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1. BEPPE TAROCCA IL «FINANCIAL TIMES» PER FARSI UNO SPOT
Il Giornale - Financial Times: «Il Movimento 5 Stelle è maturo per il governo», «un partito dal passato eccentrico che si reinventa come seria alternativa a Renzi». Questo scriverebbe il quotidiano finanziario inglese, secondo la traduzione che ne ha fatto il blog di Grillo. Che però, guarda un po', è sbagliata.
Lo ha scoperto il deputato Pd ex Confindustria Giampaolo Galli. Il Ft scrive che «il M5S vuole essere preso sul serio», ma Grillo lo traduce in «è maturo per il governo». E neppure scrive che il M5S sarebbe una «seria alternativa a Renzi», traduzione (molto) libera di «è il secondo partito in Italia». Insomma, un tarocco bello e buono. Una cosa pazzesca, direbbe Grillo.
GRILLO, CONTRO-DISCORSO DI CAPODANNO
Massimo Gramellini per La Stampa
A fine anno il blog di Beppe Grillo rilanciava l’intervista al «Financial Times» del premier in pectore dei Cinquestelle, Luigi Di Maio. I toni del blog erano enfatici e un po’ provinciali, come succede spesso a noi italiani quando un’istituzione anglosassone si degna di abbassare lo sguardo sulle nostre meschine esistenze.
beppe grillo intervistato dal financial times al cala di volpe
Il giornale della supercasta dei soldi consacrava la parabola dei pentastellati fin dal titolo, definendoli «maturi per il governo». Sfuggono le ragioni per cui un movimento che prende voti in odio all’establishment dovrebbe guaire di felicità per gli attestati di stima del nemico. Ma persino questa bizzarria sarebbe passata inosservata in mezzo ai botti di san Silvestro, se non fosse accaduta una cosa inaudita: qualcuno si è preso la briga di leggere il «Financial Times» in inglese.
E questo qualcuno è un bieco economista e deputato del Pd, due disgrazie in un solo destino. Giampaolo Galli - il nome del reprobo - ha scoperto che il titolo originale era più controverso e comunque diverso: «Il M5S vuole essere preso sul serio». E che alcune paroline antipatiche come «populist» erano misteriosamente scomparse nella traduzione italiana.
Ora, delle due l’una. O i grillini non conoscono l’inglese, e allora sono dei dilettanti né più né meno (ma forse un po’ di più) di chi ci governa. Oppure lo conoscono così bene da avere volutamente manipolato la realtà a fini di propaganda. E anche in questo caso si stenta purtroppo a scorgere una grande differenza con la classe dirigente che vorrebbero sostituire.
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