'appoggio indiretto della Repubblica di Mauro Ezio e del Fatto di Padellaro/Travaglio. Appoggio indiretto per questo motivo: poiché farebbero una forte opposizione, guadagnerebbero lettori. Quindi, di fatto, hanno interesse a che si faccia per poterla combattere. (Anche noi, nel nostro piccolo, faremmo lo stesso).

In realtà i risultati che si vanno prefigurando da una parte, la durezza della crisi e la necessita' di avere una maggioranza non inerme di fronte ai mercati dall'altra, non sembrano lasciare spazio a soluzioni diverse e più solide. A meno che gli italiani ancora incerti non decidano, a questo punto, di turarsi il naso e votare uno dei due partiti più vicini al premio di maggioranza alla Camera e, soprattutto, non facciano lo stesso anche al Senato. Sarebbe la via migliore e più corretta per risolvere la questione, ma oggi i sondaggi riservati e le previsioni degli oroscopisti dicono altro: le cose sin qui descritte.

 

 

MARIO MONTI CON IL CANE ALLE INVASIONI BARBARICHE BEPPE GRILLO SOTTO LA PIOGGIA A BOLOGNA Grillo in Volobeppe-grillo-cagliari-fotoBERLUSCONI BERSANI MONTI GRILLO E LA PREGHIERA DELLE URNE BERLU BERSANI monti berlu bersani voto SILVIO BERLUSCONI E DIETRO LA SCRITTA TASSE jpegSILVIO BERLUSCONI Pier Luigi Bersanipier luigi bersani MONTI E BERSANI A CERNOBBIOSPOT ELETTORALE MARIO MONTI TRA I GIOVANI