1. “PAGLIACCIO”, “SPALA INVECE DI PARLARE”, “NON PUOI VENIRE QUI A FARE IL TUO SPETTACOLO”. “VIENI QUA, TI METTI UN PO’ DI FANGO ADDOSSO, TI FAI FARE UN PO’ DI FOTO” 2. ERA ARRIVATO IN SCOOTER CON QUATTRO GUARDIE DEL CORPO E SPERAVA DI FARE BELLA FIGURA, BEPPE GRILLO. INVECE È STATO UN GIGANTESCO DISASTRO POLITICO PERCHÉ LA GENTE NON HA L’ANELLO AL NASO E SA RICONOSCERE UN’ESIBIZIONE A FAVORE DI TELECAMERE 3. IL CETRIOLO DI GRAMELLINI: “TU, IL RABDOMANTE DELLA RABBIA, PER ANNI HAI INTERCETTATO L’UMORE DEI DISPERATI. POI SUCCEDE CHE GENOVA, LA TUA CITTÀ, VENGA SOMMERSA DALL’ALLUVIONE. LA NOTIZIA TI SORPRENDE A UNA KERMESSE ROMANA DEL TUO MOVIMENTO. L’ISTINTO FIN QUI INFALLIBILE DOVREBBE INDURTI A FARE LA COSA GIUSTA: TORNARE SUBITO A CASA PER METTERTI A SPALARE IN SILENZIO, INTESTANDOTI UNA CAMPAGNA FINALMENTE POSITIVA. INVECE RESTI AL CALDO DI ROMA A GRILLEGGIARE CONTRO TUTTI, SENZA ACCORGERTI CHE SEI SEMPRE MENO EFFICACE. NON ESALTI NÉ SPAVENTI PIÙ. SEMPLICEMENTE ANNOI"

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1. IL FANGO NELLA TESTA

Massimo Gramellini per “la Stampa

 

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Tu, il rabdomante della rabbia, per anni hai intercettato l’umore dei disperati. Poi succede che Genova, la tua città, venga sommersa dall’alluvione. La notizia ti sorprende a una kermesse romana del tuo movimento. L’istinto fin qui infallibile dovrebbe indurti a fare la cosa giusta: tornare subito a casa per metterti a spalare in silenzio, intestandoti una campagna finalmente positiva. Invece resti al caldo di Roma a grilleggiare contro tutti, senza accorgerti che sei sempre meno efficace. Non esalti né spaventi più.

 

alluvione genova 1alluvione genova 1

Semplicemente annoi. Al quinto giorno ti degni di farti vedere a Genova. Arrivi in centro con una scorta arrogante, da mandarino della nuova Casta, e ti becchi la contestazione di ragazzi che probabilmente ti hanno pure votato. Il distacco tra te e loro è emblematico: quelli fanno e tu parli, quelli ricostruiscono e tu continui a distruggere. Perché persino lì, in mezzo al dolore, non trovi di meglio che indicare bersagli contro cui sfogare il rancore.

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Agli Angeli del Fango che ti danno del pagliaccio come a un Mastella qualunque, additi il solito capro espiatorio, la stampa, accusandola di avere taciuto le vere cause della tragedia. Ma quando fai l’elenco di quelle cause si scopre che sono le stesse che ingombrano le prime pagine dei giornali. Sei fuori forma, incoerente, confuso. Dopo averli umiliati, ti offri ai cronisti per un’intervista in cambio di duemila euro da versare a un tuo fondo per gli alluvionati. Tu, di grazia, quanti ne hai messi? Dici ai ragazzi che non hai problemi a spalare il fango con loro, però poi non lo fai e ti dilegui con la tua scorta. Hai perso il tocco, Beppe Grillo. Che peccato, sei già ieri.

 

2. GRILLO CONTESTATO DAI VOLONTARI: TI METTI UN PO’ DI FANGO PER FARE LE FOTO

Marco Imarisio per “il Corriere della Sera

 

grillo a genova parla con gli alluvionatigrillo a genova parla con gli alluvionati

Benvenuto nella casta, Beppe. All’imbocco di via Brigata Liguria un signore che sta spalando il fango fuori dalla sua stamperia lo vede arrivare. E subito, da lontano, gli rivolge un caloroso invito a non rompere i cosiddetti. Torna subito nella tua casa da ricco, è la seconda e ultima frase che gli rivolge prima di rientrare nel suo negozio. 
 

A quel punto sarebbe stato ancora possibile tornare indietro. La passeggiata era appena cominciata, si capiva da giorni che non era aria, per nessuno. Invece Beppe Grillo rivolge uno sguardo stupito all’uomo, come se le parole appena ascoltate fossero fuori luogo come una bestemmia in chiesa. «Sei sicuro che diceva a me?» chiede a uno dei quattro accompagnatori che lo seguono da vicino, quattro armadi che si comportano come se dovessero dimostrare di essere l’anello di congiunzione tra i Sopranos e la nazionale di body building lituana.

grillo a genova contestato dagli alluvionatigrillo a genova contestato dagli alluvionati

 

Il più grande alza le spalle. Non ci fare caso, gli dice. Entrano in piazza Vittoria, dove dieci mesi fa è andato in scena il terzo e ormai dimenticato V-day. Molto traffico, altrettanta polvere sollevata dal fango secco, poca gente. Tornano subito sui loro passi, inseguiti dalle voci di due donne che quasi in coro gli dicono una verità. «È troppo tardi». 
 

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La fermata seguente è al museo di Scienze naturali, il punto di raccolta e ristoro dei volontari che da cinque giorni aiutano, e che aiuto, a ripulire la città. Ed è qui, tra i gradini dell’ingresso e il marciapiede, che la trasformazione di Grillo si compie in modo definitivo, all’insaputa del diretto interessato. «Pagliaccio», «Spala invece di parlare», «Non puoi venire qui a fare il tuo spettacolo». Il catalogo è questo. A essere sinceri tra i ragazzi presenti l’indifferenza prevale sugli insulti. La maggior parte di loro vede l’ospite illustre, impossibile non notarlo, e tira dritto alla ricerca di un panino o di una bottiglietta d’acqua prima di rimettersi al lavoro. Al massimo qualche commento su «questi politici» che vengono qui solo per farsi vedere, le solite cose. 
 

BEPPE GRILLO SUONA E CANTA AL CIRCO MASSIMO 5BEPPE GRILLO SUONA E CANTA AL CIRCO MASSIMO 5

Grillo ci resta male. Ma l’espressione di sincera sorpresa diventa smarrimento quando dall’alto dei gradini Gabriele Zanier, un ragazzo di Chiavari lo prende di petto. «Vieni qua, ti metti un po’ di fango addosso, ti fai fare un po’ di foto». Il fondatore di M5S era e resta un uomo di spettacolo. Sa come reagire ai fuori programma. Ma questa non se l’aspettava. La replica è quasi banale. La butta su Renzi, diteglielo a lui di andare a spalare, noi e voi siamo dalla stessa parte. 
 

BEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMOBEPPE GRILLO ALL'INCONTRO CINQUESTELLE DEL CIRCO MASSIMO

A peggiorare una scena già imbarazzante c’è il comportamento delle guardie del corpo, che magari non sono tali, come sostiene il capo in un messaggio sul blog, ma questo facevano. Molto, troppo aggressivo. Uno di loro si avvicina a Gabriele. Gli rimprovera di cercare le telecamere. «Quello voleva solo farsi pubblicità» dice. Si chiama Daniele Tizzanini, fa parte di un meet-up genovese. Racconta di avere avuto qualche piccolo problema con la giustizia. In effetti. Una condanna per spaccio di droga. Una condanna per l’assalto a un pullman di tifosi del Verona. «Adesso però devo andare, c’è Beppe che mi mette fretta». La rapida risalita del gruppo sugli scooter parcheggiati a poca distanza somiglia a una ritirata. 
 

alluvione genova 3alluvione genova 3

La contestazione non è una sorpresa. La vera notizia è lui, Beppe Grillo, la sua allarmante incapacità di capire la rabbia della città dove è cresciuto e dove vive. Questa giornata genovese, destinata a bruciargli a lungo, dimostra che sono lontani i tempi in cui era considerato «altro». «Avremmo fatto lo stesso con Berlusconi e Renzi» dicono i volontari. L’ultima tappa è Borgo Incrociati, il quartiere più colpito. A momenti non scende dallo scooter. Quando erano in difficoltà i vecchi politici se la prendevano con i giornalisti. Grillo ci prova. Insulta, invita a criticare loro. Non si accorge che sta parlando a vuoto, intorno a lui ci sono solo giornalisti. 
 

Fa cenno di andare. Meglio chiuderla qui.