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DAGOREPORT - GIORGIA MELONI SOGNA IL FILOTTO ELETTORALE PORTANDO IL PAESE A ELEZIONI ANTICIPATE?…
Alberto Custodero per "La Repubblica"
Beppe Grillo intima alla cittadina-senatrice Adele Gambaro di dimettersi. Lei non si fa intimidire, anzi, passa all'attacco e minaccia di denunciare il comico. L'ex capogruppo dei 5Stelle a Palazzo Madama, Vito Crimi, prova a fare da paciere. «Se noi siamo stati eletti - dice Crimi - lo dobbiamo a Beppe Grillo. Inviterò Adele a decidere sul suo futuro, l'importante è che ci sia chiarezza».
Ma a frenare gli impeti espulsivi di Grillo, e nel contempo a dare forza alla Gambaro, è lo stesso "codice di comportamento" dei 5Stelle che regola come avviene l'espulsione di un onorevole. Questo codice non dà alcuna facoltà a Beppe Grillo, che del movimento risulta essere "portavoce", di cacciare d'imperio la senatrice. Ecco perché nel suo blog non parla di espulsione, ma chiede alla senatrice un passo indietro "volontario".
«Dopo le dichiarazioni false e lesive nei confronti miei e del MoVimento 5 Stelle - scrive Grillo - la senatrice Gambaro ha dichiarato: "Spero solo che tutto questo can can passi in fretta. Cosa farò adesso? Non lo so, valuterò se andare al Gruppo Misto ». Perché la senatrice, si chiede il leader 5Stelle, «non rispetta quanto promesso?».
Tra le violazioni previste per l'espulsione di un parlamentare non è contemplata la contestazione al portavoce-Grillo. La senatrice dissidente, infatti, ha criticato l'ex comico genovese, e non l'M5S. Anzi: ha detto che il comportamento di Grillo (come semplice portavoce) ha danneggiato lo stesso Movimento, quindi non ha in alcun modo detto di non riconoscersi con i principi grillini. Ecco perché è sicura e non teme di attaccare il leader.
«Non ho assolutamente intenzione di passare al Misto - replica la Gambaro - sono ancora nel M5S e ci rimango finché non dovessero decidere di espellermi». «Beppe - aggiunge - deve stare attento, non può fare così. Non è più un uomo qualunque, rappresenta milioni di italiani. Io non ho offeso nessuno e sono stata offesa, pretenderò da lui pubbliche scuse. Sono una signora, ho una certa età e sono stata offesa, lui mi deve rispetto».
Ieri notte, alla fine del colloquio col capogruppo Morra, la senatrice ha ribadito che la sua espulsione «non è sul tavolo». «Il colloquio con Morra è andato bene». «Non vado via - ribadisce - lascio decidere al gruppo». «L'espulsione? Dobbiamo riflettere», ha precisato Morra.
Ultimo problema per Grillo: sempre il "codice di comportamento" prevede che l'espulsione parta da una richiesta di un senatore o di un deputato, e che poi la decisione sia messa ai voti online. Difficile pensare che la richiesta di espulsione parta da un senatore, vista la tensione che s'è creata nei giorni scorsi per l'elezione del nuovo capogruppo a Palazzo Madama, Nicola Morra, considerato fedelissimo al duo Grillo-Casaleggio.
Più probabile a questo punto che la richiesta parta da un deputato, aumentando però in questo modo la tensione tra senatori e deputati 5Stelle. «Secondo le rivelazioni rilasciate in esclusiva per Byoblu.com del collaboratore di giustizia Luigi Bonaventura, Preiti avrebbe sparato chiaramente per ordine della ândrangheta, per danneggiare il Movimento 5 Stelle o addirittura per cercare di aprire una trattativa». Lo sostiene Claudio Messora, comunicatore del M5S e blogger su Fb rinviando ad un'intervista del collaboratore che compare sul blog Byoblu.
QUI l'integrale: http://www.byoblu.com/post/2013/06/12/la-ndrangheta-dietro-a-preiti.aspx#more-15315
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