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M5S E CODICE ETICO: «NESSUNA SVOLTA GARANTISTA, DA NOI CHI SBAGLIA È FUORI»
Alessandro Sala per www.corriere.it
BEPPE GRILLO ED ENRICO MENTANA DIETRO AL PALCO DEL CIRCO MASSIMO
Il nuovo codice di comportamento del Movimento 5 Stelle, presentato da Beppe Grillo e votato dagli iscritti al Movimento, non rappresenta affatto una «svolta garantista» dei pentastellati in vista di possibili avvisi di garanzia che dovessero raggiungere la sindaca di Roma, Virginia Raggi, o qualcuno dei suoi assessori per le vicende che hanno portato all’arresto dell’ex capo del personale del Campidoglio, Raffaele Marra.
Lo sostiene il blog dell’ex comico (in un post firmato dal Movimento) in cui si respinge la teoria di un alleggerimento delle regole interne per evitare di dover mettere alla porta Raggi qualora l’inchiesta arrivasse a coinvolgerla anche con una semplice informazione di garanzia. In passato il movimento aveva attaccato duramente la presenza di indagati nelle liste degli altri partiti. La nuova posizione, più morbida, che prevede dimissioni solo facoltative durante le indagini era apparsa dunque un dietrofront.
MENTANA INTERVISTA BEPPE GRILLO
«Con le nostre regole il Pd sarebbe azzerato»
«Garantiamo ai cittadini che chi tra i nostri eletti non rispetta i principi a cui ha aderito come portavoce viene messo fuori dalla porta - si legge nel testo -. Non aspettiamo il terzo grado di giudizio. Nel MoVimento 5 Stelle già al primo grado si prevede l’espulsione. Se nel PD si applicasse lo stesso nostro Codice, non resterebbe quasi più nessuno».
I pentastellati sottolineano come nel movimento non vi sia spazio per indagati per reati gravi, come associazione a delinquere o corruzione, e come anche «una condotta o un comportamento politico o sociale riprovevole ed eticamente censurabile» comporti sanzioni fino all’allontanamento «a prescindere dall’esito di un procedimento penale».
Viene poi citato il caso del presidente della Regione Campania, Vincenzo De Luca, che aveva esortato un gruppo di amministratori a fare campagna pro-referendum ipotizzando di offrire ai cittadini fritture di pesce, che nei 5 Stelle «dopo l’oscena pagliacciata non sarebbe durato mezza giornata di più». «L’ipocrisia dell’attesa de terzo grado di giudizio», per i pentastellati, è servita agli altri partiti per consentire di restare in carica «alimentando corruzione e criminalità».
L’affondo di Pizzarotti
Sulla questione è intervenuto anche Federico Pizzarotti, sindaco di Parma, che dovette invece lasciare il Movimento in base alle vecchie regole etiche e alle polemiche di cui fu fatto oggetto proprio dalla galassia grillina . «Ora è possibile mio reintegro? Non mi appassiona - ha detto intervenendo a Omnibus, su La7 -. Questo regolamento certifica che quando hanno intrapreso azioni contro di me se le sono inventate, questo regolamento se volessero potrebbero interpretarlo per riammettermi.
Ma sono uscito io. Ma forse dovrebbero fare una cosa mai fatta negli ultimi sei mesi: telefonarmi, ma forse aspettano un form da compilare». Pizzarotti ha anche parlato dell’idea dello stesso Beppe Grillo di costituire giurie popolari per verificare la veridicità delle notizie di giornali e tg: «E’ una distrazione di massa, ci sarebbero altri problemi molto più impellenti. Se noi guardiamo il contesto il blog di Grillo è il primo che distorce le notizie. Spesso le notizie in generale sono distorte in Italia magari per coprire il potente di turno. La frase di Grillo di ieri è grave, il pensiero di avere una giuria popolare è assurda e forse preoccupante».
Le mezze scuse a Mentana
Per una frase che aveva accompagnato la sortita di Grillo, che dava dei «fabbricanti di notizie false e che proponeva un collage dei loghi dei principali tg e delle principali testate italiane, il direttore del Tg La7, Enrico Mentana, aveva annunciato querela nei confronti dell’ex comico.
Anche a questo ha risposto oggi il blog di Grillo: «Non se la prenda direttore, è stato fatto per “par condicio” per non far sfigurare troppo i suoi colleghi. E inoltre si trattava di una denuncia politica per criticare il sistema mediatico nel suo complesso. Le auguriamo di continuare a fare informazione che sia rispettosa della verità e dei cittadini ancora a lungo». Mezze scuse a Mentana, insomma, anche se l’immagine «incriminata» è ancora in bella mostra sul blog.
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