
DAGOREPORT – IL CAMALEONTISMO DELLA DUCETTA FUNZIONA IN CASA MA NON PAGA QUANDO METTE I BOCCOLI…
Paolo Mastrolilli per “la Stampa”
L'inviato dell' Onu Bernardino Leon cercherà ancora di arrivare alla firma della sua proposta per un governo di unità nazionale in Libia, entro la prossima settimana, nonostante le proteste che lo hanno travolto, dopo la pubblicazione sul «Guardian» della notizia che ha accettato un posto di lavoro da 50.000 euro al mese negli Emirati Arabi Uniti. Però la transizione verso il nuovo inviato del Palazzo di Vetro, il tedesco Martin Kobler, è già cominciata.
Il generale italiano Paolo Serra lo affiancherà per gestire gli aspetti militari della trattativa, ponendo così una seria candidatura al comando della eventuale missione di pace Onu, che dovrebbe partire quando nascerà il nuovo esecutivo.
LA RABBIA DI TRIPOLI
Leon ieri ha parlato al Consiglio di Sicurezza, che ha appoggiato all' unanimità la sua proposta di accordo. Le parti in conflitto, in particolare il Congresso nazionale generale di Tripoli e il governo in esilio a Tobruk, non l'hanno ancora votata, ma il diplomatico spagnolo ha detto che farà ancora uno sforzo per avere «la firma entro la prossima settimana».
È difficile che ci riesca, a causa della polemica scatenata dalle rivelazioni del «Guardian». In sostanza Leon già dall' estate scorsa aveva cominciato a negoziare con gli Emirati la sua nomina a capo della loro Accademia diplomatica, per un compenso di 50.000 euro all'anno.
Il Paese del Golfo nella vicenda libica ha sempre sostenuto il governo laico di Tobruk, e il suo braccio militare Haftar, e questo ha creato un ovvio conflitto di interessi, anche perché il «Guardian» ha pubblicato una serie di mail inviate da Leon, in cui rassicurava i suoi futuri datori di lavoro che avrebbe fatto tutto il possibile per non consegnare il Paese agli islamisti.
Il presidente del Gnc, Nuri Abu Sahmain, ha subito reagito inviando una lettera al segretario generale Ban Ki-moon, in cui chiede chiarimenti sul comportamento del diplomatico spagnolo e avverte che firmare ora la sua proposta sarebbe «un' offesa ai martiri della rivoluzione libica». Leon ieri ha risposto che «forse avrei dovuto fare le cose diversamente, ma la proposta di accordo è equilibrata e va separata dalla mia vicenda personale», usata secondo lui proprio per «boicottare l' intesa».
I suoi collaboratori sottolineano come in realtà abbia cercato di aiutare soprattutto Tripoli, che non aveva accettato l' accordo iniziale, mentre ora le resistenze più forti vengono da Tobruk.Il ruolo del generale Serra Leon proverà ancora a strappare la firma, ma dalla prossima settimana il dossier passerà nelle mani di Kobler.
LO SCHIANTO SUL PALAZZO DI TOBRUK
Nei giorni scorsi il ministro degli Esteri Gentiloni aveva rivelato in Parlamento che ad affiancarlo come consigliere militare sarà Serra, che quindi dovrà negoziare i dettagli tecnici dell' eventuale intesa. Se verrà trovato l' accordo, e il nuovo governo chiederà una missione di pace dell' Onu, a quel punto nessuno sarebbero più qualificato a guidarla di Serra. Qualcuno potrebbe obiettare alla nomina di un esponente della ex potenza coloniale, ma il generale italiano aveva già comandato con successo Unifil in Libano, e nel ruolo di consigliere maturerà ora una esperienza unica sulla Libia.
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